VIVERE È ANCHE CONSERVARE I PROPRI RICORDI
Alzi la mano chi non ha mai ceduto alle lusinghe della nostalgia. Quella irrefrenabile tendenza - romantica e sentimentale - a guardarsi indietro. Penso sia successo a tutti.
Perché ciascuno di noi è legato inevitabilmente al proprio passato fatto di speranze, emozioni, ricordi - a volte piacevoli, altre meno.
Ma solitamente, quando siamo un po' giù, quando ci sentiamo tristi, sono sempre i pensieri più lieti a venir fuori dall'oblio dell'animo per farci compagnia.
Pensiamo che il tempo abbia cancellato tutto, ma non è così. Perché in realtà sono sempre stati lì, dentro di noi. Nascosti nel profondo del nostro cuore, in attesa di essere cercati.
Magari il presente non ci soddisfa, il futuro sembra non promettere nulla di buono e così finiamo per rimpiangere le gioie passate. È in quel preciso istante che cerchiamo rifugio nei ricordi: amicizie perdute, amori finiti o mai decollati, persone che non sono più accanto a noi perché non hanno potuto, o voluto.
Un tempo si andava a rovistare tra le vecchie fotografie, si andavano a rileggere lettere ingiallite dall'umidità e dal tempo. Oggi si rileggono le email salvate sul Pc, le vecchie chat sui social o i messaggini archiviati sul cellulare. Oppure, si esplora la "galleria" dello smartphone per rivedere volti e sorrisi ormai lontani: amati, magari anche odiati, ma mai fino in fondo dimenticati.
E tanto basta per illudersi. Perché appena ritroviamo quel barlume di felicità perduta, ci poniamo la fatidica domanda: "Come sarebbe andata se...?" Se avessimo fatto di più, se fossimo stati più fiduciosi, se ci fossero state le condizioni adatte.
Ma è solo un'illusione, consapevole illusione. Perché in realtà sappiamo bene come stanno le cose. Sappiamo che ciò che non è stato non potrà mai essere. "Panta rhei" - "tutto scorre" - diceva qualcuno: il mondo cambia e cambiano le persone, e ciò che poteva essere un tempo non è detto sia possibile oggi.
Proprio per questo ci viene sempre detto di voltare pagina, di non pensare a ciò che è stato, e lasciar stare i ricordi lì dove sono.
Ma che male c'è? Cosa c'è di sbagliato nel voler rifugiarsi nel ricordo, per cercare un po' di sollievo, per riacquistare fiducia nel futuro?
Certo, non bisogna mai farsi travolgere dal passato, col rischio di bloccarsi e non riuscire a guardare avanti. Ma i ricordi fanno parte di noi, sono la nostra storia, nel bene e nel male, ed è giusto custodirli. Come scrisse Enzo Biagi: "Vivere è anche conservare i propri ricordi".
Alzi la mano chi non ha mai ceduto alle lusinghe della nostalgia. Quella irrefrenabile tendenza - romantica e sentimentale - a guardarsi indietro. Penso sia successo a tutti.
Perché ciascuno di noi è legato inevitabilmente al proprio passato fatto di speranze, emozioni, ricordi - a volte piacevoli, altre meno.
Ma solitamente, quando siamo un po' giù, quando ci sentiamo tristi, sono sempre i pensieri più lieti a venir fuori dall'oblio dell'animo per farci compagnia.
Pensiamo che il tempo abbia cancellato tutto, ma non è così. Perché in realtà sono sempre stati lì, dentro di noi. Nascosti nel profondo del nostro cuore, in attesa di essere cercati.
Magari il presente non ci soddisfa, il futuro sembra non promettere nulla di buono e così finiamo per rimpiangere le gioie passate. È in quel preciso istante che cerchiamo rifugio nei ricordi: amicizie perdute, amori finiti o mai decollati, persone che non sono più accanto a noi perché non hanno potuto, o voluto.
Un tempo si andava a rovistare tra le vecchie fotografie, si andavano a rileggere lettere ingiallite dall'umidità e dal tempo. Oggi si rileggono le email salvate sul Pc, le vecchie chat sui social o i messaggini archiviati sul cellulare. Oppure, si esplora la "galleria" dello smartphone per rivedere volti e sorrisi ormai lontani: amati, magari anche odiati, ma mai fino in fondo dimenticati.
E tanto basta per illudersi. Perché appena ritroviamo quel barlume di felicità perduta, ci poniamo la fatidica domanda: "Come sarebbe andata se...?" Se avessimo fatto di più, se fossimo stati più fiduciosi, se ci fossero state le condizioni adatte.
Ma è solo un'illusione, consapevole illusione. Perché in realtà sappiamo bene come stanno le cose. Sappiamo che ciò che non è stato non potrà mai essere. "Panta rhei" - "tutto scorre" - diceva qualcuno: il mondo cambia e cambiano le persone, e ciò che poteva essere un tempo non è detto sia possibile oggi.
Proprio per questo ci viene sempre detto di voltare pagina, di non pensare a ciò che è stato, e lasciar stare i ricordi lì dove sono.
Ma che male c'è? Cosa c'è di sbagliato nel voler rifugiarsi nel ricordo, per cercare un po' di sollievo, per riacquistare fiducia nel futuro?
Certo, non bisogna mai farsi travolgere dal passato, col rischio di bloccarsi e non riuscire a guardare avanti. Ma i ricordi fanno parte di noi, sono la nostra storia, nel bene e nel male, ed è giusto custodirli. Come scrisse Enzo Biagi: "Vivere è anche conservare i propri ricordi".
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