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 MYRIAM PETACCI: "L'INCUBO" DI UNA RAGAZZA CHE SOGNAVA LA GLORIA


"Vincere, Vincere, Vincere e Vinceremo in Cielo in Terra e in Mare" ed anche "in Scena" oserei dire. Perché quel motto, specchio di uno dei periodi più bui della nostra storia recente, divenne anche quello di una ragazza che sognava la gloria. Sua sorella, in qualche modo, aveva coronato il suo sogno d'amore con "Lui". Colui che credeva fermamente (o almeno lo dava a vedere) alle parole sopracitate. La "sognatrice" di cui stiamo parlando è Maria "Myriam" Petacci, la sorella minore di Claretta, l'amante di Benito Mussolini.




Aveva solo diciassette anni - era nata, a Roma, il 31 maggio 1923 - quando Myriam Petacci salì per la prima volta in palcoscenico. Sua sorella era già legata al Duce e leggenda vuole che lo spettacolo - un'opera di Cherubini messa in scena al Teatro delle Arti di Roma - che la vide esordire come cantante lirica, venne appositamente trasmesso via radio per consentire a Lui di ascoltarla direttamente da Palazzo Venezia. La sua performance non fu un granché, e il Duce preferì evitare di insistere. Ma "Vincere in Scena" era il suo sogno, così la madre, Giuseppina Persichetti in Petacci, fondò appositamente una casa di produzione per farle tentare la via del cinema.

Era il 1942: col nome d'arte di Miria di San Servolo, si presentò al Festival del Cinema di Venezia con "Le vie del cuore" diretto da Camillo Mastrocinque, tratto dalla commedia "Cause ed effetti" di Paolo Ferrari. Ma a leggere il suo nome - San Servolo era il manicomio della città lagunare -, il pubblico scoppiò in una risata fragorosa. Anche a Roma la proiezione del film durò poco, ma Myriam Petacci era ormai considerata una diva del Regime, sebbene poco apprezzata per le sue doti recitative. Poi arrivò il 1943, il degenerare della guerra, e per quanto avesse girato qualche altro film, la sognatrice non riuscì ad affermarsi. L'anno successivo, spinta dalla stessa sorella e dal Duce, si trasferì in Spagna. Riuscì ancora a recitare, ma in pellicole che non arrivarono mai nel nostro Paese e sempre con modesto successo. Nel 1945, dopo la morte della sorella e del fratello, i cui corpi vennero macabramente "esposti" in piazzale Loreto, a Milano, insieme a quello di Benito Mussolini, Myriam tornò in Italia e si rinchiuse praticamente nei ricordi. Passò il resto della vita a proteggere la memoria della sorella. Tanto è vero che, nel 1984, tornò al cinema quando Pasquale Squitieri la volle nei panni di se stessa nel film "Claretta" - dove la sorella era interpretata da Claudia Cardinale.

Un breve ritorno "in Scena" fatto più per rivivere quel passato a cui rimase per sempre legata che per continuare il suo "sogno". Un sogno infrantosi troppo presto, segnato da tragiche sofferenze intrecciatesi con quelle di un intero Paese. Ma la sua sofferenza durò fino alla fine. Povera, sola, Myriam Petacci se ne andò esattamente trent'anni fa, il 24 maggio 1991, in un letto d'ospedale dove era da tempo ricoverata, concludendo così la sua storia. La storia di una ragazza appassionata che sognava la gloria ma si risvegliò in un incubo.

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