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 ENZO CANNAVALE: "UMANA" SIMPATIA


"Sono un imbecille". Rispondeva con aria sommessa, occhi bassi e mani giunte in grembo, Alfonso Caputo, nella terribile "mezz'ora" di umiliazione davanti al fratello (Tommaso Bianco), nel disperato tentativo di ottenere le 100mila lire necessarie per comprare i "botti" di Capodanno. Il volto e l'animo erano quelli di Enzo Cannavale, la regia di Luciano De Crescenzo e il film "32 dicembre"(1988). Tre episodi di cui l'ultimo con protagonista questo disoccupato napoletano, con moglie e figli a carico, che  dopo vari tentativi falliti, non essendo riuscito a trovare i soldi entro la fine dell'anno, sparò appena ne ebbe l'occasione, ovvero il 12 gennaio, beccandosi una bella denuncia. Quel ruolo, carico di umanità e tenerezza - che gli valse un Nastro d'argento come miglior attore non protagonista - fu uno dei pochi in cui Cannavale riuscì a mettere in mostra le sue qualità artistiche.


                                       


La sua carriera, lunga oltre cinquant'anni, lo vide prendere parte a numerose pellicole, soprattutto a partire dagli anni '70, ma raramente in ruoli di primo piano. Tuttavia, la sua sagoma di ometto calvo e simpatico, a tratti bonario a tratti collerico, è rimasta indelebile nella memoria di tutti.


Enzo Cannavale con Tommaso Bianco in "32 dicembre" (1988) di Luciano De Crescenzo.


Nato a Castellammare di Stabia, vicino Napoli, il 5 aprile 1928, Vincenzo "Enzo" Cannavale iniziò ad esibirsi sui palcoscenici partenopei nel Dopoguerra, sia nel teatro dialettale che in quello di rivista. Recitò con Totò, Aldo Giuffré e ovviamente con Eduardo De Filippo, che gli affidò due piccoli personaggi nelle celebri edizioni televisive di "Natale in casa Cupiello" (1962) e "Il sindaco del Rione Sanità" (1964). Contemporaneamente si affacciò al cinema, esordendo con un piccolo ruolo nel film "Yvonne la Nuit" (1949) di Giuseppe Amato, con protagonisti Totò e Olga Villi. 


Da sinistra, Totò, Enzo Cannavale ed Harry Guardino in "Operazione San Gennaro" (1966) di Dino Risi.


Per più di vent'anni, Enzo Cannavale affiancò il set cinematografico al palcoscenico senza tuttavia aver modo di emergere. Le sue erano sempre piccole figurazioni, a volte prive di battute, anche se, in fondo, riuscì comunque a farsi notare. Come, ad esempio, in "Operazione San Gennaro" (1966) di Dino Risi, dove è Gaetano, secondino del carcere di Poggioreale ad esclusivo servizio di un illustre "villeggiante": Don Vincenzo "il fenomeno" /Totò.


        Enzo Cannavale con Bud Spencer in "Piedone d'Egitto" (1980).


Gli anni '70, però, rappresentarono la svolta. Enzo Cannavale diventò una presenza costante, passando dal comico al drammatico fino al nascente filone "sexy". Sicuramente celeberrimo nei panni del brigadiere Caputo, braccio destro (e maldestro) del commissario Rizzo/Bud Spencer detto "Piedone", nella esilarante serie diretta da Steno che va da "Piedone lo sbirro" (1973) a "Piedone d'Egitto" (1980). Un'altra accoppiata vincente, inoltre, fu quella con "Bombolo", col quale lavorò in numerosi film, tra cui "Delitto al ristorante cinese" (1981) di Bruno Corbucci, interpretato dall'ispettore Nico Giraldi/Tomas Milian. 


Enzo Cannavale con Tomas Milian in "Delitto al ristorante cinese" (1981) di Bruno Corbucci.


Cannavale, però, aveva a cuore soprattutto la sua partecipazione al capolavoro di Tornatore "Nuovo Cinema Paradiso"(1988), dove era Spaccafico, il paesano di origini napoletane che, divenuto milionario grazie al gioco, compra e ristruttura il vecchio cinema distrutto dall'incendio in cui perse la vista il proiezionista Alfredo/Noiret.


Enzo Cannavale in "Nuovo Cinema Paradiso" (1988) di Giuseppe Tornatore.


Ma il suo volto e la sua comicità sono legati anche al piccolo schermo, dove oltre a prendere parte allo storico sceneggiato "Le avventure di Pinocchio" (1972) di Comencini, partecipò a numerose fiction e film tv. Negli ultimi anni, inoltre, ritornò anche sul suo amato palcoscenico, continuando a lavorare quasi fino alla fine, sopraggiunta il 18 marzo 2011, a causa di un attacco cardiaco.

Da allora sono trascorsi ben dieci anni, eppure il ricordo di lui è ancora nitido. L'umanità dei suoi personaggi, la sua comicità leggera, sono rimasti nel cuore di tutti noi. E a differenza dei suoi personaggi, spesso perdenti e sfortunati come l'Alfonso Caputo di De Crescenzo, oppure goffi e imbranati ma di cuore come il quasi omonimo brigadiere di Piedone, Cannavale ha saputo "vincere" e lasciare il segno, guadagnandosi affetto e simpatia da parte del pubblico.

Una stima che perdura ancora oggi, e si rinnova ogni qual volta la sua immagine riappare in video. Ma la memoria, si sa, è labile, e ricordare è sempre un dovere, oltre che un immenso piacere se si tratta di un personaggio come Enzo Cannavale, la cui allegria ci mette sempre di buon umore.







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