PIETRO DE VICO: UN VOLTO, UNA "MASCHERA"
Di lui è impossibile dimenticarsi. Gli occhietti strabuzzati, il suo "cacagliare" divenuto un marchio distintivo, il sorriso buffo. Pietro De Vico è il "volto" di quello spettacolo semplice e genuino, dell'avanspettacolo più povero e straordinario, di una Napoli di commediografi e capocomici, soubrette e macchiettisti.
La sua verve comica, frenetica ed esasperata, venne pienamente sfruttata al cinema, dove fu un validissimo caratterista soprattutto al fianco di Totò, regalandoci siparietti unici (come lo zotico "contatore di piccioni" in "Totòtruffa'62" ). Ma la sua immagine è legata a doppio filo soprattutto al teatro partenopeo, dove mosse i primi passi esordendo ancora in fasce in una commedia di Scarpetta per poi dare vita al delizioso "Trio De Vico" insieme ai fratelli, fino ad arrivare alla compagnia di Eduardo De Filippo (per il quale fu uno straordinario "Nennillo" in "Natale in casa Cupiello") e al teatro di Beckett, in tarda età, diretto da Antonio Calenda ed affiancato dalla inseparabile moglie, la romana Anna Campori: la celebre Giovanna, la nonna del Corsaro Nero della TV dei ragazzi degli anni '60, dove De Vico interpretava il nostromo Nicolino. Una carriera intensa interrotta soltanto da un ictus, nel 1992, che lo costrinse ad abbandonare le scene e poi la vita sette anni dopo, il 10 dicembre 1999.
Ebbene per celebrare degnamente questa grande "maschera" del nostro spettacolo, in occasione dei centodieci anni dalla sua nascita vi ripropongo l'ampio articolo a lui dedicato due anni fa, nel ventennale della scomparsa.
L'articolo è fruibile al seguente link:
https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2019/12/pietro-de-vico-indimenticabile.html
Commenti
Posta un commento