BUON COMPLEANNO, MINA!
Da ben quarantadue anni non appare più dal vivo, davanti al suo pubblico, ma la sua voce, quella, ha continuato a farci compagnia in tutti questi anni. Mina: quattro lettere che sintetizzano una delle più belle voci italiane di sempre ed una carriera che ha superato il mezzo secolo. Da "Urlatrice" nell'Italia melodica degli anni '50 a "Tigre" della musica leggera fino a regina del varietà televisivo negli anni '60 e '70.
I primi acuti comincia a farli nella sua casa di Cremona - anche se è nata a Busto Arsizio, il 25 marzo 1940. Sua nonna Amalia, cantante lirica - che le trasmette la passione per la musica -, la spinge a suonare il pianoforte, ma dietro uno strumento non ci si vede proprio. Anche perché, uno strumento ce l'ha già: la voce. Duttile, dalle tonalità alte, angeliche, in grado di regalare momenti di pura poesia. Il primo debutto avviene nel 1958, alla "Bussola" di Viareggio, spinta da alcuni amici. Da lì, comincia tutto: nel giro di pochi anni Mina Anna Maria Mazzini diventa Mina, quella che noi conosciamo. Quella di "Nessuno", il suo primo successo, "Le mille bolle blu" - la sua prima ed unica partecipazione al Festival di Sanremo -, "Città vuota", "Se telefonando", "Grande, grande, grande", ma anche brani di altri autori da lei resi ancora più indimenticabili, come "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli - da lei inciso per la prima volta - oppure "La canzone di Marinella" di De André e tanti altri successi. Ma Mina è stata anche la regina della Tv in bianco e nero: da "Studio Uno" a "Sabato sera", da "Teatro 10" a "Milleluci", la sua ultima trasmissione. Anche se, la sua ultima apparizione televisiva, è nell'estate del 1978, nella trasmissione "Mille e una luce", in cui esegue la sigla finale "Ancora, ancora, ancora", un altro indimenticabile brano. Poco tempo dopo, il 23 agosto, il suo ultimo concerto pubblico. Da allora, il suo volto dagli occhi grandi, le sue pettinature sempre al passo coi tempi e la sua gestualità, li ha tenuti per sé e per la sua sala di registrazione, quella della PDU, la sua casa discografica, fondata col padre nel 1967 a Lugano, in Svizzera - dove tutt'oggi vive.
Da lì, Mina ha continuato a fare musica, incidendo brani, pubblicando dischi. La sua voce è l'unica cosa che non ci ha mai negato. E credo che per descrivere Mina, più di tante parole, basti semplicemente prendere un Ipod, un lettore musicale, uno stereo a cassette o anche un giradischi.
Pigiare il tasto play o poggiare la puntina sul disco e lasciare che la sua voce si diffonda nell'aria salendo su e squarciando il cielo. Ci accorgeremo presto, facendo il pari e dispari tra classici successi del passato e nuovi brani, che la sua voce - ancora oggi, ad ottant'anni - è sempre la stessa: "disumana" e celestiale. Come fare un sogno ad occhi chiusi ma a cuore aperto, pronto ad emozionarsi ad ogni singola nota. E noi ci auguriamo davvero che questo sogno possa non finire mai. Buon compleanno, Mina!
Da ben quarantadue anni non appare più dal vivo, davanti al suo pubblico, ma la sua voce, quella, ha continuato a farci compagnia in tutti questi anni. Mina: quattro lettere che sintetizzano una delle più belle voci italiane di sempre ed una carriera che ha superato il mezzo secolo. Da "Urlatrice" nell'Italia melodica degli anni '50 a "Tigre" della musica leggera fino a regina del varietà televisivo negli anni '60 e '70.
I primi acuti comincia a farli nella sua casa di Cremona - anche se è nata a Busto Arsizio, il 25 marzo 1940. Sua nonna Amalia, cantante lirica - che le trasmette la passione per la musica -, la spinge a suonare il pianoforte, ma dietro uno strumento non ci si vede proprio. Anche perché, uno strumento ce l'ha già: la voce. Duttile, dalle tonalità alte, angeliche, in grado di regalare momenti di pura poesia. Il primo debutto avviene nel 1958, alla "Bussola" di Viareggio, spinta da alcuni amici. Da lì, comincia tutto: nel giro di pochi anni Mina Anna Maria Mazzini diventa Mina, quella che noi conosciamo. Quella di "Nessuno", il suo primo successo, "Le mille bolle blu" - la sua prima ed unica partecipazione al Festival di Sanremo -, "Città vuota", "Se telefonando", "Grande, grande, grande", ma anche brani di altri autori da lei resi ancora più indimenticabili, come "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli - da lei inciso per la prima volta - oppure "La canzone di Marinella" di De André e tanti altri successi. Ma Mina è stata anche la regina della Tv in bianco e nero: da "Studio Uno" a "Sabato sera", da "Teatro 10" a "Milleluci", la sua ultima trasmissione. Anche se, la sua ultima apparizione televisiva, è nell'estate del 1978, nella trasmissione "Mille e una luce", in cui esegue la sigla finale "Ancora, ancora, ancora", un altro indimenticabile brano. Poco tempo dopo, il 23 agosto, il suo ultimo concerto pubblico. Da allora, il suo volto dagli occhi grandi, le sue pettinature sempre al passo coi tempi e la sua gestualità, li ha tenuti per sé e per la sua sala di registrazione, quella della PDU, la sua casa discografica, fondata col padre nel 1967 a Lugano, in Svizzera - dove tutt'oggi vive.
Da lì, Mina ha continuato a fare musica, incidendo brani, pubblicando dischi. La sua voce è l'unica cosa che non ci ha mai negato. E credo che per descrivere Mina, più di tante parole, basti semplicemente prendere un Ipod, un lettore musicale, uno stereo a cassette o anche un giradischi.
Pigiare il tasto play o poggiare la puntina sul disco e lasciare che la sua voce si diffonda nell'aria salendo su e squarciando il cielo. Ci accorgeremo presto, facendo il pari e dispari tra classici successi del passato e nuovi brani, che la sua voce - ancora oggi, ad ottant'anni - è sempre la stessa: "disumana" e celestiale. Come fare un sogno ad occhi chiusi ma a cuore aperto, pronto ad emozionarsi ad ogni singola nota. E noi ci auguriamo davvero che questo sogno possa non finire mai. Buon compleanno, Mina!
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