C'EST L'AMOUR!
Estate 1969. Nella calura estiva, una canzone dai toni decisamente "accesi" sconvolge l'Italia. Direttamente dalla Francia, infatti, il cantautore Serge Gainsbourg, in coppia con l'attrice britannica Jane Birkin, presenta un brano che, senza troppe metafore, descrive un rapporto fisico tra uomo e donna: "Je t'aime...moi non plus".
La canzone era stata scritta tre anni prima da Gainsbourg per B.B., ovvero Brigitte Bardot, con la quale aveva avuto una storia. Poiché la Bardot era al tempo sposata, Gainsbourg decise di incidere la canzone con un'altra partner, Jane Birkin, all'epoca reduce dal successo del film "Blow-up" di Michelangelo Antonioni.
Serge Gainsbourg e Jane Birkin.
Forse per la bontà del testo in sé, forse per la naturalezza degli stessi interpreti - che stavano insieme anche nella vita -, venne fuori un pezzo straordinariamente realistico (tanto che molti ipotizzarono che fosse stato eseguito "dal vivo") che raggiunse i cinque milioni di dischi venduti.
Quei sospiri, quei gemiti, accompagnati da una melodia dolce e sognante, entrarono immediatamente nella testa di tutti e non solo in Francia. Qui in Italia, il brano ebbe un'accoglienza eccezionale.
In poche settimane scalò le classifiche di "Hit Parade", lo storico programma radiofonico condotto da Lelio Luttazzi.
La marcata sensualità del brano, le parole ed i versi che lasciavano poco spazio all'immaginazione, portarono la Rai a eliminare il brano da tutte le programmazioni. Intervenne anche il Vaticano che, dalle colonne de "L'Osservatore Romano", arrivò a scomunicare il distributore del disco.
Infine, la Procura di Milano ordinò il ritiro del disco sul territorio nazionale, con l'accusa di oscenità, impedendone l'importazione.
Tuttavia, il brano continuò ad essere trasmesso da alcune emittenti (Radio Monte Carlo e Radio Capodistria) e le vendite del disco proseguirono seppur in maniera clandestina.
Difatti, dietro quell'apparente descrizione di un rapporto sessuale, si nascondevano tematiche più profonde. Lei dice "Io ti amo", lui risponde "Neanche io", come a dimostrare consapevolezza della falsità delle parole di lei, suscitate dalla passione del momento, dal divampare di una fiamma destinata a spegnersi nel buio "di una notte". E proprio questa malinconica idea di un sentimento fasullo, di un romantico istante destinato a morire, ha fatto di questo brano il simbolo di un'epoca, nonostante le mille polemiche. In fondo, a distanza di cinquant'anni, possiamo anche perdonare l'eccessiva "naturalezza" del brano. Dopotutto, non c'è nulla di male: "C'est l'amour!"
Estate 1969. Nella calura estiva, una canzone dai toni decisamente "accesi" sconvolge l'Italia. Direttamente dalla Francia, infatti, il cantautore Serge Gainsbourg, in coppia con l'attrice britannica Jane Birkin, presenta un brano che, senza troppe metafore, descrive un rapporto fisico tra uomo e donna: "Je t'aime...moi non plus".
La canzone era stata scritta tre anni prima da Gainsbourg per B.B., ovvero Brigitte Bardot, con la quale aveva avuto una storia. Poiché la Bardot era al tempo sposata, Gainsbourg decise di incidere la canzone con un'altra partner, Jane Birkin, all'epoca reduce dal successo del film "Blow-up" di Michelangelo Antonioni.
Serge Gainsbourg e Jane Birkin.
Forse per la bontà del testo in sé, forse per la naturalezza degli stessi interpreti - che stavano insieme anche nella vita -, venne fuori un pezzo straordinariamente realistico (tanto che molti ipotizzarono che fosse stato eseguito "dal vivo") che raggiunse i cinque milioni di dischi venduti.
Quei sospiri, quei gemiti, accompagnati da una melodia dolce e sognante, entrarono immediatamente nella testa di tutti e non solo in Francia. Qui in Italia, il brano ebbe un'accoglienza eccezionale.
In poche settimane scalò le classifiche di "Hit Parade", lo storico programma radiofonico condotto da Lelio Luttazzi.
La marcata sensualità del brano, le parole ed i versi che lasciavano poco spazio all'immaginazione, portarono la Rai a eliminare il brano da tutte le programmazioni. Intervenne anche il Vaticano che, dalle colonne de "L'Osservatore Romano", arrivò a scomunicare il distributore del disco.
Infine, la Procura di Milano ordinò il ritiro del disco sul territorio nazionale, con l'accusa di oscenità, impedendone l'importazione.
Tuttavia, il brano continuò ad essere trasmesso da alcune emittenti (Radio Monte Carlo e Radio Capodistria) e le vendite del disco proseguirono seppur in maniera clandestina.
Difatti, dietro quell'apparente descrizione di un rapporto sessuale, si nascondevano tematiche più profonde. Lei dice "Io ti amo", lui risponde "Neanche io", come a dimostrare consapevolezza della falsità delle parole di lei, suscitate dalla passione del momento, dal divampare di una fiamma destinata a spegnersi nel buio "di una notte". E proprio questa malinconica idea di un sentimento fasullo, di un romantico istante destinato a morire, ha fatto di questo brano il simbolo di un'epoca, nonostante le mille polemiche. In fondo, a distanza di cinquant'anni, possiamo anche perdonare l'eccessiva "naturalezza" del brano. Dopotutto, non c'è nulla di male: "C'est l'amour!"
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