JULA DE PALMA, NOVANT'ANNI DI "UN'ANIMA SWING"
Scandalo. Una parola che si utilizzava fin troppo in quell'Italia lì, quella degli anni '50. Bastava fare qualcosa di "diverso" dal consueto per essere etichettati come "osceni" e provocatori. Accade anche a lei, alla sua bellezza e alle sue movenze, perfino alla sua voce. Era il Festival di Sanremo '59, quello vinto per la seconda volta da Modugno con "Piove". Jula De Palma si era lasciata andare. Nell'esecuzione di un brano ancora oggi conosciutissimo, "Tua" - presentata in coppia con Tonina Torrielli -, si lasciò trasportare dal sentimento, dalla musica così coinvolgente, in un abito abbastanza scollato e attillato per l'epoca, dando al brano - in voce e movenze - un'interpretazione giudicata troppo audace e sensuale.
A rivedere quell'esibizione - semplicemente perfetta - non c'è ovviamente nulla di sconveniente, eppure, nonostante abbia guadagnato un bel quarto posto, oltre al plauso del pubblico, Jula de Palma subì un'onta mediatica scatenata da alcuni dirigenti Rai, dal Vaticano e assecondata dal popolo "perbenista".
Tuttavia, il tutto si risolse in una bolla di sapone dissoltasi nell'aria con la stessa rapidità con cui la canzone raggiunse le vette delle classifiche. Perché la musica di Jula de Palma era così: leggera, piena di emozione e di swing, che faceva tanto "esportazione". Esattamente come il suo nome d'arte. Scelto perché Iolanda Maria Palma faceva troppo ragazza di buona famiglia milanese, come quella in cui nacque lei, il 21 aprile di novant'anni fa.
Invece non era così. Jula era una donna tanto bella e affascinate quanto energica, capace di lasciarsi trasportare dalle emozioni, di lasciarsi coinvolgere da quelle melodie piene di brio: il jazz e lo swing che finalmente, dopo il "veto" fascista, gli italiani potevano ascoltare liberamente.
A scoprirla fu un altro "Maestro" del genere, Lelio Luttazzi, che la portò alla CDG, la casa discografica diretta da Teddy Reno, dando inizio alla sua sfavillante carriera.
La sua voce così armonica e sensuale, così diversa da quelle melodiche tanto apprezzate al tempo, conquistò tutti. Ben presto, le sue "corde" divennero familiari. Cantò le colonne sonore di numerosi film, lavorò in radio e partecipò a diversi programmi della neonata Tv.
Si esibì con Gorni Kramer e la sua orchestra, col "Quartetto Cetra" e tutti quegli artisti che, come lei, avevano "un'anima swing". Incise brani anche in altre lingue, soprattutto in francese, e la sua fama varcò i confini nazionali.
E quello "scandalo" del '59 non riuscì a scalfire minimamente la sua popolarità, anzi. Tornò ancora al Festival di Sanremo, partecipò a Canzonissima, due volte al Festival di Napoli, continuando a farci godere della sua amabile presenza, fisica oltre che vocale. Tuttavia, alla fine degli anni '60, complice l'insorgere di nuovi stili musicali e il suo desiderio di dedicarsi alla famiglia, Jula de Palma decise di lasciare la musica.
Nel 1974 pubblicò ancora un album, e nello stesso anno prese parte a "Milleluci", lo storico varietà condotto da Mina e la Carrà. Ma il suo ultimo plebiscito lo aveva già raccolto: al Teatro Sistina di Roma, esibendosi dal vivo per l'ultima volta, diretta dal maestro Gianni Fierro, nel 1970. Poi la decisione di mollare tutto, trasferendosi in Canada, a Toronto, dove probabilmente oggi festeggerà questo importante traguardo.
Con la certezza, però, che le sue corde non sono state affatto dimenticate."Unforgettable Jula", infatti, è il titolo con cui nel 2015 pubblicò una raccolta di inediti, incisi a Londra poco prima di abbandonare le scene. Perché agli inizi del nuovo millennio, Jula de Palma tornò a far parlare di sé. Con la riscoperta del jazz anche le sue canzoni vennero rispolverate, tirandole fuori da un oblio che in parte lei stessa aveva cercato. Ma quando si ama davvero - e lei la musica l'amava e la ama - non è possibile nascondere i propri sentimenti. Come non possiamo farlo noi, mostrando tutto il nostro affetto e augurando buon compleanno a questa "signora" del jazz, piena di bellezza e di passione. Come la sua voce e come la sua musica.
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