ADRIANO OLIVETTI, ORGOGLIO ITALIANO
Era l'Italia della Ricostruzione, dell'evoluzione industriale, economica e sociale che portò al "Boom". E lui era uno di quegli imprenditori che, già prima della Seconda guerra, avevano capito che non bastava il fatturato a fare grande un'azienda. Una fabbrica, la sua, già leader nella produzione di macchine per scrivere, ma destinata ad estendersi all'elettronica e agli antesignani dei moderni computer.
Perché legati al nome di Adriano Olivetti non ci sono soltanto le storiche "Lexicon 80" e "Lettera 22" - esposta al MoMA di New York -, ma anche il primo calcolatore elettronico, l'Elea 9003, e molti altri prodotti frutto di anni di studi e sperimentazioni.
Ma Adriano Olivetti, ingegnere che aveva provato sulla propria pelle il lavoro in fabbrica come apprendista operaio, inventò soprattutto un nuovo modo di vivere l'azienda.
L'Olivetti divenne l'archetipo della fabbrica a misura di "famiglia". Operai, donne e uomini, trattati come esseri umani, con contratti più che dignitosi, salari adeguati, mense aziendali, abitazioni nei pressi degli stabilimenti, asili per i figli dei dipendenti, corsi di istruzione e padiglioni adattati alle esigenze di lavoro di tutti. Ambienti resi "umani" ed accoglienti grazie all'intervento di artisti di fama (come gli autori delle memorabili locandine pubblicitarie).
Ivrea, nel cuore del Canavese, in Piemonte, divenne l'isola felice dove lavorare significava sì produrre ma soprattutto nobilitare l'uomo attraverso il proprio lavoro.
Un viaggio negli Stati Uniti aveva svelato ai suoi limpidi occhi azzurri (puri come la sua anima) un mare di possibilità, di idee, di tecnologie, che lo portarono a ristrutturare gli obsoleti capannoni dell'azienda, ad investire in macchinari e personale, muovendosi parallelamente verso nuove frontiere e mercati.
Una favola conclusasi nel 1960 con la sua scomparsa improvvisa - a causa di una emorragia cerebrale - anche se l'Olivetti continuò a rendere l'Italia fiera dei suoi figli e dei suoi prodotti (il P101, l'antesignano dei personal computer, nacque soltanto cinque anni dopo).
E ancora oggi, a centoventi anni dalla sua nascita, Adriano Olivetti continua ad essere vivo nella memoria di tutti. Come le sue macchine per scrivere, le sue "fabbriche di bene" e la fama di "imprenditore illuminato" che ne hanno fatto l'orgoglio italiano del ventesimo secolo.
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