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 ADDIO A ENRICO VAIME: MAESTRO DEL "MEGLIO" CHE FU


Era la Tv fatta da "gente perbene". Enrico Vaime apparteneva a quella schiera di autori geniali e sagaci, intelligenti ed ironici, che hanno davvero fatto la storia dello spettacolo nazionale. Se n'è andato via ieri, in punta di piedi. Aveva compiuto da poco ottantacinque anni - era nato il 19 gennaio 1936, a Perugia - e aveva preso in mano la sua prodigiosa penna dopo una laurea in Giurisprudenza (conseguita a Napoli, città in cui si trasferì con la famiglia) e un passato da ragazzo fantasioso e sognatore, che amava "mettere in scena" storie, sia per i suoi familiari che per i compagni di scuola. La svolta arrivò con l'ingresso in Rai negli anni '60. 



La televisione lo vide balzare agli onori della cronaca con programmi di successo come "Quelli della domenica", con Villaggio e il duo Cochi e Renato, "Canzonissima" '68 con Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari, o ancora "Tante scuse", condotto da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Ma fu la radio il primo banco di prova. Realizzò programmi straordinari: "Batti quattro" con Gino Bramieri, l'indimenticato "Gran Varietà", "Effetto musica" con Loretta Goggi. 


Enrico Vaime (a destra) con Italo Terzoli.


Il suo nome, tuttavia, si legava a doppio filo con quello di Italo Terzoli, col quale scrisse a quattro mani molti dei sopracitati programmi oltre a numerosi spettacoli teatrali, tra cui alcuni musical diretti da Garinei & Giovannini ("Felicibumta" con Bramieri, "Bravo" con Enrico Montesano). Insieme a Ennio Flaiano, Marcello Marchesi, Antonello Falqui, Guido Sacerdote (coautore con lui e Terzoli del celebre programma radiofonico "Black Out"), Vaime rappresentava l'ultimo baluardo di un mondo ormai perduto. Proprio come la Tv in bianco e nero, il varietà del sabato sera, e la comicità intelligente di cui fu maestro. "Coraggio, il meglio è passato!", insomma, come scrisse Flaiano, e da oggi non sarà neanche difficile crederlo, visto che Enrico Vaime lo ha portato via con sé.





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