FRANCO PASTORINO: DIMENTICATO E INDIMENTICABILE
Sono passati esattamente sessant'anni da quel 13 luglio 1959 quando, a causa di una peritonite, se ne andava via una giovane promessa del teatro e del cinema italiano: Franco Pastorino. Alto, di bell'aspetto, due occhi chiari e limpidi, Pastorino - nato a Milano il 25 dicembre del 1933 - dimostrò fin da giovanissimo un grande amore per il teatro.
Esordì sul palcoscenico con il grande Ernesto Calindri, ma fu diretto anche da altri "pilastri" del teatro italiano, come Luchino Visconti, Vittorio Gassman e Paolo Stoppa. Dotato di una bella voce, fu molto attivo anche in radio, dove partecipò a diverse commedie e radiodrammi per la Rai, e si dedicò al doppiaggio. Parallelamente al teatro, Franco Pastorino fu attivo anche al cinema, prendendo parte a oltre dieci film, nel corso degli anni '50.
Il primo, nel 1951, "Totò terzo uomo", di Mario Mattoli, accanto al grandissimo Antonio De Curtis.
E il suo ruolo più conosciuto è proprio accanto al grande Totò nel film "Miseria e Nobiltà", sempre di Mattoli, del 1954 - tratto da una nota commedia di Eduardo Scarpetta. Interpretava il marchesino Eugenio che, follemente innamorato di Gemma (Sophia Loren), figlia di un ex cuoco arricchito, propone alle famiglie di due poveracci - Felice Sciosciammocca lo scrivano (Totò) e Pasquale il fotografo (Enzo Turco) - di fingersi suoi nobili parenti per poter chiedere la mano della ragazza.
Ma Pastorino si mostrò abile anche in ruoli drammatici come in "Napoli 1943", episodio del film "Amori di mezzo secolo" (1954) diretto da Roberto Rossellini: la romantica storia di due giovani, innamoratisi in un rifugio antiaereo sotto i bombardamenti e separati dalla morte. Quella stessa morte che, nella vita reale, separò Pastorino dal suo amore per il teatro, portandoselo via a soli venticinque anni.
Ho ritenuto giusto ricordare questo giovane attore, scomparso indubbiamente troppo presto.
Un ragazzo dotato di ottime capacità recitative che hanno lasciato un segno nella cinema e nel teatro,
seppur in pochi anni di attività. Perché Franco Pastorino appartiene alla schiera di giovani attori degli anni '50: belli, bravi, troppo spesso dimenticati ma, allo stesso tempo, indimenticabili.
Esordì sul palcoscenico con il grande Ernesto Calindri, ma fu diretto anche da altri "pilastri" del teatro italiano, come Luchino Visconti, Vittorio Gassman e Paolo Stoppa. Dotato di una bella voce, fu molto attivo anche in radio, dove partecipò a diverse commedie e radiodrammi per la Rai, e si dedicò al doppiaggio. Parallelamente al teatro, Franco Pastorino fu attivo anche al cinema, prendendo parte a oltre dieci film, nel corso degli anni '50.
Da sinistra: Franco Pastorino, Enzo Turco, Valeria Moriconi, Totò e Gianni Cavalieri in "Miseria e Nobiltà". |
Il primo, nel 1951, "Totò terzo uomo", di Mario Mattoli, accanto al grandissimo Antonio De Curtis.
E il suo ruolo più conosciuto è proprio accanto al grande Totò nel film "Miseria e Nobiltà", sempre di Mattoli, del 1954 - tratto da una nota commedia di Eduardo Scarpetta. Interpretava il marchesino Eugenio che, follemente innamorato di Gemma (Sophia Loren), figlia di un ex cuoco arricchito, propone alle famiglie di due poveracci - Felice Sciosciammocca lo scrivano (Totò) e Pasquale il fotografo (Enzo Turco) - di fingersi suoi nobili parenti per poter chiedere la mano della ragazza.
Franco Pastorino con Antonella Lualdi in "Amori di mezzo secolo". |
Ma Pastorino si mostrò abile anche in ruoli drammatici come in "Napoli 1943", episodio del film "Amori di mezzo secolo" (1954) diretto da Roberto Rossellini: la romantica storia di due giovani, innamoratisi in un rifugio antiaereo sotto i bombardamenti e separati dalla morte. Quella stessa morte che, nella vita reale, separò Pastorino dal suo amore per il teatro, portandoselo via a soli venticinque anni.
Franco Pastorino (al centro) con Franco Interlenghi e Marcello Mastroianni. |
Ho ritenuto giusto ricordare questo giovane attore, scomparso indubbiamente troppo presto.
Un ragazzo dotato di ottime capacità recitative che hanno lasciato un segno nella cinema e nel teatro,
seppur in pochi anni di attività. Perché Franco Pastorino appartiene alla schiera di giovani attori degli anni '50: belli, bravi, troppo spesso dimenticati ma, allo stesso tempo, indimenticabili.
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