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  FRANCA VALERI 100: L' "EFFIGE" DELLO SPETTACOLO ITALIANO

La sua presenza - sebbene ormai da qualche anno lontana dai riflettori - è qualcosa di misterioso, quasi "fuori posto" nell'epoca odierna. Franca Valeri ha appena raggiunto il secolo di vita
 valicando con lucidità, eleganza e ironia il nuovo Millennio inaugurato da ormai vent'anni. La sua figura, però, sembra stonare con le direttive dell'era moderna, essendo indissolubilmente legata ad un "mondo" che non esiste più: quello del teatro, del varietà televisivo del sabato sera, del cinema ironico-riflessivo.



La "sciura" Franca Maria Norsa (per l'anagrafe), come la chiamerebbero nella sua "Milàn" - dove è nata il 31 luglio 1920 -, ha vissuto tutto questo, anzi di più: è stata tra le artefici di un universo davvero "spettacolare" in cui si sapeva far ridere senza essere volgari, in cui era possibile regalare momenti di grande comicità con battute intelligenti ed acute, ma mai sopra le righe, in cui anche l'eleganza aveva il suo perché. Franca Valeri si accosta al cinema alla fine degli anni '40, dopo aver sofferto la guerra e le leggi razziali che colpirono la sua famiglia (suo padre era un ingegnere di religione ebraica). 




                                                Il "Teatro dei Gobbi". Da sinistra, Alberto Bonucci, Franca Valeri e Vittorio Caprioli.


Esordisce sul palcoscenico prima con i suoi caratteristici monologhi (diventati poi un classico anche della televisione e della radio), poi con la compagnia "Il Teatro dei Gobbi", costituita con Alberto Bonucci (a cui subentrò poi Luciano Salce) e Vittorio Caprioli - che fu anche suo marito -, portando in scena i "Carnet de notes", rappresentazioni prive di scenografia e costumi, basate essenzialmente su mimica e battute pungenti con cui ottennero gran successo a Parigi, oltre che in Italia.



In alto, Franca Valeri con Sophia Loren e Raf Vallone ne "Il segno di Venere"(1955), regia di Dino Risi.
In basso, con Alberto Sordi ne "Il vedovo" (1959), regia di Dino Risi.




Nello stesso periodo, Franca Valeri fa anche la sua comparsa sul grande schermo, comparendo in numerose pellicole dagli anni '50 fino alla prima metà degli anni '60. Con la sua vivacità e la sua lingua sciolta, dà vita alle più disparate figure femminili: la donna "milanese", indipendente e lavoratrice, ma poco avvenente in cerca dell'amore vero ("Il segno di Venere"), la svampita ex prostituta di una "gloriosa" casa di tolleranza del centro di Roma ("Arrangiatevi!"), la temibile e spregiudicata donna d'affari costretta a mantenere un marito fanfarone e combina guai (Alberto Sordi), detto "cretinetti", che tenta perfino di ucciderla ("Il vedovo"), oppure la senatrice democristiana e femminista insidiata da un belloccio nullafacente (Franco Fabrizi) pagato dai suoi compagni di partito per screditarla  e farle perdere le elezioni ("Gli onorevoli").



                     In alto, Franca Valeri con Peppino De Filippo (a sinistra) e Vittorio Caprioli in Arrangiatevi!" (1959), regia di Mauro Bolognini.
                             In basso, con Franco Fabrizi ne "Gli onorevoli" (1963), regia di Sergio Corbucci.




Ma Franca Valeri ha anche grande successo sul piccolo schermo. Personaggi come quello della romana  "Signora Cecioni", oppure quello della milanese "Signorina snob", hanno fatto la fortuna del varietà televisivo anni '60. A partire dal decennio successivo, la sua carriera si è concentrata quasi esclusivamente sul palcoscenico, dove negli anni '80 porta in scena anche opere di genere lirico (come "Il Barbiere di Siviglia"), sua grande passione, da lei stessa dirette. Proprio per via di questa sua grande amore per la musica, insieme al direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi - suo secondo compagno di vita, deceduto nel 1995 -, istituisce anche un premio per cantanti lirici intitolato al baritono Mattia Battistini.


                                                                                       Franca Valeri nei panni della "Signora Cecioni".


Franca Valeri, però, dotata di grande versatilità e spirito di innovazione, sa anche adeguarsi ai tempi, tornando in televisione negli anni '90 in sit-com e fiction televisive che le consentono di mettersi in luce agli occhi delle nuove generazioni. Sulle reti Mediaset la troviamo nei panni di Norma, la governante di Felice Malinverni (Gino Bramieri) in "Norma e Felice" (spin-off della più famosa sit-com "Nonno Felice"), oppure in quelli della bidella Elvira nelle due stagioni di "Caro Maestro", accanto a Marco Columbro e Sandra Mondaini. Per la Rai, invece, veste i panni di Olga - anziana e raffinata signora snob con la passione per il gioco d'azzardo - in "Linda, il brigadiere e...", accanto a Nino Manfredi.


                                                                      Franca Valeri con Gino Bramieri in "Norma e Felice".


Col nuovo Millennio, come già detto, Franca Valeri continua ancora a lavorare fermandosi soltanto pochi anni fa. Fino al 2014 ha calcato le scene, esibendosi ancora in opere da lei stessa scritte, come "Parliamone" e "La vedova Socrate". Ma è apparsa anche in numerose trasmissioni televisive in qualità di ospite illustre: con una voce un po' tremante, ma dotata della sua immancabile verve.



                                                                                             Franca Valeri a teatro ne "La vedova Socrate".

Nonostante l'età e le sue condizioni fisiche - da qualche anno vive su una sedia a rotelle -, il suo humor e la sua lucidità sono quelli di sempre. Dopo ben venti lustri, Franca Valeri è ancora la donna tenace ed ironica che abbiamo sempre amato, sebbene se ne stia oramai rintanata nella sua casa di Trevignano Romano, alle porte di Roma.
 Oggi festeggia lì questo importante traguardo, con la sua figlia adottiva - la soprano Stefania Bonfadelli - e la figlia di lei, i suoi cani, i suoi gatti e pochi amici.
I suoi "tanti" amici, io in primis, invece, grandi estimatori di questa illustre "effige" dello spettacolo italiano, restiamo lontani da lei col corpo ma vicini col cuore, facendole i nostri più sinceri auguri di buon compleanno.

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