CENTO ANNI PER LIA ORIGONI: TESTIMONE DI UN' "ARTE" PERDUTA
Una voce delicata, duttile e raffinata. Proprio come la sua bellezza e quel fascino che perdura ancora oggi. Con alle spalle una carriera da gran diva, Lia Origoni è l'ultima testimone di un tempo ormai perduto.
Un'epoca svanita, quella della musica e del varietà del '900, di cui lei - cento anni oggi - resta un simbolo indiscusso.
Nata il 20 ottobre del 1919 a La Maddalena, in provincia di Sassari, Lia (Emilia per l'anagrafe) ama il canto fin da piccolissima. La sua carriera comincia quasi per caso, o forse per destino, quando nel 1934, ancora adolescente, viene notata dal tenore Bernardo De Muro mentre si esibisce dinanzi alla tomba di Garibaldi, a Caprera, in presenza di Clelia, la figlia dell'eroe dei due mondi.
Quest'ultima e De Muro restano colpiti dalla sua bravura e la spingono a studiare canto. Non le occorre molto per affinare le sue doti di natura e ben presto diventa una delle voci più note del tempo, passando dalla canzone francese alla musica melodica italiana, dalla lirica d'operetta al canto popolare e incidendo (negli anni successivi) centinaia di brani e nelle lingue più disparate.
Lia Origoni con Totò.
La sua fama, però, è legata anche alla rivista. Esordì nel 1940 in "Quando meno te lo aspetti" di Galdieri, nella compagnia di Totò ed Anna Magnani, ma lavorò anche con Erminio Macario e Giorgio Strehler.
Tra gli anni '40 e '50 divenne una delle soubrette più brave e versatili, calcando i più celebri palcoscenici europei, dal "Wintergarten" di Berlino a "La Scala" di Milano, dal "San Carlo" di Napoli al "Goldoni" di Venezia fino all'Opera di Parigi.
Nonostante la sua carriera si sia interrotta - per sua volontà - all'età di cinquant'anni, Lia Origoni è rimasta legata in maniera indissolubile a quel mondo ormai assopito: teatri gremiti di gente con grandi artisti in scena, ballerine danzanti e maestose scenografie, il tutto allietato da voci sopraffine proprio come la sua.
Non ci resta che porgere a Lia Origoni i nostri più sinceri auguri per questo secolo di vita vissuta intensamente e sempre volta ad onorare quell'Arte di cui fu illustre interprete.
Una voce delicata, duttile e raffinata. Proprio come la sua bellezza e quel fascino che perdura ancora oggi. Con alle spalle una carriera da gran diva, Lia Origoni è l'ultima testimone di un tempo ormai perduto.
Un'epoca svanita, quella della musica e del varietà del '900, di cui lei - cento anni oggi - resta un simbolo indiscusso.
Nata il 20 ottobre del 1919 a La Maddalena, in provincia di Sassari, Lia (Emilia per l'anagrafe) ama il canto fin da piccolissima. La sua carriera comincia quasi per caso, o forse per destino, quando nel 1934, ancora adolescente, viene notata dal tenore Bernardo De Muro mentre si esibisce dinanzi alla tomba di Garibaldi, a Caprera, in presenza di Clelia, la figlia dell'eroe dei due mondi.
Quest'ultima e De Muro restano colpiti dalla sua bravura e la spingono a studiare canto. Non le occorre molto per affinare le sue doti di natura e ben presto diventa una delle voci più note del tempo, passando dalla canzone francese alla musica melodica italiana, dalla lirica d'operetta al canto popolare e incidendo (negli anni successivi) centinaia di brani e nelle lingue più disparate.
Lia Origoni con Totò.
La sua fama, però, è legata anche alla rivista. Esordì nel 1940 in "Quando meno te lo aspetti" di Galdieri, nella compagnia di Totò ed Anna Magnani, ma lavorò anche con Erminio Macario e Giorgio Strehler.
Tra gli anni '40 e '50 divenne una delle soubrette più brave e versatili, calcando i più celebri palcoscenici europei, dal "Wintergarten" di Berlino a "La Scala" di Milano, dal "San Carlo" di Napoli al "Goldoni" di Venezia fino all'Opera di Parigi.
Nonostante la sua carriera si sia interrotta - per sua volontà - all'età di cinquant'anni, Lia Origoni è rimasta legata in maniera indissolubile a quel mondo ormai assopito: teatri gremiti di gente con grandi artisti in scena, ballerine danzanti e maestose scenografie, il tutto allietato da voci sopraffine proprio come la sua.
Non ci resta che porgere a Lia Origoni i nostri più sinceri auguri per questo secolo di vita vissuta intensamente e sempre volta ad onorare quell'Arte di cui fu illustre interprete.
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