CHARLES M. SCHULZ, UN "BAMBINO DALLA TESTA ROTONDA" E IL SUO SOGNO
Avere un talento da piccoli e non coltivarlo è davvero un grave peccato. Io, ad esempio, ho sempre amato le storie, i racconti e mi è sempre piaciuto scrivere e disegnare. Col tempo - anche se non del tutto - ho lasciato il disegno concentrandomi maggiormente sulla scrittura e questo blog ne è la prova. Oserei dire che è necessario portare avanti le proprie passioni se ci teniamo ad essere felici. Se poi andiamo ancora oltre, facendo si che i nostri desideri d'infanzia si concretizzino e diventino la nostra missione di vita, allora possiamo davvero considerarci pienamente realizzati.
E proprio così si sentiva Charles Monroe Schulz, l'ideatore di un vero e proprio mondo animato che per circa cinquant'anni ci ha regalato momenti d'allegria e spunti di riflessione sul bene e sul male.
Il "mondo" a cui faccio riferimento è quello dei Peanuts, protagonisti di una lunga serie a fumetti apparsa per decenni su giornali e riviste fino ad approdare in televisione.
Ma vediamo come Schulz - ragazzino timido e sognatore - è arrivato a creare personaggi celebri come Charlie Brown e Snoopy.
Si può dire che il più grande fumettista del mondo - a mio avviso - abbia preso per la prima volta la matita in mano quando era ancora piccolissimo, nella sua casa di Saint Paul, in Minnesota - dove nacque il 26 novembre 1922.
È ancora uno studente quando, portando avanti la sua passione, riesce a pubblicare una vignetta raffigurante il suo cane, Spike (che lo ispirerà anni dopo per Snoopy). Dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1947, debutta negli Stati Uniti con la sua prima striscia a fumetti dal titolo "Li'l Folks", in cui presenta per la prima volta il personaggio di Charlie Brown, il bambino dalla testa rotonda timido, introverso e un po' "sfigato".
Due anni dopo, il 2 ottobre 1950, nascono invece i Peanuts con Charlie Brown, il suo cane Snoopy e un sacco di amici che, nel corso del tempo, si aggiungono alla banda: da Shermy a Piperita Patty, da Lucy a Linus, dall'uccellino Woodstock alla mitica "ragazzina dai capelli rossi", la bambina che Charlie ama in segreto poiché non trova mai il coraggio di dichiararsi.
Ma nelle storie dei Peanuts - come per ogni scrittore e fumettista che si rispetti - , Schulz inserisce molti riferimenti alla sua vita personale e alla sua infanzia. Charlie Brown, infatti, può essere considerato il suo alter ego. Anche Schulz da bambino era timido, riservato e aveva difficoltà a relazionarsi con gli altri. Anche lui aveva "una ragazzina dai capelli rossi" con la quale ebbe una relazione difficile e, non per ultimo, proprio come Charlie aveva un cane per migliore amico - il sopracitato Spike.
I Peanuts, col passare dei decenni, delle mode, delle tradizioni sono rimasti sempre fedeli a se stessi, facendosi portatori di verità tristi, piacevoli scherzi e riflessioni ancora oggi attualissime. Da quel 1950, Schulz ha ininterrottamente pubblicato la sua striscia quotidiana fino al 1999. Quell'anno, infatti, viene colpito da un ictus e successivamente si scopre affetto da un cancro. Si rende subito conto di non essere più in grado di reggere i ritmi del suo lavoro, di non poter continuare la sua missione di vita. Così, a malincuore, accenna al suo ritiro e all'inizio del nuovo millennio, esattamente il 3 gennaio, realizza la sua ultima vignetta in cui Snoopy, seduto alla macchina per scrivere, si fa portavoce di un messaggio per i suo affezionati lettori, quei "Cari amici" che per decenni avevano seguito i suoi racconti. Pochi giorni dopo, il 12 gennaio 2000, Schulz dice addio anche alla vita, colpito da un infarto.
Il giorno successivo viene pubblicata la sua ultima striscia, provocando in tutti gli appassionati ammiratori un sentimento di tristezza mista a commozione.
Sembra che Charlie e Snoopy, insieme a Linus, Lucy e a tutta la banda, siano destinati a scomparire, ma non è affatto così. Ad ormai vent'anni dalla sua scomparsa, infatti, Charles M. Schulz e i suoi "piccoli" sono ancora i nostri amici. Le sue vignette continuano ad essere pubblicate in tutto il mondo, fanno il giro del web, appaiono sui social. I Peanuts continuano a farci compagnia nel quotidiano, a darci consigli, a tirarci su il morale e a farci capire che, in fondo, siamo tutti sfortunati e fortunati, perché "la ruota" gira e nessuno può evitarlo. Ma, come ci hanno insegnato loro, il trucco forse è proprio quello di non prendersi mai troppo sul serio, lottando sempre e comunque per quello in cui si crede, senza arrendersi mai. Proprio come ha fatto Schulz e quel "bambino dalla testa rotonda" che non ha mai smesso di sognare!
Avere un talento da piccoli e non coltivarlo è davvero un grave peccato. Io, ad esempio, ho sempre amato le storie, i racconti e mi è sempre piaciuto scrivere e disegnare. Col tempo - anche se non del tutto - ho lasciato il disegno concentrandomi maggiormente sulla scrittura e questo blog ne è la prova. Oserei dire che è necessario portare avanti le proprie passioni se ci teniamo ad essere felici. Se poi andiamo ancora oltre, facendo si che i nostri desideri d'infanzia si concretizzino e diventino la nostra missione di vita, allora possiamo davvero considerarci pienamente realizzati.
E proprio così si sentiva Charles Monroe Schulz, l'ideatore di un vero e proprio mondo animato che per circa cinquant'anni ci ha regalato momenti d'allegria e spunti di riflessione sul bene e sul male.
Il "mondo" a cui faccio riferimento è quello dei Peanuts, protagonisti di una lunga serie a fumetti apparsa per decenni su giornali e riviste fino ad approdare in televisione.
Ma vediamo come Schulz - ragazzino timido e sognatore - è arrivato a creare personaggi celebri come Charlie Brown e Snoopy.
Si può dire che il più grande fumettista del mondo - a mio avviso - abbia preso per la prima volta la matita in mano quando era ancora piccolissimo, nella sua casa di Saint Paul, in Minnesota - dove nacque il 26 novembre 1922.
Charlie Brown e Snoopy in un disegno di Schulz. |
È ancora uno studente quando, portando avanti la sua passione, riesce a pubblicare una vignetta raffigurante il suo cane, Spike (che lo ispirerà anni dopo per Snoopy). Dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1947, debutta negli Stati Uniti con la sua prima striscia a fumetti dal titolo "Li'l Folks", in cui presenta per la prima volta il personaggio di Charlie Brown, il bambino dalla testa rotonda timido, introverso e un po' "sfigato".
Due anni dopo, il 2 ottobre 1950, nascono invece i Peanuts con Charlie Brown, il suo cane Snoopy e un sacco di amici che, nel corso del tempo, si aggiungono alla banda: da Shermy a Piperita Patty, da Lucy a Linus, dall'uccellino Woodstock alla mitica "ragazzina dai capelli rossi", la bambina che Charlie ama in segreto poiché non trova mai il coraggio di dichiararsi.
I Peanuts. |
Ma nelle storie dei Peanuts - come per ogni scrittore e fumettista che si rispetti - , Schulz inserisce molti riferimenti alla sua vita personale e alla sua infanzia. Charlie Brown, infatti, può essere considerato il suo alter ego. Anche Schulz da bambino era timido, riservato e aveva difficoltà a relazionarsi con gli altri. Anche lui aveva "una ragazzina dai capelli rossi" con la quale ebbe una relazione difficile e, non per ultimo, proprio come Charlie aveva un cane per migliore amico - il sopracitato Spike.
I Peanuts, col passare dei decenni, delle mode, delle tradizioni sono rimasti sempre fedeli a se stessi, facendosi portatori di verità tristi, piacevoli scherzi e riflessioni ancora oggi attualissime. Da quel 1950, Schulz ha ininterrottamente pubblicato la sua striscia quotidiana fino al 1999. Quell'anno, infatti, viene colpito da un ictus e successivamente si scopre affetto da un cancro. Si rende subito conto di non essere più in grado di reggere i ritmi del suo lavoro, di non poter continuare la sua missione di vita. Così, a malincuore, accenna al suo ritiro e all'inizio del nuovo millennio, esattamente il 3 gennaio, realizza la sua ultima vignetta in cui Snoopy, seduto alla macchina per scrivere, si fa portavoce di un messaggio per i suo affezionati lettori, quei "Cari amici" che per decenni avevano seguito i suoi racconti. Pochi giorni dopo, il 12 gennaio 2000, Schulz dice addio anche alla vita, colpito da un infarto.
Il giorno successivo viene pubblicata la sua ultima striscia, provocando in tutti gli appassionati ammiratori un sentimento di tristezza mista a commozione.
La striscia d'addio di Schulz nell'edizione italiana. |
Sembra che Charlie e Snoopy, insieme a Linus, Lucy e a tutta la banda, siano destinati a scomparire, ma non è affatto così. Ad ormai vent'anni dalla sua scomparsa, infatti, Charles M. Schulz e i suoi "piccoli" sono ancora i nostri amici. Le sue vignette continuano ad essere pubblicate in tutto il mondo, fanno il giro del web, appaiono sui social. I Peanuts continuano a farci compagnia nel quotidiano, a darci consigli, a tirarci su il morale e a farci capire che, in fondo, siamo tutti sfortunati e fortunati, perché "la ruota" gira e nessuno può evitarlo. Ma, come ci hanno insegnato loro, il trucco forse è proprio quello di non prendersi mai troppo sul serio, lottando sempre e comunque per quello in cui si crede, senza arrendersi mai. Proprio come ha fatto Schulz e quel "bambino dalla testa rotonda" che non ha mai smesso di sognare!
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