ADDIO, RAOUL!
Era una Romagna, ma anche un'Italia, bella. Quella delle balere e delle orchestrine, di coppie giovani e vecchie, alte e basse, grasse e magre, che si lanciavano in pista al grido di "Vai col lissio".
Un inno al fare musica, al divertirsi stando insieme che stona un po' con l'attuale situazione. E d'altra parte, a portarsi via Raoul Casadei è stato proprio "Lui". Quel "male" chiamato Covid19 che aveva chiuso anche quelle piste dove era nato e cresciuto. Era un'adolescente - era nato il 15 agosto 1937 - quando prese in mano la chitarra regalatagli dallo zio Secondo, fondatore della prima orchestra di liscio romagnolo. Da lì, l'inizio di un'era che non conobbe eguali: il rilancio delle balere, gli anni '70, la musica e la tradizione romagnola che da "Romagna mia" a "La mazurka di periferia" portò il "lissio" in tutta la Penisola, con concerti, partecipazioni televisive e cinematografiche.
Una passione trasmessa al figlio Mirko, da anni alla guida dell'Orchestra Casadei, traghettata nel nuovo millennio avvicinando anche le ultime generazioni a questa danza. Una gioia per Raoul, per la sua missione continuata per anni dietro le quinte, dopo aver lasciato il palcoscenico e, oggi, anche la vita.
Ma la sua musica, il suo sorriso, il suo amore per la Romagna e per un ballo immortale continuerà a vivere in eterno nella memoria di chi resta e soprattutto di chi balla. Perché ad ogni nota di "lissio" non potrà non pensare al suo "re". Addio Raoul, che la musica ti accompagni!
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