MARIO LANDI: ARTE, DIVERTIMENTO E CULTURA TELEVISIVA
Ieri avrebbe compiuto un secolo di vita. Un lasso di tempo che per più della metà del suo percorso si fonde con la storia culturale, cinematografica e televisiva nazionale. Perché Mario Landi, assieme a Daniele D'Anza e Anton Giulio Majano, è stato tra i pionieri della televisione italiana, avendo realizzato alcune delle più belle "pagine" della Rai delle origini, attraverso programmi e preziosi sceneggiati ancora oggi amati e ricordati dal pubblico. Per fare tutto questo, è naturale, ci vuole tanta passione e determinazione. Qualità che Mario Landi possedeva fin dall'adolescenza, trascorsa a Messina (città in cui nacque il 12 ottobre 1920). Lì seguì studi regolari, frequentò la Facoltà di Giurisprudenza, si laureò, ma l'amore per lo spettacolo vinse, portandolo a trasferirsi a Roma, dove si diplomò all'Accademia d'Arte Drammatica.
Iniziò la sua carriera come regista teatrale, mettendo in scena numerose commedie interpretate da nomi illustri come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Gino Cervi e Andreina Pagnani. Si dedicò anche al cinema, come regista ("Canzoni per le strade", "Siamo tutti milanesi", "Giallo a Venezia") e attore ("La risaia", "Urlatori alla sbarra"), lavorò come giornalista, collaborando con riviste letterarie. Il suo nome, però, è legato indissolubilmente ai primissimi anni della Tv di Stato, dove approdò nel 1952. Una "televisione" ancora in itinere (la Rai cominciò le "regolari trasmissioni" nel 1954), ma di cui Mario Landi divenne uno dei principali autori, dopo essersi formato sulla "materia" con uno stage in Inghilterra, a Londra, presso la BBC.
Landi diresse programmi entrati nella storia televisiva, come "Canzonissima '60" condotta dal trio Masiero, Lionello, Tieri , "Un due e tre" (1959) - il varietà condotto da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello - e "Casa Cugat" (1955), condotto da Xavier Cugat e sua moglie Abbe Lane (la cosiddetta "bomba anatomica" che portò in Italia il Cha cha cha). come "Canzonissima '60" condotta dal trio Masiero, Lionello, Tieri ,
Massimo Girotti con Anna Maria Ferrero in "Cime tempestose". |
Ma, soprattutto, diresse numerose pièce teatrali (da Pirandello a Molière), per poi dedicarsi alla riedizione televisiva di opere letterarie, nazionali e non: da "Cime tempestose" (1956) di Emily Brontë, interpretato da Massimo Girotti e Anna Maria Ferrero, a "I racconti del maresciallo" (1968) di Mario Soldati, fino ad arrivare a "Le inchieste del commissario Maigret" (1964-1972), interpretate da uno straordinario Gino Cervi (che porterà anche sul grande schermo con l'unico film della serie, "Maigret a Pigalle", nel 1966).
Gino Cervi ne "Le inchieste del commissario Maigret". |
Sono passati ormai ventotto anni dalla sua scomparsa e già al tempo la "sua" Tv era qualcosa di lontano, quasi un miraggio. Pensare che sono passati cento anni dalla sua nascita e più di sessanta dai suoi storici sceneggiati, provoca tanta nostalgia e fa scendere qualche lacrimuccia a chi quel tempo l'ha vissuto. Ma soprattutto rafforza in me l'orgoglio di aver rinnovato, in volto e opere, il ricordo di Mario Landi e di quella cultura televisiva fatta di arte, divertimento ed eleganza.
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