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 LIANELLA CARELL, "PERLA" NEOREALISTA

 

Non fu mai una diva, non era un'attrice e non lo diventò neanche dopo i circa venti film a cui prese parte. Eppure Lianella Carell fu una piccola "stella" nel grande panorama cinematografico nazionale, risaltando alle cronache con un ruolo che la consacrò alla storia: Maria, la moglie del povero Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) a cui fregano sotto il naso la bicicletta in quel piccolo capolavoro diretto da Vittorio De Sica che fu "Ladri di biciclette".



Il 1948, anno di uscita del film, segnò una svolta nella vita di Lianella Carell. Una ragazza poco appariscente, di una bellezza semplice e senza pretese. Una donna qualunque, insomma, come ce n'erano tante in quegli anni a Roma - dove lei nacque il 6 maggio 1927. La Carell, però, non era del tutto estranea al mondo dello spettacolo. Faceva la giornalista e si occupava della stesura di copioni e piccole sceneggiature collaborando alla realizzazione di alcuni programmi radiofonici della Rai. Bazzicava dunque tra attori e registi, e fu proprio un'intervista a cambiarle la vita, proprio in quel 1948. La giovane cronista incontrò De Sica ma lui, invece di rispondere alle sue domande, la osservò e vide in quel volto acqua e sapone, a tratti sofferente, da "fame" post-bellica, la compagna perfetta per un altro sconosciuto: Lamberto Maggiorani, operaio alla Breda catapultato anch'egli da un giorno all'altro nel mondo del cinema.



Lianella Carell con Lamberto Maggiorani in "Ladri di biciclette".


Il regista decise di sottoporla ad un provino, e fu così che Lianella Carell passò davanti alla macchina da presa e offrì un'interpretazione - al pari di Maggiorani e di Enzo Staiola, il bambino che interpretava il loro figlio - che passò alla storia come una delle migliori del neorealismo. Da quel momento, la giovane giornalista intraprese una carriera che durò un decennio e che, senza tuttavia offrirle ruoli dello stesso tenore, le permise di lavorare accanto a grandi interpreti del cinema dell'epoca. Recitò con Aldo Fabrizi in "Benvenuto reverendo!"(1950), con i fratelli De Filippo in "Ragazze da marito" (1952) - coprotagonista accanto ad Anna Maria Ferrero e Delia Scala. 



Lianella Carell con Aldo Fabrizi in "Benvenuto reverendo!".


E perfino accanto a Totò ne "L'oro di Napoli" (1954), ancora per la regia di De Sica. Ma, come capitò a molti altri attori "presi dalla strada", finita la parabola neorealista furono sempre meno i ruoli a lei congeniali, tanto è vero che alla fine degli anni '50 decise di abbandonare il cinema, tornando nell'ombra, come dieci anni prima. Lianella Carell continuò comunque a frequentare il mondo dello spettacolo. 



In alto, Lianella Carell con Anna Maria Ferrero in "Ragazze da marito".
In basso, con Totò ne "L'oro di Napoli".



Collaborò alla stesura delle sceneggiature di alcuni film (ad esempio "Amore e guai..." di Angelo Dorigo e "Io...Io...Io...e gli altri" di Blasetti) e fu anche autrice di numerosi programmi per la Rai, come due edizioni di "Fantastico", una di "Domenica in" e gran parte dei programmi con protagonista Raffaella Carrà (tra cui "Pronto, Raffaella?"), concludendo la sua carriera nella Tv di Stato non molti anni prima della sua scomparsa, avvenuta il 22 dicembre 2000, esattamente vent'anni fa.

Dubito che il suo nome suggerisca qualcosa ai più, ma sono certo che il suo volto, così "popolare" e genuino, e la sua recitazione spontanea siano rimasti impressi nella mente di chiunque abbia visto almeno uno dei sopracitati film, specialmente "Ladri di biciclette": una "perla" del neorealismo tanto quanto la "sua" Maria, a cui ho voluto rendere omaggio ricordando questa dimenticata "attrice per caso".

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