NIKI LAUDA: SETTANT'ANNI DI PASSIONE
Ci sono dei personaggi che è difficile trovare nei libri di storia. Eppure, alcuni di questi meriterebbero un posto d'onore.
Perché se pensiamo al mondo della Formula 1, alle gare automobilistiche su pista, e alle vittorie conseguite dalla Scuderia Ferrari, non si può non parlare di Niki Lauda come di un personaggio storico. Che ci sia un interesse o meno da parte nostra nei confronti di questo sport, non si può non riconoscere a Lauda un gran merito: quello di aver contribuito a fare della Ferrari quello che è oggi, dopo novant'anni di attività.
Niki Lauda era appassionato di automobilismo fin da piccolo. I genitori però - ricchi banchieri viennesi - non accettavano questa sua passione. Lui, però, non si arrese. Riuscì invece a trovare i finanziamenti necessari per comprarsi un' auto e cominciare a gareggiare. Fece molta gavetta. Cominciò con la Formula Vee, poi la 3, la 2, fino al 1971, quando approdò alla Formula 1, al Gran Premio d'Austria: non fu un grande inizio, poichè fu costretto a ritirarsi. Ma, ancora una volta, non si arrese.
L'approdo al "Cavallino", arrivò nel 1974, grazie a Clay Regazzoni - suo ex compagno alla March, la sua scuderia precedente - che lo presentò ad Enzo Ferrari. Nel 1975, il primo titolo mondiale. In men che non si dica Niki, gran preparatore e collaudatore, oltre che pilota, entrò nel cuore degli italiani. Sembra tutto andar liscio, fino a quel 1° agosto del 1976, a Nurburgring: Niki Lauda, perde il controllo della sua auto che va a schiantarsi, incendiandosi. Uscirà da quell'ammasso di lamiere roventi col volto sfigurato e tanta amarezza. Enzo Ferrari, ritendendo che Lauda non si sarebbe ripreso a breve, scelse come primo pilota Carlos Reutemann. Ma Lauda si prese la sua rivincita, riuscendo ad ottenere il titolo mondiale nuovamente in quel 1977, prima di abbandonare per sempre la scuderia del "Drake". Le sue ultime esperienze furono alla Brabham, nel '78-'79, ed infine alla McLaren, dove vinse il suo ultimo mondiale nel 1984, prima del ritiro definitivo, un anno dopo.
Nella sua carriera, Niki Lauda ha vinto 25 Gran Premi. Ma due vittorie, forse le più difficili, le ha vinte nella sua "gara personale" con la vita. Due trapianti di rene, ed un ultimo trapianto polmonare, lo scorso agosto, a causa di un' infezione.
Insomma, anche la sua vita personale, costellata di ostacoli, che non lo hanno mai frenato, contribuisce a fare di lui un mito. Un campione nel vero senso della parola.
E noi italiani tutti, tifosi o meno, dobbiamo un grazie a quest'uomo che oggi compie settant'anni, di cui una piccola parte spesi al servizio del nostro Paese.
Perché credo davvero che Niki Lauda meriti un posto nella nostra storia nazionale. Proprio lui che ha permesso a tutti noi di sognare, dedicando parte della sua vita alla Ferrari, nostro orgoglio nazionale. Insegnandoci che, se si ha passione, i risultati si ottengono. Grazie Niki!
Ci sono dei personaggi che è difficile trovare nei libri di storia. Eppure, alcuni di questi meriterebbero un posto d'onore.
Perché se pensiamo al mondo della Formula 1, alle gare automobilistiche su pista, e alle vittorie conseguite dalla Scuderia Ferrari, non si può non parlare di Niki Lauda come di un personaggio storico. Che ci sia un interesse o meno da parte nostra nei confronti di questo sport, non si può non riconoscere a Lauda un gran merito: quello di aver contribuito a fare della Ferrari quello che è oggi, dopo novant'anni di attività.
Niki Lauda era appassionato di automobilismo fin da piccolo. I genitori però - ricchi banchieri viennesi - non accettavano questa sua passione. Lui, però, non si arrese. Riuscì invece a trovare i finanziamenti necessari per comprarsi un' auto e cominciare a gareggiare. Fece molta gavetta. Cominciò con la Formula Vee, poi la 3, la 2, fino al 1971, quando approdò alla Formula 1, al Gran Premio d'Austria: non fu un grande inizio, poichè fu costretto a ritirarsi. Ma, ancora una volta, non si arrese.
L'approdo al "Cavallino", arrivò nel 1974, grazie a Clay Regazzoni - suo ex compagno alla March, la sua scuderia precedente - che lo presentò ad Enzo Ferrari. Nel 1975, il primo titolo mondiale. In men che non si dica Niki, gran preparatore e collaudatore, oltre che pilota, entrò nel cuore degli italiani. Sembra tutto andar liscio, fino a quel 1° agosto del 1976, a Nurburgring: Niki Lauda, perde il controllo della sua auto che va a schiantarsi, incendiandosi. Uscirà da quell'ammasso di lamiere roventi col volto sfigurato e tanta amarezza. Enzo Ferrari, ritendendo che Lauda non si sarebbe ripreso a breve, scelse come primo pilota Carlos Reutemann. Ma Lauda si prese la sua rivincita, riuscendo ad ottenere il titolo mondiale nuovamente in quel 1977, prima di abbandonare per sempre la scuderia del "Drake". Le sue ultime esperienze furono alla Brabham, nel '78-'79, ed infine alla McLaren, dove vinse il suo ultimo mondiale nel 1984, prima del ritiro definitivo, un anno dopo.
Nella sua carriera, Niki Lauda ha vinto 25 Gran Premi. Ma due vittorie, forse le più difficili, le ha vinte nella sua "gara personale" con la vita. Due trapianti di rene, ed un ultimo trapianto polmonare, lo scorso agosto, a causa di un' infezione.
Insomma, anche la sua vita personale, costellata di ostacoli, che non lo hanno mai frenato, contribuisce a fare di lui un mito. Un campione nel vero senso della parola.
E noi italiani tutti, tifosi o meno, dobbiamo un grazie a quest'uomo che oggi compie settant'anni, di cui una piccola parte spesi al servizio del nostro Paese.
Perché credo davvero che Niki Lauda meriti un posto nella nostra storia nazionale. Proprio lui che ha permesso a tutti noi di sognare, dedicando parte della sua vita alla Ferrari, nostro orgoglio nazionale. Insegnandoci che, se si ha passione, i risultati si ottengono. Grazie Niki!
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