"SANDRINA": L'ALTRA "FACCIA" DI RAIMONDO
"Che vita vuota, che vuota vita". La conclusione di ogni giornata accanto a lui, in quel lettone, assorto - almeno nelle intenzioni - nella lettura della "Gazzetta dello Sport", era sempre la medesima: una vita insoddisfacente, oscillante tra un "che barba, che noia" e un "che noia, che barba". Sono parole rimaste impresse nella nostra mente quelle di Sandra Mondaini. Parole condivise per anni da generazioni di mogli alle prese con mariti altrettanto pantofolai e abulici proprio come il "suo" Raimondo.
Perché era sì finzione scenica quel quotidiano siparietto mostrato in "Casa Vianello", ma era anche lo specchio di una vita vissuta "in tandem" per oltre cinquant'anni e conclusasi il 15 aprile 2010, con la scomparsa di Raimondo Vianello. Un'avventura iniziata nel lontano 1958, quando entrambi erano già sulla cresta dell'onda.
Sandra e il suo Raimondo. |
Sandra, infatti, iniziò la sua carriera ancora bambina, nella sua Milano - dove nacque il 1° settembre 1931 - quando faceva da modella per il suo papà, il pittore ed umorista Giacinto Mondaini. Negli anni '40 posò ancora come modella per la rivista "Mani di fata" e per la fabbrica di cappelli "Borsalino". Il suo destino, però, era la recitazione. Nel 1949 debuttò come attrice nella commedia di Marcello Marchesi "Ghe pensi mi", con Tino Scotti e Franca Rame. Tuttavia il vero successo arrivò nel 1955, quando esordì come soubrette nella rivista, con la compagnia di Macario. Graziosa, raffinata e di una comicità irresistibile, Sandra Mondaini emerse immediatamente come un'attrice capace e brillante.
Sandra Mondaini con Erminio Macario. |
Solo tre anni dopo, proprio nella rivista, conobbe Raimondo Vianello, e da allora - fu lei a dirlo - per lei cominciò la sua vita vera, coronata da un matrimonio (civile) nel 1962 e da una carriera sfavillante, che li vide protagonisti assoluti prima in teatro (irresistibili accanto a Gino Bramieri) poi al cinema e alla televisione. Da allora, si può dire, Sandra e Raimondo divennero per tutti "Sandra e Raimondo": un incastro perfetto, fatto di una comicità mai sopra le righe, di raffinatezza, eleganza, della sua verve e delle smorfie di lui. Non c'è poi molta differenza fra le tante gustosissime commedie cinematografiche ("Caccia al marito", "La donna degli altri è sempre più bella", "Le motorizzate") e le loro partecipazioni televisive. Il tema centrale era sempre lo stesso: la vita di coppia, i continui litigi, i tentativi di "cornificazione" di lui (falliti perennemente) e la voglia di evasione da una vita monotona e piatta di lei.
Tematiche al centro dei numerosi sketch messi in scena in trasmissioni come "Tante scuse" (1974), "Di nuovo tante scuse" (1975-1976) e "Noi...no!" (1977). Ma Sandra Mondaini diede anche prova delle sue doti artistiche da sola: condusse "Canzonissima '61", partecipò ad alcuni sceneggiati Tv, a "Studio Uno" con Mina, e a "Domenica In" '79, la terza ed ultima condotta da Corrado, dove presentò per la prima volta il personaggio di Sbirulino, il goffo clown divenuto l'idolo di grandi e piccoli e portato anche sul grande schermo, nel 1982.
Sandrina Mondaini nei panni di "Sbirulino". |
Ma, come nella vita, anche in scena Sandra dimostrò sempre il massimo solo e soltanto accanto a Raimondo, come del resto anche lui. Ciò emerse soprattutto nella seconda parte della loro carriera, una sorta di "rinascita" segnata da numerosi programmi come "Attenti a quei due" (1982-1984) e "Zig Zag" (1984-1986), e dalla sopracitata sit-com "Casa Vianello", correlata di spin-off come "I misteri di Cascina Vianello" (1997-1998) e il film tv "Crociera Vianello", la loro ultima apparizione televisiva.
Sandra e Raimondo in "Casa Vianello". |
Era il 2008 ed erano entrambi già malati e molto provati fisicamente. Due anni dopo, ad aprile, Raimondo volò via, lasciando Sandra da sola, disperata su quella sedia a rotelle su cui, aggrappata come ad un' ultima speranza, gridava il suo nome durante i funerali. Ai battibecchi, alle punzecchiature, ai "dispettucci" pieni d'amore, si sostituirono lacrime e solitudine. La sua vita, per la prima volta, "vuota" lo era per davvero. E ancora oggi, a dieci anni di distanza da quel 21 settembre - appena cinque mesi dopo la scomparsa di Raimondo -, a nessuno sembra così strano che Sandra decise di andar via così, lasciandosi spegnere piano piano, come una fiammella che aveva ormai perduto l'ossigeno che la teneva in vita. Allo stesso modo, però, sono sicuro anche che in quell'Oltre dove si trovano adesso, la loro via sia ricominciata come sempre: tra finta noia e insoddisfazione e veri sentimenti. Gli stessi che provo io quest'oggi, nel ricordare l'altra "faccia" di Raimondo, quella più esuberante e ironica, che abbiamo amato quasi quanto lui: quella della sua amata ed indimenticabile "Sandrina".
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