Passa ai contenuti principali
GLAUCO ONORATO: INDIMENTICABILE "VOCE" DEL CINEMA ITALIANO

La sua carriera lo ha visto diviso tra teatro, cinema e televisione, ma ciò che lo ha reso popolare è stata la voce. Sono infatti passati ben dieci anni dalla scomparsa di Glauco Onorato ma la sua voce - profonda e rude - continua a ronzarci nelle orecchie. Storico doppiatore di Bud Spencer, nel corso della sua lunga carriera ha impersonato grandi star di Hollywood ma anche molti personaggi animati.




Figlio d'arte - entrambi i genitori, Giovanni Onorato e Graziella Ceri, erano attori -, Glauco Onorato nacque a Torino il 7 dicembre 1936. Dopo aver frequentato l'Accademia d'arte
drammatica di Roma, esordì in teatro nel 1958 in  "Uomini e topi" di Enzo Ferrieri, accanto a Luigi Vannucchi.


  Un giovanissimo Glauco Onorato con Luigi Vannucchi in "Uomini e topi".

                                      


Nello stesso periodo intraprese anche la sua carriera da doppiatore, entrando nella celebre Cooperativa Doppiatori Cinematografici (C.D.C.) e prestando la propria voce a Sidney Poitier
ne "La parete di fango" (1958), accanto ad un altra mitica "voce", quella di Pino Locchi - che doppiava Tony Curtis.


Alcuni tra i più celebri attori doppiati da Onorato: da sinistra, Bud Spencer, Charles Bronson e Arnold Schwarzenegger.

 


Da lì, la sua carriera fu una continua ascesa. Onorato divenne la voce italiana di numerosi attori hollywoodiani: da James Coburn a Charles Bronson, da Anthony Quinn ad Arnold Schwarzenegger -
grazie al quale vinse, nel 1995, il prestigioso "Leggio d'oro".
Inoltre, doppiò diversi personaggi Disney, come lo Sciamano in "Aladdin" (1992) oppure il professor Rattigan in "Basil l'investigatopo" (1986).
Ma, per la maggior parte del pubblico, Glauco Onorato fu soprattutto la voce ufficiale di Bud Spencer, che doppiò per oltre vent'anni in quasi tutti i film girati in coppia con Terence Hill (doppiato invece da Pino Locchi).
Accanto al doppiaggio, Onorato ebbe anche una discreta carriera d'attore. Dalla fine degli anni '50 ai giorni nostri, prese parte ad oltre trenta film (tra cui "I girasoli" di Vittorio De Sica, accanto a Mastroianni e alla Loren) ma soprattutto a numerosissimi sceneggiati Rai, come "La freccia nera" e "I promessi sposi", e a varie fiction televisive, come "La piovra 6", "Don Matteo", "A voce alta" e "Questa è la mia terra". E proprio il cinema e la televisione - ma anche il teatro - furono i suoi ultimi impegni prima della scomparsa, avvenuta il 31 dicembre 2009 a seguito di una lunga malattia.

Ancora oggi, però, alla fine del decennio che si aprì con la sua scomparsa, il suo "timbro" continua a risuonare nell'aria, insieme a quello di Ferruccio Amendola, Pino Locchi, Giuseppe Rinaldi e tante altre indimenticabili "voci" del cinema italiano.

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...