SERGIO FANTONI, L'ELEGANZA FATTA "ARTE"
Se ne è andato all'improvviso, quasi in silenzio, circa quattro mesi fa. Talmente in silenzio che tra mille bollettini, avvisi, opinioni e comunicati sull'epidemia da Covid non me ne sono neanche accorto, scoprendolo circa un mese dopo, con grande rammarico.
Meritava qualche parola di commiato qui sul mio blog. La meritava la sua gentile persona e la sua professionalità. La meritava la sua arte, così versatile da permettergli di passare dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione con naturalezza. Un' arte respirata a pieni polmoni fin dai vagiti dell'infanzia, trascorsa nella sua Roma - città in cui nacque il 7 agosto 1930. Suo padre, Cesare Fantoni, era un grande attore di teatro, così come la madre, Afra Arrigoni. La sua famiglia, in realtà, desiderava che lui facesse un lavoro "normale", magari l' ingegnere o l'architetto.
Il richiamo del sangue, però, si fece sentire ben presto. Frequentando alcuni teatri sperimentali, capì quale fosse la sua strada, ovvero il palcoscenico, non abbandonando mai la scena fino alla fine.
Nel corso della sua lunghissima carriera, che va dal 1948 al nuovo Millennio, Sergio Fantoni affrontò un repertorio vastissimo che va da Euripide a Shakespeare, da Goldoni a Checov, da Pirandello a Molière, sotto la direzione dei più grandi registi, come Luchino Visconti, Giorgio De Lullo e Giorgio Strehler. Alla fine degli anni '60, poi, fondò Gli Associati, la prima cooperativa teatrale italiana, insieme alla moglie Valentina Fortunato e a Luca Ronconi.
Sergio Fantoni nella "Medea" di Euripide (1953), regia di Luchino Visconti.
Ma, come detto, Sergio Fantoni ebbe parallelamente anche una considerevole carriera in radio, fin dagli anni '40, e al cinema, che però non gli diede mai grande visibilità. Tuttavia, partecipò a numerose pellicole dei generi più diversi - dall'epico alla commedia sexy anni '70 -, passando per film importanti diretti da Visconti ("Senso"), Francesco Maselli (I delfini), Renato Castellani ("Nella città l'inferno"), Roberto Rossellini ("Era notte a Roma", "Viva l'Italia") e Giuliano Montaldo ("Tiro al piccione", "Sacco e Vanzetti").
Senza dimenticare la breve parentesi ad Hollywood (1963-1966), sotto la direzione di registi come Mark Robson ("Intrigo a Stoccolma", "Il colonnello Von Ryan") e Blake Edwards ("Papà, ma che cosa hai fatto in guerra?").
Dotato di un timbro caratteristico e profondo, Fantoni si dedicò anche al doppiaggio cinematografico, prima con la O.D.I. poi con la C.D.C., prestando la propria voce a celebri attori italiani (come Maurizio Arena in "Poveri ma belli") e stranieri (come Marlon Brando in "Apocalypse Now").
Fantoni nei panni di Giuseppe Verdi nell'omonimo sceneggiato.
La sua popolarità, tuttavia, rimase legata al piccolo schermo. Sergio Fantoni, col suo fascino e il suo carisma, prese parte alla gloriosa stagione degli sceneggiati Rai: a partire da "Ottocento" (1961) di Anton Giulio Majano, accanto a Lea Padovani e Virna Lisi, passando per "Giuseppe Verdi" (1963) di Mario Ferrero, nei panni del celebre musicista, con Valeria Valeri e Nora Ricci, fino ad arrivare ad "Anna Karenina" (1974) di Sandro Bolchi, con Lea Massari e Giancarlo Sbragia.
La sua attività televisiva proseguì ancora negli anni '80 e '90, partecipando a miniserie televisive, sempre per la Rai, come "Delitto di stato" (1982) (dove destò scandalo il suo nudo integrale, il primo nella storia televisiva italiana), la seconda stagione de "La piovra" (1986) e il film Tv "La coscienza di Zeno" (1989), ancora diretto da Bolchi.
Sergio Fantoni con Lino Capolicchio in "Fine secolo".
La sua ultima apparizione televisiva fu nella miniserie "Fine secolo", nel 1999, accanto a Lino Capolicchio, Arnoldo Foà e Fabrizio Contri. Due anni prima, a causa di una operazione alla laringe, Sergio Fantoni ebbe dei problemi vocali, e decise così di abbandonare la recitazione e dedicarsi totalmente al teatro in veste di regista e direttore artistico.
Sergio Fantoni e Fioravante Cozzaglio al Carcano di Milano (2016).
Dal 2012 dirigeva il Teatro Carcano di Milano, insieme a Fioravante Cozzaglio. E proprio lì, a Milano, se ne è andato via lo scorso 17 aprile, in punta di piedi, con quell'eleganza che lo ha sempre contraddistinto.
Mi dispiace non poter scrivere questo articolo con lui ancora in vita, celebrando con gioia i suoi novant'anni. Tuttavia, si sa, gli artisti non muoiono mai, e questo ci consola. Come ci consola sapere che non moriranno mai le sue magistrali interpretazioni, molte delle quali è possibile rivedere ancora oggi. Il modo migliore, forse, per ricordare l'arte di questo indimenticabile attore italiano.
Se ne è andato all'improvviso, quasi in silenzio, circa quattro mesi fa. Talmente in silenzio che tra mille bollettini, avvisi, opinioni e comunicati sull'epidemia da Covid non me ne sono neanche accorto, scoprendolo circa un mese dopo, con grande rammarico.
Meritava qualche parola di commiato qui sul mio blog. La meritava la sua gentile persona e la sua professionalità. La meritava la sua arte, così versatile da permettergli di passare dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione con naturalezza. Un' arte respirata a pieni polmoni fin dai vagiti dell'infanzia, trascorsa nella sua Roma - città in cui nacque il 7 agosto 1930. Suo padre, Cesare Fantoni, era un grande attore di teatro, così come la madre, Afra Arrigoni. La sua famiglia, in realtà, desiderava che lui facesse un lavoro "normale", magari l' ingegnere o l'architetto.
Il richiamo del sangue, però, si fece sentire ben presto. Frequentando alcuni teatri sperimentali, capì quale fosse la sua strada, ovvero il palcoscenico, non abbandonando mai la scena fino alla fine.
Nel corso della sua lunghissima carriera, che va dal 1948 al nuovo Millennio, Sergio Fantoni affrontò un repertorio vastissimo che va da Euripide a Shakespeare, da Goldoni a Checov, da Pirandello a Molière, sotto la direzione dei più grandi registi, come Luchino Visconti, Giorgio De Lullo e Giorgio Strehler. Alla fine degli anni '60, poi, fondò Gli Associati, la prima cooperativa teatrale italiana, insieme alla moglie Valentina Fortunato e a Luca Ronconi.
Sergio Fantoni nella "Medea" di Euripide (1953), regia di Luchino Visconti.
Ma, come detto, Sergio Fantoni ebbe parallelamente anche una considerevole carriera in radio, fin dagli anni '40, e al cinema, che però non gli diede mai grande visibilità. Tuttavia, partecipò a numerose pellicole dei generi più diversi - dall'epico alla commedia sexy anni '70 -, passando per film importanti diretti da Visconti ("Senso"), Francesco Maselli (I delfini), Renato Castellani ("Nella città l'inferno"), Roberto Rossellini ("Era notte a Roma", "Viva l'Italia") e Giuliano Montaldo ("Tiro al piccione", "Sacco e Vanzetti").
Senza dimenticare la breve parentesi ad Hollywood (1963-1966), sotto la direzione di registi come Mark Robson ("Intrigo a Stoccolma", "Il colonnello Von Ryan") e Blake Edwards ("Papà, ma che cosa hai fatto in guerra?").
In alto, Sergio Fantoni con Claudia Cardinale ne "I delfini".
In basso, con Frank Sinatra ne "Il colonnello Von Ryan".
Dotato di un timbro caratteristico e profondo, Fantoni si dedicò anche al doppiaggio cinematografico, prima con la O.D.I. poi con la C.D.C., prestando la propria voce a celebri attori italiani (come Maurizio Arena in "Poveri ma belli") e stranieri (come Marlon Brando in "Apocalypse Now").
Fantoni nei panni di Giuseppe Verdi nell'omonimo sceneggiato.
La sua popolarità, tuttavia, rimase legata al piccolo schermo. Sergio Fantoni, col suo fascino e il suo carisma, prese parte alla gloriosa stagione degli sceneggiati Rai: a partire da "Ottocento" (1961) di Anton Giulio Majano, accanto a Lea Padovani e Virna Lisi, passando per "Giuseppe Verdi" (1963) di Mario Ferrero, nei panni del celebre musicista, con Valeria Valeri e Nora Ricci, fino ad arrivare ad "Anna Karenina" (1974) di Sandro Bolchi, con Lea Massari e Giancarlo Sbragia.
In alto, Sergio Fantoni con Lea Padovani in "Ottocento".
In basso, con Valeria Ciangottini in "Anna Karenina".
La sua attività televisiva proseguì ancora negli anni '80 e '90, partecipando a miniserie televisive, sempre per la Rai, come "Delitto di stato" (1982) (dove destò scandalo il suo nudo integrale, il primo nella storia televisiva italiana), la seconda stagione de "La piovra" (1986) e il film Tv "La coscienza di Zeno" (1989), ancora diretto da Bolchi.
Sergio Fantoni con Lino Capolicchio in "Fine secolo".
La sua ultima apparizione televisiva fu nella miniserie "Fine secolo", nel 1999, accanto a Lino Capolicchio, Arnoldo Foà e Fabrizio Contri. Due anni prima, a causa di una operazione alla laringe, Sergio Fantoni ebbe dei problemi vocali, e decise così di abbandonare la recitazione e dedicarsi totalmente al teatro in veste di regista e direttore artistico.
Sergio Fantoni e Fioravante Cozzaglio al Carcano di Milano (2016).
Dal 2012 dirigeva il Teatro Carcano di Milano, insieme a Fioravante Cozzaglio. E proprio lì, a Milano, se ne è andato via lo scorso 17 aprile, in punta di piedi, con quell'eleganza che lo ha sempre contraddistinto.
Mi dispiace non poter scrivere questo articolo con lui ancora in vita, celebrando con gioia i suoi novant'anni. Tuttavia, si sa, gli artisti non muoiono mai, e questo ci consola. Come ci consola sapere che non moriranno mai le sue magistrali interpretazioni, molte delle quali è possibile rivedere ancora oggi. Il modo migliore, forse, per ricordare l'arte di questo indimenticabile attore italiano.
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