UGO LA MALFA: LA "CASSANDRA" DELLA POLITICA ITALIANA
Tra i fautori della Ricostruzione post-bellica del nostro Paese merita un posto di tutto rilievo. Un uomo noto per quella sobrietà e serietà tipica di chi ha fatto dei numeri la propria ragione di vita. Sto parlando di Ugo La Malfa, storico esponente della politica italiana e leader del Partito Repubblicano Italiano (Pri), che scompariva esattamente quarant'anni fa, il 26 marzo del 1979. Nato a Palermo il 16 maggio del 1903, La Malfa affrontò studi economico-giuridici prima nella sua città e successivamente a Venezia.
Cominciò a militare nella politica come antifascista. Contribuì alla fondazione del Partito d'Azione nel 1942 per poi aderire, nel 1946, al Partito Repubblicano. Fu uno dei famosi "padri" della Costituente nonché uomo chiave nella Ricostruzione italiana. Prima come Ministro per la Ricostruzione poi in qualità di Ministro del Tesoro (coi Governi Parri e De Gasperi), diede avvio a quel processo economico - sociale noto a tutti come "Miracolo economico" o "Boom". Promosse con forte impegno l'intervento statale nella vita pubblica, lo sviluppo di una scuola laica e favorì lo sviluppo industriale ed agricolo, in particolare nel Mezzogiorno. Il suo nome è indissolubilmente legato al suo partito, il Pri. La sua ascesa politica avvenne proprio all'interno del "partito dell'edera", di cui fu segretario (dal 1965 al 1975) ed infine presidente (dal 1975 al 1979). Nel corso della sua carriera, La Malfa - sostenitore di una politica antinflazionistica - negò il proprio appoggio a molte riforme (università, sanità, scuola) nei vari governi Rumor e Colombo. Durante il quarto governo Moro, nel 1974, divenne Vicepresidente del Consiglio. Fu qui che La Malfa appoggiò l'ingresso del Pci nella maggioranza di Governo, mostrandosi favorevole anche ad un tentativo di riconciliazione tra comunisti e socialisti. Ma La Malfa fu anche uno dei sostenitori della "strategia della fermezza" - coloro che non volevano trattare con le Brigate Rosse - durante il sequestro Moro. In più, fu decisivo il suo contributo, nel 1978, per l'elezione del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, lo stesso che - dopo la caduta del quarto Governo Andreotti - gli diede l'incarico di formare un nuovo governo (progetto fallito) divenendo così La Malfa il secondo laico (dopo Ferruccio Parri) ad aver avuto quest'incarico. Il 20 marzo del 1979 fu nominato Ministro del bilancio nel quinto Governo Andreotti. Fu il suo ultimo incarico. Il 24 marzo, infatti, fu colpito da un'emorragia cerebrale, che se lo portò via dopo due giorni. Scompariva così uno dei "pilastri" della nostra storia politica, illustre esponente di uno dei partiti storici del nostro Paese. Un uomo che, attraverso calcoli e bilanci, riuscì a porre le basi per uno Stato libero e indipendente e che per via delle sue previsioni economiche, spesso infelici e poco incoraggianti, è ancora oggi ricordato come la "Cassandra" della politica italiana.
Cominciò a militare nella politica come antifascista. Contribuì alla fondazione del Partito d'Azione nel 1942 per poi aderire, nel 1946, al Partito Repubblicano. Fu uno dei famosi "padri" della Costituente nonché uomo chiave nella Ricostruzione italiana. Prima come Ministro per la Ricostruzione poi in qualità di Ministro del Tesoro (coi Governi Parri e De Gasperi), diede avvio a quel processo economico - sociale noto a tutti come "Miracolo economico" o "Boom". Promosse con forte impegno l'intervento statale nella vita pubblica, lo sviluppo di una scuola laica e favorì lo sviluppo industriale ed agricolo, in particolare nel Mezzogiorno. Il suo nome è indissolubilmente legato al suo partito, il Pri. La sua ascesa politica avvenne proprio all'interno del "partito dell'edera", di cui fu segretario (dal 1965 al 1975) ed infine presidente (dal 1975 al 1979). Nel corso della sua carriera, La Malfa - sostenitore di una politica antinflazionistica - negò il proprio appoggio a molte riforme (università, sanità, scuola) nei vari governi Rumor e Colombo. Durante il quarto governo Moro, nel 1974, divenne Vicepresidente del Consiglio. Fu qui che La Malfa appoggiò l'ingresso del Pci nella maggioranza di Governo, mostrandosi favorevole anche ad un tentativo di riconciliazione tra comunisti e socialisti. Ma La Malfa fu anche uno dei sostenitori della "strategia della fermezza" - coloro che non volevano trattare con le Brigate Rosse - durante il sequestro Moro. In più, fu decisivo il suo contributo, nel 1978, per l'elezione del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, lo stesso che - dopo la caduta del quarto Governo Andreotti - gli diede l'incarico di formare un nuovo governo (progetto fallito) divenendo così La Malfa il secondo laico (dopo Ferruccio Parri) ad aver avuto quest'incarico. Il 20 marzo del 1979 fu nominato Ministro del bilancio nel quinto Governo Andreotti. Fu il suo ultimo incarico. Il 24 marzo, infatti, fu colpito da un'emorragia cerebrale, che se lo portò via dopo due giorni. Scompariva così uno dei "pilastri" della nostra storia politica, illustre esponente di uno dei partiti storici del nostro Paese. Un uomo che, attraverso calcoli e bilanci, riuscì a porre le basi per uno Stato libero e indipendente e che per via delle sue previsioni economiche, spesso infelici e poco incoraggianti, è ancora oggi ricordato come la "Cassandra" della politica italiana.
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