AVA GARDNER: LA DIVA "DARK" DEL CINEMA HOLLYWOODIANO
Sguardo fiero, bellezza fatale e il sorriso di chi è sicura di sé. Appare così, nelle numerose foto presenti sul web, Ava Gardner, attrice dal fascino sconvolgente che ha dominato il grande schermo tra gli anni '40 e '50 del secolo scorso. Una carriera cinematografica di tutto rispetto, accanto ai più grandi divi del tempo ed una parallela vita sentimentale "allegra", movimentata ma anche complicata, che ha visto tra i protagonisti anche un noto attore italiano.
Ava Lavinia Gardner - per l'anagrafe - nacque il 24 dicembre 1922 a Smithfield, nel North Carolina, da genitori di origini inglesi. La sua carriera iniziò per caso, grazie ad una fotografia scattatale dal cognato ed esposta nella vetrina del suo negozio da fotografo a New York, nel 1941. Lo scatto venne notato dai produttori della Metro Goldwyn Mayer (MGM) che le fecero un provino e decisero di scritturarla, sbarcando così ad Hollywood. Dopo aver preso parte ad alcune pellicole in ruoli marginali e aver frequentato corsi di dizione e recitazione, raggiunse una grande visibilità nel 1946 grazie alla pellicola "The Killers" (I gangster) di Robert Siodmak, accanto a Burt Lancaster.
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Ava Gardner con Burt Lancaster ne "I gangster". |
Da quel momento e per tutto il decennio successivo, la Gardner divenne tra le dive più famose al mondo, recitando accanto ad artisti come Gregory Peck, Robert Taylor, James Mason e Clark Gable. Proprio accanto a quest'ultimo, nel 1953, vinse anche l'Oscar come migliore attrice nel film "Mogambo" di John Ford.
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Ava Gardner con Clark Gable in "Mogambo". |
Grazie alla sua lucente bellezza, alla sua fiera "decisione" e alla sua apparente "superficialità", Ava incarnò alla perfezione la
femme fatale, amata e desiderata da tutti, come si evince da famosissime pellicole come "Voglio essere tua" (1951) e "Pandora" (1951).
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Ava Gardner con Gregory Peck in "Le nevi del Kilimangiaro". |
E, dopotutto, amata e desiderata Ava lo era davvero, e non solo dal pubblico di affezionati spettatori. Collezionò "solo" tre matrimoni: il primo con Mickey Rooney, il secondo col clarinettista Artie Shaw e il terzo nientepopodimeno che con Frank Sinatra, "
The Voice". Ma molti altri "nomi" illustri rimasero abbagliati dal suo fascino e dalla sua indomabilità: da Aristotele Onassis a Clark Gable, da Howard Hughes ad Ernest Hemingway fino al torero Luis Miguel Dominguin, per il quale si trasferì a Madrid (rimanendo anche ferita durante una corrida).
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Ava Gardner con il suo terzo marito, Frank Sinatra. |
La Gardner, però, ammaliò anche un grande attore italiano, noto per le sue numerose "
love story": Walter Chiari. Si conobbero nel 1957 (aveva da poco divorziato da Sinatra) sul set del film "La capannina" di Mark Robinson, girato a Cinecittà. Stettero insieme qualche mese: una storia breve ma intensa, super paparazzata nella Roma notturna, lungo quella via Veneto che verrà poi immortalata ne "La dolce vita" di Fellini.
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Ava Gardner con Walter Chiari. |
La sua bellezza, però, cominciava a sfiorire, anche per via della sua vita dissoluta, dedita a bagordi e alcol. Parteciperà ancora ad alcuni film, anche di buona fattura ("55 giorni a Pechino", "La Bibbia")
ma non è più come prima. Sul finire degli anni sessanta, si trasferì da Madrid a Londra. Qui trascorrerà gli ultimi vent'anni della sua vita: apparirà ancora al cinema ed in alcune serie televisive (come "A.D. - Anno Domini" di Stuart Cooper) ma la sua presenza in pubblico divenne sempre più rara. Ormai lontana dai riflettori, Ava Gardner si spense il 25 gennaio 1990, per le conseguenze di una brutta polmonite. Giusto in tempo per completare la sua autobiografia (Ava Gardner - The Secret Conversations, pubblicata solo qualche anno fa), in cui racconta la sua vita, i suoi amori tormentati ed il suo rapporto con gli ambienti cinematografici. Oggi però, a trent'anni dalla sua scomparsa, la sua immagine, bella e tenebrosa, è ancora indelebile nella mente di chi l'ha amata e continua a farlo. Per tutti questi, infatti, Ava Gardner, con la sua fama di "
dark lady", di donna proibita e desiderata, è ancora "viva". Come nella memoria di quel cinema che, dopo più di mezzo secolo, la ritiene ancora tra le più grandi "icone" del cinema mondiale.
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