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DELIA SCALA, LA "REGINA" DEL VARIETA'

Ieri avrebbe compiuto novant'anni una grandissima interprete dello spettacolo italiano, Delia Scala. Un' artista completa: ballerina, cantante, attrice e conduttrice con una favolosa carriera divisa tra cinema, teatro e televisione.




Nata a Bracciano, a venti chilometri da Roma, il 25 settembre del 1929, Delia Scala si chiamava in realtà Odette Bedogni ed era figlia di un militare collaudatore d'aerei e di una casalinga.
Trasferitasi con la famiglia a Milano, era ancora una bambina quando calcò per la priva volta il palcoscenico, frequentando per sette anni la scuola di ballo del Teatro La Scala. Numerosi i balletti a cui prese parte, come "La bottega fantastica" di Rossini e "La bella addormentata nel bosco" di Ciaikovski. Cominciò così a muovere i primi passi nel mondo del teatro, esibendosi in varie rappresentazioni, prima a Campagnolo Emilia (dove visse negli anni '40 con la famiglia), poi a Viareggio (dove si stabilì col suo primo marito, Nikiphorus Melitsanos, un militare greco conosciuto a Campagnolo durante la guerra).


Delia Scala con Armando Francioli in "Roma ore 11".



                                                        
Nel Dopoguerra, invece, approdò al cinema, scoperta dal regista Luigi Zampa che gli offrì una parte nel film "Anni difficili", del 1947. Da lì fino ai primi anni '60, parteciperà a diverse pellicole, alcune di gran successo: "Napoli milionaria" (1950) di Eduardo de Filippo (1950), "Roma ore 11" (1952)  di Giuseppe De Santis , "Gran Varietà" (1954) di Domenico Paolella, "Bellezze in bicicletta" (1951) di Carlo Campogalliani e "Signori si nasce" (1960) di Mario Mattoli.


Delia Scala con Totò nel film "Signori si nasce".

                                                          
La svolta della sua vita arrivò però con la compagnia teatrale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che videro in lei la perfetta soubrette per lanciare in Italia la commedia musicale. Il suo debutto avvenne in "Giove in doppiopetto" (1954) , accanto a Carlo Dapporto, per poi passare a "Un trapezio per Lisistrata" (1958), "Rinaldo in campo" (1961) con Domenico Modugno, e "My Fair Lady" (1964).

Nino Taranto e Delia Scala nel programma "Lui e lei".

                                                       
Ma la sua popolarità è legata alla televisione. Bella, bionda e brava incarnò perfettamente un nuovo tipo di conduttrice-soubrette che sarà un modello per altre grandi show-girl degli anni successivi (come Raffaella Carrà). Il suo primo programma fu "Lui e lei", nel 1956, condotto con Nino Taranto. Di gran successo la "Canzonissima" del 1959, condotta insieme a Paolo Panelli e Nino Manfredi, mentre nel 1968 arrivò un programma completamente incentrato su di lei, "Delia Scala Story".


Da sinistra: Paolo Panelli, Delia Scala e Nino Manfredi a "Canzonissima" del 1959.

                          
È stata poi anche "Ciccina", moglie autoritaria e indipendente, in perenne lite con il marito "Ciccino" (Lando Buzzanca) nello storico programma degli anni '70 "Signore e signora". A partire dal decennio successivo, invece, cominciò a diradare sempre di più le sue partecipazioni televisive. Dopo molti anni, tornò per l'ultima volta in televisione nel ruolo della madre di Gerry Scotty nella sit-com Mediaset "Io e la mamma", trasmessa tra il 1996 e il 1998.


Lando Buzzanca e Delia Scala in "Signore e signora".


Se però la brillante carriera di Delia Scala fu costellata da grandi successi, dolorosi drammi personali colpirono invece la sua vita privata. Nel 1974 si scoprì affetta da un tumore al seno. Riuscì a sconfiggerlo, e successivamente dedicherà gran parte del suo tempo per sensibilizzare la gente alla lotta contro i tumori, raccontando la propria esperienza personale e divenendo testimonial dell'Airc.


Delia Scala (al centro), con Gerry Scotti e Gea Lionello nel cast di "Io e la mamma".

                            
Promosse anche iniziative volte a raccogliere fondi, come lo spettacolo "Una rosa per la vita" alla Bussola di Viareggio, nei primi anni '80, condotto con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Inoltre, Delia perse in maniera brutale anche il padre (investito da un'auto nel 1941) e i suoi tre grandi amori: Eugenio Castellotti, pilota automobilistico morto in una gara nel 1957, Piero Giannotti, il secondo marito, morto in un incidente stradale nel 1982, e l'armatore livornese Arturo Fremura, suo ultimo compagno, morto per un tumore nel 2001.
E solo tre anni dopo, il 15 gennaio del 2004, se ne andò via anche lei, colpita nuovamente da un tumore, nella sua casa di Livorno dove viveva da oltre vent'anni.

Esempio di grande donna, forte e tenace, oltre che di grande artista, Delia Scala resta per tutti un'illustre primadonna dello spettacolo e della televisione del secolo scorso: l'indiscussa "regina" del varietà televisivo a cui ho avuto l'onore di dedicare il duecentesimo articolo di questo blog.






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