LAURO GAZZOLO: LA "VOCE" DEL WEST
Il sibilo del vento, il fischio delle sei pallottole di una Colt, il nitrito dei cavalli, il cigolio della porta di un saloon. Sono rumori tipici dei film western, entrati nell'immaginario collettivo come "simboli"
di quel mondo lì, conosciuto qui da noi grazie all'estro di registi come Sergio Leone, Sergio Corbucci e Duccio Tessari. Ma a quei suoni lì ne andrebbe aggiunto un altro. Quello di una voce inconfondibile, divenuta anch'essa
parte della scenografia: la voce di Lauro Gazzolo.
Un doppiatore che è ancora oggi ricordato come il "vecchietto del west", avendo per anni dato "anima" a numerosi personaggi di contorno presenti in pellicole
memorabili di un filone che ebbe un successo formidabile tra gli anni '40 e '60 per poi svanire non molti anni dopo la sua scomparsa, avvenuta il 2 ottobre del 1970.
Ma la sua storia iniziò molto prima, negli anni '20, nella sua Genova (lui nacque a Nervi, il 15 ottobre 1900), quando cominciò a frequentare il palcoscenico, appendendo al chiodo un diploma all'Istituto Nautico
che "naufragò" davanti alla sua passione per la recitazione. Dopo aver lavorato come comprimario in importanti compagnie nazionali, esordì al cinema nel 1938 con "Ai vostri ordini, signora..." di Mario Mattòli.
Magrissimo, dal naso affilato e un po' adunco sotto gli occhietti vispi, divenne un apprezzato caratterista, prendendo parte a numerosissime pellicole e passando con naturalezza dal dramma alla commedia con
risultati strabilianti.
In alto, Lauro Gazzolo con Osvaldo Valenti ne "La cena delle beffe". In basso, con Totò ne "La banda degli onesti". |
Tra i ruoli più noti, quello del Trinca ne "La cena delle beffe" (1942) di Alessandro Blasetti e quello del signor Andrea, il moribondo impiegato della Zecca che rivela al portiere Antonio Bonocore (Totò) di
possedere gli stampi originali e la carta filigranata per stampare le banconote da diecimila lire ne "La banda degli onesti" (1956) di Camillo Mastrocinque.
Ma Gazzolo fu anche molto attivo in radio e in televisione, dove partecipò a numerosi sceneggiati. È stato però il doppiaggio a consacrarlo alla fama nazionale. Dotato di una vocetta stridula, indisponente e "antipatica",
entrò a far parte della Cooperativa Doppiatori Cinematografici (C.D.C.).
"Gianni e Pinotto". Gianni (Bud Abbott), a sinistra, venne sempre doppiato da Gazzolo nell'edizione italiana dei loro film. |
Doppiò star internazionali come Gary Cooper ("La conquista del West"), Spencer Tracy ("Il vecchio e il mare"), Charlie Chaplin ("Monsieur Verdoux"),
caratteristi come Fernandel ( "90... la paura", "Arriva Fra' Cristoforo...", "Psicanalista per signora") e Louis de Funès ("I tartassati"), ma soprattutto Bud Abbott, in arte "Gianni", in tutti i film girati in coppia con Lou Costello, in arte "Pinotto" - doppiato dal grande Carlo Romano. Inoltre, prestò la propria voce a famosissimi personaggi Disney, come il celeberrimo Anacleto, il gufo di Mago Merlino, ne "La spada nella roccia".
Anacleto, tra i più celebri personaggi animati doppiati da Lauro Gazzolo. |
Ma senza dubbio, il suo timbro polemico, quasi strafottente, rimarrà per sempre legato ai "vecchietti" del selvaggio West: tra i più iconici, Walter Brennan e Joseph Egger - quest'ultimo presente nei primi due capitoli della "Trilogia del dollaro"
di Sergio Leone.
I "vecchietti del West". A sinistra, Walter Brennan in "Un dollaro d'onore". A destra, Joseph Egger in "Per un pugno di dollari". |
Un timbro la cui "forza" sonora riecheggia ancora nelle nostre orecchie, a ormai cinquant'anni dalla sua morte e a quasi centoventi dalla sua nascita. Tuttavia, sebbene il doppiaggio fosse una dote di famiglia (anche i suoi figli,
Nando, scomparso nel 2015, e Virginio, seguirono le orme paterne), io ho voluto ricordare Lauro Gazzolo nella sua interezza d'attore, in volto e corpo. Consapevole del fatto che, dopo tutto, la sua "voce" rimarrà per sempre nei cieli del West.
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