ADDIO A CARLO GIUFFRE': IL VOLTO GENTILE DEL TEATRO NAPOLETANO
Tra circa un mese - il 3 dicembre - avrebbe compiuto novant'anni. Ma evidentemente, Carlo Giuffré ha preferito andar via prima, per festeggiare questo importante traguardo in compagnia del fratello maggiore Aldo - che lo ha preceduto qualche anno fa.
Con la scomparsa del più piccolo dei fratelli Giuffré, si chiude un'epoca per il teatro nazionale. La fine di una carriera fatta di successi, personaggi e piéce indimenticabili.
Mosse i primi passi alla fine degli anni '40, e proprio a teatro, il suo grande amore. Dopo il diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, Carlo Giuffré calcò il primo palcoscenico in compagnia di Aldo e diretto dal grande maestro Eduardo De Filippo.
Aldo e Carlo Giuffré.
Fu proprio quest'ultimo ad intuire le potenzialità dei due giovani attori, che daranno vita ad un sodalizio artistico che ha fatto la storia del teatro italiano. E Carlo - come il fratello - resterà sempre legato a De Filippo, tanto da riportare in scena fino a non molto tempo fa le sue più celebri commedie come "Questi fantasmi", "Non ti pago" e "Napoli milionaria!".
Ma Giuffré fu anche un volto noto del cinema e della televisione. Alto, di bell'aspetto, fascinoso, prese parte ad oltre ottanta film tra gli anni '50 e '70, spaziando dalla commedia all'italiana fino al poliziottesco e alla sceneggiata napoletana.
Il suo habitat naturale, però, è sempre stato il teatro: lì è stato in grado di esprimere appieno le propri doti artistiche. Nel corso degli anni si è misurato con Goethe, Cechov, Pirandello, portando in scena rivisitazioni delle loro opere più note.
Ed è proprio lì, sopra quegli assi di legno e dietro quei sipari, che si avvertirà maggiormente la sua mancanza. La perdita di Carlo resta un duro colpo per il teatro nazionale, ma soprattutto per quello napoletano che oggi ha perso, senza dubbio, il suo "volto gentile".
Tra circa un mese - il 3 dicembre - avrebbe compiuto novant'anni. Ma evidentemente, Carlo Giuffré ha preferito andar via prima, per festeggiare questo importante traguardo in compagnia del fratello maggiore Aldo - che lo ha preceduto qualche anno fa.
Con la scomparsa del più piccolo dei fratelli Giuffré, si chiude un'epoca per il teatro nazionale. La fine di una carriera fatta di successi, personaggi e piéce indimenticabili.
Mosse i primi passi alla fine degli anni '40, e proprio a teatro, il suo grande amore. Dopo il diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, Carlo Giuffré calcò il primo palcoscenico in compagnia di Aldo e diretto dal grande maestro Eduardo De Filippo.
Aldo e Carlo Giuffré.
Fu proprio quest'ultimo ad intuire le potenzialità dei due giovani attori, che daranno vita ad un sodalizio artistico che ha fatto la storia del teatro italiano. E Carlo - come il fratello - resterà sempre legato a De Filippo, tanto da riportare in scena fino a non molto tempo fa le sue più celebri commedie come "Questi fantasmi", "Non ti pago" e "Napoli milionaria!".
Ma Giuffré fu anche un volto noto del cinema e della televisione. Alto, di bell'aspetto, fascinoso, prese parte ad oltre ottanta film tra gli anni '50 e '70, spaziando dalla commedia all'italiana fino al poliziottesco e alla sceneggiata napoletana.
Il suo habitat naturale, però, è sempre stato il teatro: lì è stato in grado di esprimere appieno le propri doti artistiche. Nel corso degli anni si è misurato con Goethe, Cechov, Pirandello, portando in scena rivisitazioni delle loro opere più note.
Ed è proprio lì, sopra quegli assi di legno e dietro quei sipari, che si avvertirà maggiormente la sua mancanza. La perdita di Carlo resta un duro colpo per il teatro nazionale, ma soprattutto per quello napoletano che oggi ha perso, senza dubbio, il suo "volto gentile".
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