"COLAZIONE DA TIFFANY": ROMANZO DI UN "SUSSURRO" D'AMORE
Era il novembre di sessant'anni fa quando, in America, veniva pubblicato un romanzo destinato a diventare un pilastro della letteratura mondiale: "Colazione da Tiffany", senza dubbio l'opera più conosciuta del grande scrittore e giornalista Truman Capote.
Il libro, ambientato a New York, narra le vicende di Holly Golightly, una ragazza cinica ma allo stesso tempo dolce, ingenua e un po' bambina, dedita ad una vita molto libertina, fatta di feste, amicizie poco raccomandabili, relazioni con uomini da cui cercare protezione e un gatto senza nome che le fa compagnia. La storia è narrata dal suo amico e vicino di casa, Paul, aspirante scrittore. Tra i due nasce un rapporto di difficile descrizione. C'è un sentimento di affinità che li lega. Un'amicizia che tende all'amore, senza mai trovar modo di rivelarsi pienamente. Holly fa di tutto pur di mostrarsi forte, determinata, indifferente. Ma ben presto viene fuori il suo doloroso passato: quello di una sposa bambina, scappata di casa alla ricerca del suo posto nel mondo. Proprio questa ricerca la rende instabile, soprattutto emotivamente.
Un posto che reputa sicuro, un posto in cui "non ti può capitare niente di brutto", però, lei l'ha trovato: la celebre Gioielleria Tiffany. È indelebile nella memoria di tutti noi l'immagine di Audrey Hepburn, nei panni di Holly, che addenta un croissant ammirando le vetrine della gioielleria.
È la scena iniziale del film del 1961 che portò il romanzo di Capote sul grande schermo, divenendo a sua volta un capolavoro della cinematografia. In realtà, però, tra le due opere (letteraria e cinematografica) c'è qualche differenza.
Nel film il narratore, Paul, entra a far parte chiaramente della trama, col ruolo di uno squattrinato scrittore mantenuto da una donna sposata. L'uomo, col tempo, si innamora davvero di Holly, e il finale, molto meno sospeso, vede i due protagonisti ritrovarsi e baciarsi sotto la pioggia.
Personalmente, adoro il film, ma la trama del libro mi sembra molto più vera ed emozionante.
Paul e Holly si comprendono con uno sguardo, senza bisogno di troppe parole.
Allo stesso tempo però non riescono mai ad "incontrarsi" davvero, restando sospesi, fino all'ultima riga. Il film, invece, fornisce un finale più lieto, confortante. In conclusione, credo che l'autenticità del racconto possa cogliersi soltanto nell'opera letteraria. Il racconto di un "sussurro" d'amore: un sentimento accennato, mai compiutamente vissuto, ma che ognuno di noi, almeno una volta, ha provato nella vita.
Era il novembre di sessant'anni fa quando, in America, veniva pubblicato un romanzo destinato a diventare un pilastro della letteratura mondiale: "Colazione da Tiffany", senza dubbio l'opera più conosciuta del grande scrittore e giornalista Truman Capote.
Il libro, ambientato a New York, narra le vicende di Holly Golightly, una ragazza cinica ma allo stesso tempo dolce, ingenua e un po' bambina, dedita ad una vita molto libertina, fatta di feste, amicizie poco raccomandabili, relazioni con uomini da cui cercare protezione e un gatto senza nome che le fa compagnia. La storia è narrata dal suo amico e vicino di casa, Paul, aspirante scrittore. Tra i due nasce un rapporto di difficile descrizione. C'è un sentimento di affinità che li lega. Un'amicizia che tende all'amore, senza mai trovar modo di rivelarsi pienamente. Holly fa di tutto pur di mostrarsi forte, determinata, indifferente. Ma ben presto viene fuori il suo doloroso passato: quello di una sposa bambina, scappata di casa alla ricerca del suo posto nel mondo. Proprio questa ricerca la rende instabile, soprattutto emotivamente.
Un posto che reputa sicuro, un posto in cui "non ti può capitare niente di brutto", però, lei l'ha trovato: la celebre Gioielleria Tiffany. È indelebile nella memoria di tutti noi l'immagine di Audrey Hepburn, nei panni di Holly, che addenta un croissant ammirando le vetrine della gioielleria.
È la scena iniziale del film del 1961 che portò il romanzo di Capote sul grande schermo, divenendo a sua volta un capolavoro della cinematografia. In realtà, però, tra le due opere (letteraria e cinematografica) c'è qualche differenza.
Nel film il narratore, Paul, entra a far parte chiaramente della trama, col ruolo di uno squattrinato scrittore mantenuto da una donna sposata. L'uomo, col tempo, si innamora davvero di Holly, e il finale, molto meno sospeso, vede i due protagonisti ritrovarsi e baciarsi sotto la pioggia.
Personalmente, adoro il film, ma la trama del libro mi sembra molto più vera ed emozionante.
Paul e Holly si comprendono con uno sguardo, senza bisogno di troppe parole.
Allo stesso tempo però non riescono mai ad "incontrarsi" davvero, restando sospesi, fino all'ultima riga. Il film, invece, fornisce un finale più lieto, confortante. In conclusione, credo che l'autenticità del racconto possa cogliersi soltanto nell'opera letteraria. Il racconto di un "sussurro" d'amore: un sentimento accennato, mai compiutamente vissuto, ma che ognuno di noi, almeno una volta, ha provato nella vita.
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