GIULIANA LOJODICE, OTTANT'ANNI DI "PASSIONE"
"Quanto ti ho amato e quanto t'amo non lo sai". Lui lo sapeva bene invece, esattamente come noi. Era a "Domenica in", nel 1997, quando Giuliana Lojodice dedicò questa canzone al suo grande amore, Aroldo Tieri: un vero "signore" dello spettacolo con il quale ha condiviso la scena per quasi quarant'anni, la metà della sua vita. Difatti questa donna passionale, determinata, forte, compie oggi ottant'anni e la sua grande voglia d'amare è ancora viva nei suoi grandi occhi chiari.
Dicevo, noi sappiamo bene quanto "amore" c'è stato tra lei ed Aroldo. Una passione grande, messa in luce anche sulle tavole del palcoscenico, dando vita ad una compagnia teatrale (la Tieri-Lojodice) che è stata tra le più attive in Italia nel secondo Novecento.
La sua vicenda artistica, però, comincia molti anni prima, a Roma, dove si trasferisce da Bari - città in cui è nata il 12 agosto 1940. Insieme alla sorella Leda, si iscrive all'accademia di danza e qui viene notata dal regista Valerio Zurlini, che le fa un provino per un film poi mai realizzato. Il contatto con quel mondo così estroverso e così "promettente", segna però la sua vita: difatti, mentre la sorella prosegue con la danza diventando una nota étoile, Giuliana capisce che la sua strada è il cinema. Una nuova occasione le si presenta subito, quando nel 1954 è Luchino Visconti a farla debuttare ne "Il crogiuolo" di Artur Miller. Decide così di abbandonare il liceo e non ancora maggiorenne si iscrive all'Accademia d'arte drammatica, salvo lasciarla quando debutta ufficialmente nel mondo del teatro diretta da Giancarlo Sbragia in "Ricorda con rabbia" di John Osborne.
Da lì la sua carriera prende il volo, vedendola dividersi tra teatro, cinema ma soprattutto televisione.
È infatti il piccolo schermo a regalarle la popolarità. Partecipa a numerosi opere teatrali e sceneggiati della Rai ("Una tragedia americana", "Oblomov", "L'affare Kubinsky") e conduce anche la quattordicesima edizione del Festival di Sanremo affiancando Mike Bongiorno.
Giuliana Lojodice con Aroldo Tieri.
Al cinema, invece, la sua presenza è meno significativa, anche se ha avuto modo di prendere parte anche a pellicole importanti, come "La dolce vita" (1960) di Fellini e, in tempi più recenti, "La vita è bella" (1997) di Roberto Benigni.
La sua vita, però, è il teatro, ancor di più dalla metà degli anni '60, quando conosce Aroldo Tieri.
Lui è già un attore affermato, reduce da successi al cinema (memorabile quale "spalla", soprattutto nei film di Totò), in teatro e alla televisione. Lei invece è reduce dal musical siglato G&G, "Ciao Rudy", con uno straordinario Marcello Mastroianni protagonista nel ruolo di Rodolfo Valentino.
In realtà, il loro primo incontro avviene in Rai già nel 1960, ma è sei anni dopo, in occasione della rappresentazione de "L'Antigone" al Teatro Greco di Siracusa, che tra Giuliana e Aroldo scocca la scintilla. Ventitré anni di differenza (lui 49 anni, lei 26) compensati dalla medesima passione che portò la Lojodice a far capitolare uno "scapolo d'oro" dello spettacolo.
La loro relazione, all'inizio, è burrascosa. Lei è sposata con l'attore e produttore Mario Chiocchio e ha due figli: Sabrina e Davide. Il marito non vuole concedergli la separazione, ma alla fine - a patto di tenere con sé i figli - cede, tanto è vero che lei, anni dopo, è tra le prime donne ad ottenere il divorzio appena introdotto in Italia. Così, dividendosi tra i figli (compra un appartamento vicino al loro, per stargli vicina) e l'amore per Tieri, Giuliana Lojodice prosegue la sua carriera.
Infatti, la loro unione sentimentale (coronata dalle nozze civili nel 1989) dà vita anche ad uno straordinario sodalizio artistico durato quattro decenni.
Da sinistra, Aroldo Tieri, Giuliana Lojodice e Carlo Hinterman ne "L'uomo la bestia e la virtù".
Il loro amore, sincero, profondo e appassionato, emerge anche dalle loro performance artistiche, molte delle quali entrate nella storia: "Un marito" di Svevo, "Il giuoco della parti" e "L'uomo, la bestia e la virtù" di Pirandello, "Il Misantropo" di Molière.
La loro complicità sulla scena termina nel 1999, quando Aroldo, raggiunti ormai gli ottant'anni, decide di ritirarsi.
Giuliana Lojodice in "Vapore" .
La sua "fiamma" artistica di Giuliana, però, continua a brillare ancora, anche dopo la morte del marito (avvenuta nel 2006). Infatti, il suo ritiro dalle scene risale a soli cinque anni fa. L'ultimo dono al suo pubblico è stato "Vapore", per la regia di Oliviero Corbetta, dall'omonimo romanzo di Marco Lodoli: la storia di una donna innamorata, proprio come lo è stata lei. Perché, dicevo all'inizio, noi lo sappiamo. Sappiamo quanto Giuliana Lojodice e Aroldo Tieri si siano amati. Lo sappiamo dai loro sguardi innamorati, dalla loro simbiosi scenica e dalla passione che hanno trasmesso al pubblico.
Ebbene, proprio con la medesima "passione", auguro un buon compleanno a questa gloriosa interprete dello spettacolo italiano.
"Quanto ti ho amato e quanto t'amo non lo sai". Lui lo sapeva bene invece, esattamente come noi. Era a "Domenica in", nel 1997, quando Giuliana Lojodice dedicò questa canzone al suo grande amore, Aroldo Tieri: un vero "signore" dello spettacolo con il quale ha condiviso la scena per quasi quarant'anni, la metà della sua vita. Difatti questa donna passionale, determinata, forte, compie oggi ottant'anni e la sua grande voglia d'amare è ancora viva nei suoi grandi occhi chiari.
Dicevo, noi sappiamo bene quanto "amore" c'è stato tra lei ed Aroldo. Una passione grande, messa in luce anche sulle tavole del palcoscenico, dando vita ad una compagnia teatrale (la Tieri-Lojodice) che è stata tra le più attive in Italia nel secondo Novecento.
La sua vicenda artistica, però, comincia molti anni prima, a Roma, dove si trasferisce da Bari - città in cui è nata il 12 agosto 1940. Insieme alla sorella Leda, si iscrive all'accademia di danza e qui viene notata dal regista Valerio Zurlini, che le fa un provino per un film poi mai realizzato. Il contatto con quel mondo così estroverso e così "promettente", segna però la sua vita: difatti, mentre la sorella prosegue con la danza diventando una nota étoile, Giuliana capisce che la sua strada è il cinema. Una nuova occasione le si presenta subito, quando nel 1954 è Luchino Visconti a farla debuttare ne "Il crogiuolo" di Artur Miller. Decide così di abbandonare il liceo e non ancora maggiorenne si iscrive all'Accademia d'arte drammatica, salvo lasciarla quando debutta ufficialmente nel mondo del teatro diretta da Giancarlo Sbragia in "Ricorda con rabbia" di John Osborne.
Da lì la sua carriera prende il volo, vedendola dividersi tra teatro, cinema ma soprattutto televisione.
È infatti il piccolo schermo a regalarle la popolarità. Partecipa a numerosi opere teatrali e sceneggiati della Rai ("Una tragedia americana", "Oblomov", "L'affare Kubinsky") e conduce anche la quattordicesima edizione del Festival di Sanremo affiancando Mike Bongiorno.
Giuliana Lojodice con Aroldo Tieri.
Al cinema, invece, la sua presenza è meno significativa, anche se ha avuto modo di prendere parte anche a pellicole importanti, come "La dolce vita" (1960) di Fellini e, in tempi più recenti, "La vita è bella" (1997) di Roberto Benigni.
La sua vita, però, è il teatro, ancor di più dalla metà degli anni '60, quando conosce Aroldo Tieri.
Lui è già un attore affermato, reduce da successi al cinema (memorabile quale "spalla", soprattutto nei film di Totò), in teatro e alla televisione. Lei invece è reduce dal musical siglato G&G, "Ciao Rudy", con uno straordinario Marcello Mastroianni protagonista nel ruolo di Rodolfo Valentino.
In realtà, il loro primo incontro avviene in Rai già nel 1960, ma è sei anni dopo, in occasione della rappresentazione de "L'Antigone" al Teatro Greco di Siracusa, che tra Giuliana e Aroldo scocca la scintilla. Ventitré anni di differenza (lui 49 anni, lei 26) compensati dalla medesima passione che portò la Lojodice a far capitolare uno "scapolo d'oro" dello spettacolo.
La loro relazione, all'inizio, è burrascosa. Lei è sposata con l'attore e produttore Mario Chiocchio e ha due figli: Sabrina e Davide. Il marito non vuole concedergli la separazione, ma alla fine - a patto di tenere con sé i figli - cede, tanto è vero che lei, anni dopo, è tra le prime donne ad ottenere il divorzio appena introdotto in Italia. Così, dividendosi tra i figli (compra un appartamento vicino al loro, per stargli vicina) e l'amore per Tieri, Giuliana Lojodice prosegue la sua carriera.
Infatti, la loro unione sentimentale (coronata dalle nozze civili nel 1989) dà vita anche ad uno straordinario sodalizio artistico durato quattro decenni.
Da sinistra, Aroldo Tieri, Giuliana Lojodice e Carlo Hinterman ne "L'uomo la bestia e la virtù".
Il loro amore, sincero, profondo e appassionato, emerge anche dalle loro performance artistiche, molte delle quali entrate nella storia: "Un marito" di Svevo, "Il giuoco della parti" e "L'uomo, la bestia e la virtù" di Pirandello, "Il Misantropo" di Molière.
La loro complicità sulla scena termina nel 1999, quando Aroldo, raggiunti ormai gli ottant'anni, decide di ritirarsi.
Giuliana Lojodice in "Vapore" .
La sua "fiamma" artistica di Giuliana, però, continua a brillare ancora, anche dopo la morte del marito (avvenuta nel 2006). Infatti, il suo ritiro dalle scene risale a soli cinque anni fa. L'ultimo dono al suo pubblico è stato "Vapore", per la regia di Oliviero Corbetta, dall'omonimo romanzo di Marco Lodoli: la storia di una donna innamorata, proprio come lo è stata lei. Perché, dicevo all'inizio, noi lo sappiamo. Sappiamo quanto Giuliana Lojodice e Aroldo Tieri si siano amati. Lo sappiamo dai loro sguardi innamorati, dalla loro simbiosi scenica e dalla passione che hanno trasmesso al pubblico.
Ebbene, proprio con la medesima "passione", auguro un buon compleanno a questa gloriosa interprete dello spettacolo italiano.
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