Passa ai contenuti principali

 CHRISTIAN DE SICA, SETTANT'ANNI DI SIGNORILITA'


Eleganza, simpatia e fascino li ha sicuramente ereditati dal padre, ma il suo essere "istrione" è qualcosa di molto personale. Se Vittorio De Sica, infatti, ci ha regalato opere divenute pietre miliari della cinematografia nazionale, oltre che brillanti interpretazioni nelle commedie leggere degli anni '50 (il maresciallo Carotenuto tra "Loren" e "Lollo", tra Comencini e Risi), Christian De Sica invece ha unito ad una recitazione misurata e sempre "con stile", qualità in più come canto, ballo e "incanto" del pubblico.



Ieri ha spento ben settanta candeline, e sono lontani i tempi in cui era il ragazzotto corpulento e "capellone" che il papà presentò all'Italia in Canzonissima '72, davanti al "Pippo" nazionale, dicendo che il sogno del suo "Christianello" era fare il cantante.



Da sinistra, Pippo Baudo, Vittorio e Christian De Sica in "Canzonissima"(1972).


Ed infatti, proprio la canzone fu il suo primo impegno nel campo dell'arte, soprattutto dopo la scomparsa del padre (nel 1974) che lasciò lui e la sua famiglia in gravi condizioni economiche. Abbandonò gli studi universitari e si buttò a capofitto in quel mondo dello spettacolo dove già aveva fatto la sua comparsa sia col padre che con altri registi, intraprendendo la carriera d'attore dopo aver capito (anche con una piccola esperienza sanremese) che la musica non era la strada giusta. 



In alto, Christian De Sica con Karina Huff in "Sapore di mare" (1983).
In basso, con Paolo Baroni in "Vacanze di Natale '83".


La svolta arrivò negli anni '80, quando venne lanciato dai fratelli Vanzina (i figli del grande Steno) prima nel romantico e nostalgico "Sapore di mare", accanto a Jerry Calà, Marina Suma, Isabella Ferrari e Virna Lisi, e poi nel leggendario "Vacanze di Natale": considerato il primo capitolo di una saga divenuta nota come "cinepanettone", prontamente sfornato sotto l'albero ogni anno, e di cui è stato (ed è tuttora) tra i protagonisti, soprattutto in coppia con Massimo Boldi, con cui ha dato vita ad un lungo sodalizio, tenuto a battesimo da Neri Parenti e che tra alti e bassi è arrivato fino ad oggi ("In Vacanza su Marte", uscito in modalità streaming sul web in queste feste).


Christian De Sica con Massimo Boldi ed Enzo Salvi in "Vacanze di Natale 2000".


Film, certo, poco edificanti, dove parolacce e volgarità - spesso - si sprecano, ma dove De Sica, con la sua ironia e la sua eleganza, in qualche modo, ha sempre nobilitato il tutto.

E, d'altra parte, oltre a dar sfogo alla sua ironia anche in televisione ("Tale e quale show", il talent di Rai 1 di cui è membro della giuria), ha saputo anche mostrare il suo lato drammatico, come in "Un matrimonio" (2014), la miniserie Rai di Pupi Avati in cui interpretava un anziano capofamiglia borghese e dedito al gioco, che prima di morire lascia la sua famiglia sul lastrico: forse un diretto omaggio al suo papà, amante del gioco e spesso interprete di strampalati personaggi di nobili decaduti. Come il celebre conte Max, omaggiato da Christian ancora nel 1991, con un film da lui stesso diretto ed interpretato.



Christian De Sica con Flavio Parenti nella fiction "Un matrimonio".


E forse è proprio questo che di lui ci è sempre piaciuto e ci piace: questo suo volontario ed involontario modo di omaggiare i suoi illustri natali, arricchiti - senza dubbio - da una singolarissima verve da "showman", fatta anche di signorilità in perfetto "stile De Sica". Ebbene, seppur con qualche ora di ritardo, volevo anch'io fare i miei personali auguri a questo caleidoscopico artista italiano, nella speranza di vederlo ancora in video in tutta la sua grandezza.


Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...