"NON È MAI TROPPO TARDI": SESSANT'ANNI FA LA DAD DEL MAESTRO MANZI
In questi mesi è stato ed è un argomento ricorrente quello della Didattica a distanza (Dad). Una metodologia d'apprendimento che, come tutte le cose, ha i suoi pro ed i suoi contro ma che senz'altro consente a studenti e docenti la possibilità di proseguire il proprio lavoro anche in momenti drammatici come questo, in cui la pandemia ci impedisce di venire a stretto contatto. Ma la Dad, in condizioni normali, è comunque uno strumento di supporto utilissimo al normale svolgimento delle lezioni in presenza. E forse, per capire quanto possa essere importante, questa ricorrenza capita proprio nel momento più opportuno. Perché proprio sessant'anni fa il nostro Paese sperimentava una Dad ancestrale, tramite uno dei primissimi sistemi di videocomunicazione: la televisione.
Infatti, il 15 novembre 1960 la Rai - Radio Televisione Italiana mandava in onda la prima puntata di una trasmissione destinata non solo a fare la storia della Tv ma anche del nostro Paese: "Non è mai troppo tardi". Un programma finalizzato ad insegnare a leggere e a scrivere agli adulti ancora analfabeti nell'Italia del "Miracolo Economico". A condurlo, un personaggio reso celebre proprio da quel contenitore, il maestro Alberto Manzi. Un uomo eccezionale, un raffinato pedagogo - che oltre al diploma magistrale aveva conseguito ben tre lauree -, che dimostrò di saperci fare non solo con i bambini ma anche con coloro che bambini non lo erano più e che nella loro infanzia non avevano avuto la possibilità di studiare. Il sottotitolo del programma era "corso di istruzione popolare per il recupero dell'adulto analfabeta" e proponeva in diretta Tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria dove Manzi, con un grande blocco da disegno e dei piccoli carboncini, insegnava a scrivere, a costruire frasi di senso compiuto, a coniugare i verbi correttamente, aiutandosi con dei disegni utili per una migliore comprensione. Al di là dello schermo, poco prima di cena - orario scelto proprio per consentire anche a chi lavorava di poter assistere alle lezioni -, c'erano migliaia di nonne e nonni, padri e madri di famiglia, contadini e operai, massaie e casalinghe con il loro quadernetto in mano, affascinati da questo insegnante severo ma dolce allo stesso tempo, in grado di catturare la loro attenzione e fargli capire che non era (e non è) mai "troppo tardi" per "scoprire il mondo", in un'Era televisiva in cui il divertimento ("Carosello" e il varietà) e la cultura (i grandi romanzi sceneggiati) si fondevano insieme piacevolmente. E "Non è mai troppo tardi" , d'altra parte, costituì un importante canale di scolarizzazione "via cavo" che - si stima - consentì a migliaia di persone di conseguire la licenza elementare, aumentando in maniera significativa il tasso di alfabetizzazione nazionale. Un vero esempio di Dad ante litteram, dunque, che durò ben otto anni, fino al maggio del 1968, quando venne interrotto per "obiettivo raggiunto", con massima soddisfazione del Ministero dell'Istruzione, della Rai e del maestro Alberto Manzi, che tornò ai suoi studenti in "carne ed ossa", e tuttavia saltuariamente ricomparve in Tv e in radio per proseguire la sua "missione" di educatore.
Ebbene, credo che a maggior ragione oggi, grazie alle nuove tecnologie - tra tablet, computer e smartphone perennemente connessi col mondo -, sia giusto ricorrere a strumenti di apprendimento alternativi che di certo non sostituiscono le lezioni in presenza (che sono e restano fondamentali, oltre che umanamente necessarie) ma senza dubbio consentono di sopperire, se necessario, alla loro mancanza, rendendo possibile una parallela fruizione della didattica per chi ha sete di conoscenza ma poche possibilità di soddisfarla. Proprio come i nostri padri e i nostri nonni sessant'anni fa, con un foglio di carta e una penna davanti al televisore in cucina, prima di cena. Incantati dalle parole del "maestro d'Italia" e consapevoli che per imparare, allora come oggi, non è mai troppo tardi.
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