UGO D'ALESSIO, IL "BISINISS" DEL TEATRO PARTENOPEO
Nella storia teatrale napoletana merita un posto di tutto rispetto. Lavorò con i più grandi interpreti del secolo scorso, da Eduardo De Filippo a Luisa Conte. Ma ebbe anche una discreta visibilità cinematografica, in particolar modo accanto al grande Totò.
Sto parlando di Ugo D'Alessio, attore di teatro prestato al cinema, che nasceva a Napoli esattamente centodieci anni fa, il 26 agosto del 1909.
Proveniente da una famiglia di artisti, Pasquale - questo il suo vero nome - debuttò sul palcoscenico ancora bambino nella commedia "Un grazioso equivoco", accanto allo zio Giuseppe. Nel corso della sua carriera fece parte delle più celebri compagnie partenopee: dalla Cafiero-Fumo a quella del Maestro De Filippo.
Proprio accanto ad Eduardo diede prova del suo talento, partecipando a molte delle sue più note commedie, sia in teatro che nelle trasposizioni televisive per la Rai: da "Questi fantasmi" a "Napoli milionaria" fino a "Le voci di dentro". Ma recitò anche al fianco di altri nomi illustri, come Nino Taranto, Pietro De Vico e la già citata Luisa Conte.
Ugo D'Alessio, a destra nella foto, con Nino Taranto e Luisa Conte al Teatro Sannazaro di Napoli.
D'Alessio, però, ebbe anche una considerevole carriera cinematografica, prendendo parte ad oltre quaranta film, sia di genere comico che drammatico. Molti di noi lo ricorderanno sicuramente quale "spalla" di Totò. Il ruolo più noto è senz'altro quello di Decio Cavallo/Caciocavallo, l'italo-americano in cerca di "un buon bisiniss" - un business, un affare -, a cui Totò "vende" la Fontana di Trevi in "Tototruffa'62" (1961) di Camillo Mastrocinque.
Ugo D'Alessio nei panni di "Decio Cavallo" in "Totòtruffa'62".
Ma è anche il brigadiere Di Sabato, braccio destro del commissario Saracino (Totò) in "Totò contro i quattro" di Steno (1963), oppure il commissario che dà la caccia a Totò nei panni di un "rapatore" seriale di "capelloni" ne "Il mostro della domenica" - episodio del film "Capriccio all'italiana", del 1968, sempre diretto da Steno. Tra le pellicole di genere drammatico si possono invece ricordare: "Il giorno della civetta" di Damiano Damiani, del 1968, con Franco Nero e Claudia Cardinale,
oppure "Pane e cioccolata" di Franco Brusati, del 1973, con Nino Manfredi.
A sinistra, Ugo D'Alessio, Totò e Peppino De Filippo in "Totò contro i quattro"; a destra, con Totò e Dante Maggio ne "Il mostro della domenica".
Accanto a quest'ultimo interpretò anche il ruolo di "Mastro Ciliegia" nello storico sceneggiato Rai "Le avventure di Pinocchio" di Luigi Comencini, con Manfredi nei panni di "Geppetto" e Gina Lollobrigida in quelli della "Fata Turchina".
D'Alessio con Nino Manfredi in "Pane e cioccolata".
Ancora nel pieno della sua attività, l'attore scomparve all'età di sessantanove anni, il 16 febbraio del 1979, poco più di quarant'anni fa.
Ho ritenuto opportuno ricordare la figura di Ugo D'Alessio non solo quale grande caratterista e comprimario del nostro cinema, ma anche come grande interprete del palcoscenico.
Proprio dietro i più importanti sipari della sua città, infatti, D'Alessio dimostrò appieno le sue doti artistiche. E credo di poter affermare con certezza quanto il teatro partenopeo debba al contributo di questo suo grande "figlio", grazie al quale - parafrasando Decio Cavallo - esso fece, senza dubbio, un ottimo "bisiniss".
Nella storia teatrale napoletana merita un posto di tutto rispetto. Lavorò con i più grandi interpreti del secolo scorso, da Eduardo De Filippo a Luisa Conte. Ma ebbe anche una discreta visibilità cinematografica, in particolar modo accanto al grande Totò.
Sto parlando di Ugo D'Alessio, attore di teatro prestato al cinema, che nasceva a Napoli esattamente centodieci anni fa, il 26 agosto del 1909.
Proveniente da una famiglia di artisti, Pasquale - questo il suo vero nome - debuttò sul palcoscenico ancora bambino nella commedia "Un grazioso equivoco", accanto allo zio Giuseppe. Nel corso della sua carriera fece parte delle più celebri compagnie partenopee: dalla Cafiero-Fumo a quella del Maestro De Filippo.
Proprio accanto ad Eduardo diede prova del suo talento, partecipando a molte delle sue più note commedie, sia in teatro che nelle trasposizioni televisive per la Rai: da "Questi fantasmi" a "Napoli milionaria" fino a "Le voci di dentro". Ma recitò anche al fianco di altri nomi illustri, come Nino Taranto, Pietro De Vico e la già citata Luisa Conte.
Ugo D'Alessio, a destra nella foto, con Nino Taranto e Luisa Conte al Teatro Sannazaro di Napoli.
D'Alessio, però, ebbe anche una considerevole carriera cinematografica, prendendo parte ad oltre quaranta film, sia di genere comico che drammatico. Molti di noi lo ricorderanno sicuramente quale "spalla" di Totò. Il ruolo più noto è senz'altro quello di Decio Cavallo/Caciocavallo, l'italo-americano in cerca di "un buon bisiniss" - un business, un affare -, a cui Totò "vende" la Fontana di Trevi in "Tototruffa'62" (1961) di Camillo Mastrocinque.
Ugo D'Alessio nei panni di "Decio Cavallo" in "Totòtruffa'62".
Ma è anche il brigadiere Di Sabato, braccio destro del commissario Saracino (Totò) in "Totò contro i quattro" di Steno (1963), oppure il commissario che dà la caccia a Totò nei panni di un "rapatore" seriale di "capelloni" ne "Il mostro della domenica" - episodio del film "Capriccio all'italiana", del 1968, sempre diretto da Steno. Tra le pellicole di genere drammatico si possono invece ricordare: "Il giorno della civetta" di Damiano Damiani, del 1968, con Franco Nero e Claudia Cardinale,
oppure "Pane e cioccolata" di Franco Brusati, del 1973, con Nino Manfredi.
A sinistra, Ugo D'Alessio, Totò e Peppino De Filippo in "Totò contro i quattro"; a destra, con Totò e Dante Maggio ne "Il mostro della domenica".
Accanto a quest'ultimo interpretò anche il ruolo di "Mastro Ciliegia" nello storico sceneggiato Rai "Le avventure di Pinocchio" di Luigi Comencini, con Manfredi nei panni di "Geppetto" e Gina Lollobrigida in quelli della "Fata Turchina".
D'Alessio con Nino Manfredi in "Pane e cioccolata".
Ancora nel pieno della sua attività, l'attore scomparve all'età di sessantanove anni, il 16 febbraio del 1979, poco più di quarant'anni fa.
Ho ritenuto opportuno ricordare la figura di Ugo D'Alessio non solo quale grande caratterista e comprimario del nostro cinema, ma anche come grande interprete del palcoscenico.
Proprio dietro i più importanti sipari della sua città, infatti, D'Alessio dimostrò appieno le sue doti artistiche. E credo di poter affermare con certezza quanto il teatro partenopeo debba al contributo di questo suo grande "figlio", grazie al quale - parafrasando Decio Cavallo - esso fece, senza dubbio, un ottimo "bisiniss".
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