MARIO MATTOLI: IL PIU' BEL CINEMA COMICO DEL MONDO
Più di trent'anni di carriera, ottantadue film e un successo di pubblico straordinario. E se la critica, in vita, non gli ha mai dato troppa considerazione, Mario Mattòli resta uno dei più brillanti registi del Novecento, autore di produzioni comiche alcune delle quali divenute veri cult del cinema italiano.
Di origini nobili, Mattòli nacque a Tolentino (Macerata) il 30 novembre 1898, da una famiglia originaria di Bevagna (Perugia). Dopo essersi laureato in giurisprudenza, entrò nel mondo dello spettacolo come consulente legale dell'impresa teatrale Suvini - Zerboni.
Ben presto, bazzicando dietro le quinte, tra attori e comparse, copioni e costumi, Mattòli prese consapevolezza della sua passione per il teatro tanto che - dopo aver lavorato come segretario per i suoi datori di lavoro - fondò una propria impresa, la "Za-bum", nel 1927. Nella sua rivista, vennero lanciati attori come Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi ed Erminio Macario, tutti divenuti volti noti del cinema italiano e spesso da lui stesso diretti. Infatti, nel 1934, quasi per caso, dopo una improvvisa defezione di Carlo Ludovico Bragaglia, Mario Mattòli venne chiamato a dirigere il film "Tempo massimo", con protagonisti Vittorio De Sica e Milly Mignone (sorella della moglie di Mattòli, Mity).
Da lì, cominciò una lunga e proficua carriera che lo vide alla regia di molteplici pellicole, passando dalla commedia alla parodia peplum e western. Nel corso della sua attività, si affidò alla maestria
di grandi autori e registi del cinema italiano come Ettore Scola, Age & Scarpelli, Marcello Marchesi e Steno.
Le locandine di alcuni dei film più celebri diretti da Mario Mattòli
Tra i film più noti ricordiamo "Imputato alzatevi!" con Erminio Macario, "L'ultima carrozzella" con Aldo Fabrizi ed Anna Magnani, "Arrivano i nostri" con Walter Chiari, ma anche la parodia peplum "Due notti con Cleopatra", con Alberto Sordi e Sophia Loren. Ma, soprattutto, Mario Mattòli diede vita ad una lunga collaborazione con Totò, realizzando col Principe ben quattordici film.
Da "I due orfanelli" a "Signori si nasce", da "Il più comico spettacolo del mondo" a "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi", ai quali si aggiungono gli splendidi rifacimenti delle commedie scarpettiane come "Miseria e nobiltà" e "Un turco napoletano".
Verso la metà degli anni '60 la sua vena creativa cominciò a vacillare, forse per aver dato davvero "tutto". Il suo ultimo dono nel 1966, "Per qualche dollaro in meno": divertente parodia del noto western di Sergio Leone con Raimondo Vianello e Lando Buzzanca. Ormai lontano dal suo mondo di luci, il 26 febbraio 1980 Mattòli se ne andò, lasciando una grande eredità. Quella di un cinema divertente, a tratti irriverente ma mai volgare che ancora oggi - per parafrasare una delle sue pellicole - rimane "il più bel cinema comico del mondo".
Più di trent'anni di carriera, ottantadue film e un successo di pubblico straordinario. E se la critica, in vita, non gli ha mai dato troppa considerazione, Mario Mattòli resta uno dei più brillanti registi del Novecento, autore di produzioni comiche alcune delle quali divenute veri cult del cinema italiano.
Di origini nobili, Mattòli nacque a Tolentino (Macerata) il 30 novembre 1898, da una famiglia originaria di Bevagna (Perugia). Dopo essersi laureato in giurisprudenza, entrò nel mondo dello spettacolo come consulente legale dell'impresa teatrale Suvini - Zerboni.
Ben presto, bazzicando dietro le quinte, tra attori e comparse, copioni e costumi, Mattòli prese consapevolezza della sua passione per il teatro tanto che - dopo aver lavorato come segretario per i suoi datori di lavoro - fondò una propria impresa, la "Za-bum", nel 1927. Nella sua rivista, vennero lanciati attori come Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi ed Erminio Macario, tutti divenuti volti noti del cinema italiano e spesso da lui stesso diretti. Infatti, nel 1934, quasi per caso, dopo una improvvisa defezione di Carlo Ludovico Bragaglia, Mario Mattòli venne chiamato a dirigere il film "Tempo massimo", con protagonisti Vittorio De Sica e Milly Mignone (sorella della moglie di Mattòli, Mity).
Da lì, cominciò una lunga e proficua carriera che lo vide alla regia di molteplici pellicole, passando dalla commedia alla parodia peplum e western. Nel corso della sua attività, si affidò alla maestria
di grandi autori e registi del cinema italiano come Ettore Scola, Age & Scarpelli, Marcello Marchesi e Steno.
Le locandine di alcuni dei film più celebri diretti da Mario Mattòli
Tra i film più noti ricordiamo "Imputato alzatevi!" con Erminio Macario, "L'ultima carrozzella" con Aldo Fabrizi ed Anna Magnani, "Arrivano i nostri" con Walter Chiari, ma anche la parodia peplum "Due notti con Cleopatra", con Alberto Sordi e Sophia Loren. Ma, soprattutto, Mario Mattòli diede vita ad una lunga collaborazione con Totò, realizzando col Principe ben quattordici film.
Da "I due orfanelli" a "Signori si nasce", da "Il più comico spettacolo del mondo" a "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi", ai quali si aggiungono gli splendidi rifacimenti delle commedie scarpettiane come "Miseria e nobiltà" e "Un turco napoletano".
Verso la metà degli anni '60 la sua vena creativa cominciò a vacillare, forse per aver dato davvero "tutto". Il suo ultimo dono nel 1966, "Per qualche dollaro in meno": divertente parodia del noto western di Sergio Leone con Raimondo Vianello e Lando Buzzanca. Ormai lontano dal suo mondo di luci, il 26 febbraio 1980 Mattòli se ne andò, lasciando una grande eredità. Quella di un cinema divertente, a tratti irriverente ma mai volgare che ancora oggi - per parafrasare una delle sue pellicole - rimane "il più bel cinema comico del mondo".
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