CARLO MAZZARELLA: "FINE" CRONISTA
Se - come credo - fare il giornalista equivale ad essere un artista, allora Carlo Mazzarella è stato un artista a tutto tondo. Prima attore di teatro, poi diverse partecipazioni a film (alcuni importanti) ed infine una bellissima carriera da cronista alla Rai.
Mazzarella nacque a Genova il 30 luglio del 1919. Frequentò l'Accademia d'arte drammatica di Roma diplomandosi insieme a Vittorio Gassman.
Nel Dopoguerra, cominciò a lavorare come attore in teatro e nella Rivista.
L'esordio cinematografico avvenne nel 1945, in due pellicole: "Le modelle di via Margutta", di Giuseppe Maria Scotese e "Le miserie del signor Travet", di Mario Soldati.
Successivamente prese parte ad una trentina di film, a volte anche accanto ai suoi ex compagni di corso, Vittorio Gassman (nel celebre "Riso amaro" di De Santis) e Alberto Sordi ("Le miserie del signor Travet" e "Un americano a Roma", di Steno).
Recitò anche in alcune pellicole accanto a Totò, come "Guardie e ladri", di Monicelli e Steno, e "Totò a colori", ancora di Steno.
Verso la fine degli anni '50, però, Carlo Mazzarella approdò al suo vero destino: il giornalismo. Cominciò con la carta stampata, ma la sua fama è legata soprattutto alla Rai. Nel 1955 entrò nella redazione dell'allora telegiornale nazionale.
Inizialmente si occupò soprattutto di cinema e spettacolo. Intervistò i protagonisti della "Dolce vita" romana, ma anche star internazionali di passaggio nella Capitale.
Alcune delle sue interviste sono entrate nella storia, come quelle a Salvator Dalì, Alfred Hitchcock e Walt Disney. Ma la sua popolarità è legata soprattutto alle numerose inchieste ed ai reportage da tutto il mondo, in particolar modo dall'Oriente e dagli Stati Uniti, realizzate prima per il Tg1 poi per il Tg2, dove si spostò a partire dal 1976 e dove concluse la sua carriera, nel 1985.
Se pensiamo che sono trascorsi ben cento anni dalla sua nascita e venticinque dalla sua scomparsa (avvenuta il 7 marzo del 1993, a causa di un male incurabile), ci rendiamo conto di come sia lontano quel tempo.
Sono scomparsi sia quel cinema e quel teatro da lui "fatti" e "raccontati", sia quegli attori e quei registi da lui conosciuti e intervistati. Ed è scomparsa anche quella Tv, elegante e garbata, che Carlo Mazzarella - con la sua figura distinta, il suo fare gentile e quel fine umorismo mai inappropriato - ha rappresentato appieno.
Se - come credo - fare il giornalista equivale ad essere un artista, allora Carlo Mazzarella è stato un artista a tutto tondo. Prima attore di teatro, poi diverse partecipazioni a film (alcuni importanti) ed infine una bellissima carriera da cronista alla Rai.
Mazzarella nacque a Genova il 30 luglio del 1919. Frequentò l'Accademia d'arte drammatica di Roma diplomandosi insieme a Vittorio Gassman.
Nel Dopoguerra, cominciò a lavorare come attore in teatro e nella Rivista.
L'esordio cinematografico avvenne nel 1945, in due pellicole: "Le modelle di via Margutta", di Giuseppe Maria Scotese e "Le miserie del signor Travet", di Mario Soldati.
Successivamente prese parte ad una trentina di film, a volte anche accanto ai suoi ex compagni di corso, Vittorio Gassman (nel celebre "Riso amaro" di De Santis) e Alberto Sordi ("Le miserie del signor Travet" e "Un americano a Roma", di Steno).
Recitò anche in alcune pellicole accanto a Totò, come "Guardie e ladri", di Monicelli e Steno, e "Totò a colori", ancora di Steno.
Verso la fine degli anni '50, però, Carlo Mazzarella approdò al suo vero destino: il giornalismo. Cominciò con la carta stampata, ma la sua fama è legata soprattutto alla Rai. Nel 1955 entrò nella redazione dell'allora telegiornale nazionale.
Inizialmente si occupò soprattutto di cinema e spettacolo. Intervistò i protagonisti della "Dolce vita" romana, ma anche star internazionali di passaggio nella Capitale.
Alcune delle sue interviste sono entrate nella storia, come quelle a Salvator Dalì, Alfred Hitchcock e Walt Disney. Ma la sua popolarità è legata soprattutto alle numerose inchieste ed ai reportage da tutto il mondo, in particolar modo dall'Oriente e dagli Stati Uniti, realizzate prima per il Tg1 poi per il Tg2, dove si spostò a partire dal 1976 e dove concluse la sua carriera, nel 1985.
Se pensiamo che sono trascorsi ben cento anni dalla sua nascita e venticinque dalla sua scomparsa (avvenuta il 7 marzo del 1993, a causa di un male incurabile), ci rendiamo conto di come sia lontano quel tempo.
Sono scomparsi sia quel cinema e quel teatro da lui "fatti" e "raccontati", sia quegli attori e quei registi da lui conosciuti e intervistati. Ed è scomparsa anche quella Tv, elegante e garbata, che Carlo Mazzarella - con la sua figura distinta, il suo fare gentile e quel fine umorismo mai inappropriato - ha rappresentato appieno.
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