Passa ai contenuti principali
AUGURONI LUCIA' E GRAZIE ASSAJE!


Ho avuto il piacere di incontrare Luciano De Crescenzo sei anni fa, alla presentazione di un suo libro, a Napoli, da "Loffredo" ( libreria ormai chiusa). Ricordo che ero emozionatissimo! Alla fine della presentazione lo avevano fatto accomodare su una poltroncina, dove chi voleva poteva avvicinarsi per avere un autografo. Io ero l'unico presente al di sotto dei quarant'anni. Mi firmò la copia del libro, me lo consegnò e poi, con un sorriso, agitò la mano, chiudendola a pugno e riaprendola in segno di saluto, come a dire "Statt' buono" - "Stai bene". Dal suo sguardo ho capito che era contento di vedermi lì, visto che ha più volte dichiarato di scrivere soprattutto per noi giovani. E, devo dire, non siamo tantissimi a seguirlo, ma ci siamo.
Soprattutto quelli a cui la filosofia non è mai andata molto a genio. Non è il mio caso, in quanto adoro questa materia fin dai tempi della scuola, ed ho semplicemente "nutrito" la mia passione per la filosofia leggendo i suoi testi. Ma sono tanti i ragazzi e le ragazze - ma anche gli adulti - che hanno imparato la filosofia grazie a lui.





Perché Luciano De Crescenzo - scrittore , ex ingegnere dell'IBM, regista, attore - è uno dei pochi ( forse l'unico?) al mondo in grado di spiegarti teorie filosofiche, anche complesse, come se raccontasse un "fattariello". Per noi comuni mortali è un vero filosofo, sebbene lui stesso si definisca un semplice "appassionato di filosofia".
Gli accademici, però, lo hanno sempre snobbato. Nonostante i suoi libri - oltre cinquanta, a partire da "Così Parlò Bellavista" - abbiano riscosso grande successo, nonostante siano stai venduti in tutto il mondo e tradotti in più lingue (anche in giapponese), gli addetti ai lavori storcono sempre il naso quando si parla di lui.
E forse hanno ragione. Perché Luciano De Crescenzo non è certo un filosofo da accademia. Non è uno di quei "professoroni" che si riempiono la bocca di paroloni complicati, chiusi sempre nelle loro biblioteche, spesso scontrosi e con scarsi doti comunicative. Lui è stato in grado di rendere la filosofia - ma anche la mitologia greca - alla portata di tutti. Attraverso non solo le sue opere letterarie, ma anche con documentari per la Rai sulle gesta e i miti dell'Antica Grecia, e soprattutto con i suoi film: "Così parlò Bellavista" (tratto dall'omonimo libro), "Il mistero di Bellavista", "32 Dicembre", "Croce e Delizia".
Si è sempre definito come uno "scaletto a tre gradini", quelli che nelle biblioteche servono per accedere ai libri posti sui piani più alti. E credo sia proprio questa l'immagine che meglio lo rappresenta.
A mio avviso, però, attribuire al suo lavoro l'aggettivo "filosofico" non è poi così sbagliato. D'altra parte, se gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Atene, capitale della Grecia - patria della filosofia - un motivo ci sarà?

Al di là di tutto questo io devo molto a Luciano De Crescenzo. Perché è vero che con la filosofia, per me, è stato "amore a prima vista", fin dalla prima lezione a scuola, in terzo liceo, ma se la mia passione per questa splendida materia si è centuplicata, è senz'altro merito dei suoi libri.
Soprattutto ho imparato ad apprezzare un certo modo di "fare filosofia", tramite esempi semplici, paragoni in apparenza surreali ma esilaranti, che aiutano a capire senza travisare il significato vero del concetto.
Perché non esistono materie semplici o difficili: esiste soltanto il modo giusto di approcciarsi ad esse.
Inoltre abbiamo molte cose in comune io e lui: innanzitutto la città d'origine, Napoli. Poi la fantasia, l'ironia, ovviamente l'amore per la scrittura e la filosofia, ma soprattutto la capacità di credere nei sogni, anche quando sembrano irrealizzabili.
Perché solo chi, come lui, crede nelle possibilità della vita può a cinquant'anni - con una carriera in piena ascesa come dirigente presso un colosso dell'informatica quale l'IBM - mollare tutto per dedicarsi anima e corpo alla scrittura e alla filosofia - passioni che coltivava fin da ragazzo, tra i banchi del Liceo Classico "Jacopo Sannazaro".
Oggi Luciano compie novant'anni, e ha da poco scritto il suo ultimo libro. A quanto appreso da "Il Mattino", pare gli abbiano preparato una festa, con gli amici di sempre - come Renzo Arbore e Marisa Laurito. Queste poche righe vogliono essere soltanto un mio modesto regalo. Nulla in confronto a quello che lui ha donato a me. Perché se oggi studio Filosofia, se sto curando questo blog e se ho deciso di seguire i miei sogni, beh, gran parte del merito è anche suo. Auguroni Lucia' e grazie assaje!

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l'altro, per la salita di Sant'Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla ve...
C'ERA UNA VOLTA, IL TEATRO DELLE VITTORIE! Nell’estate televisiva in cui le menti offuscate dall’afa si ridestano, a sera, ai ricordi di  Techetecheté , ci capiterà di rivederlo. Nelle sue splendide scenografie, dal bianco e nero al colore, nei conduttori in abito da sera, da Lelio Luttazzi a Fabrizio Frizzi, negli acuti di Mina, nella diplomazia di Pippo Baudo, nelle mille luci di una facciata, quella di uno dei teatri più celebri della Rai, che era essa stessa un inno al divertimento del sabato sera. Da qualche tempo, quell’ingresso, per anni abbandonato al degrado estetico, è stato restaurato ma “in povertà”, lontano dai fasti di una storia cominciata ottant'anni fa, nel 1944, quando il Teatro delle Vittorie, sito in via Col di Lana, a Roma, veniva inaugurato nientepopodimeno che da una rivista di Totò e Anna Magnani.   Il "luminoso" ingresso del Teatro delle Vittorie.   Il delle Vittorie era un grande teatro specializzato negli spettacoli di varietà e rivista. Bal...
GIUSEPPE GUIDA, PASSIONE MAESTRA Un maestro, nel senso più “elementare” del termine. Perché prima che professore, preside, sindaco democristiano, storico e scrittore, Giuseppe Guida è stato, a mio avviso, un maestro. E non solo perché si diplomò allo storico Istituto Magistrale di Lagonegro. Giuseppe Guida possedeva infatti le qualità che - sempre a mio parere - dovrebbero essere proprie di un vero insegnante elementare (e non solo): empatia, sguardo lungo, curiosità, intelligenza. E di intelligenza “Peppino” Guida diede dimostrazione fin da bambino.  Nato il 17 settembre 1914, da proprietari terrieri del Farno, zona rurale alle porte di Lagonegro (Pz), Peppino era terzo di sette figli e i genitori, per permettergli di studiare, lo affidarono agli zii materni, commercianti, che si occuparono della sua istruzione. I loro sacrifici non furono vani e infatti Peppino Guida diede prova di grandi capacità intellettive e non solo. Accanto alla passione per gli studi umanistici, che lo con...