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GRAZIE PAOLO, OVUNQUE TU SIA!

Sembra impossibile, eppure è già passato un anno. Ricordo perfettamente il momento in cui appresi la notizia sul web: Paolo Villaggio, morto? Come era possibile? Quasi non volevo crederci.
Perché per me lui, nonostante non l'avessi mai conosciuto, era come un amico. Un compagno di giochi, col quale trascorrere pomeriggi stupendi.


Ormai parecchi anni fa, dopo la scuola - a volte boicottando anche lo studio - mi piazzavo davanti la tv, inserivo il vhs nel videoregistratore, ed erano ore di risate assicurate. Tra i tanti "miti" che avevano l'onore di far parte dei miei preferiti (come Alberto Sordi) c'era anche lui, Paolo Villaggio, spesso protagonista, a volte coprotagonista insieme ad altri simpatici interpreti.
"I pompieri", "I pompieri 2: missione eroica", "Le Comiche" 1,2 e 3 con Renato Pozzetto, "Fracchia la belva umana". L'indimenticabile e meraviglioso "Io speriamo che me la cavo", in cui interpretava il dolce maestro Marco, all'opera con una classe di ragazzini tanto simpatici quanto sfortunati. E poi, naturalmente, l'intera saga del ragionier Ugo Fantozzi, l'impiegato per antonomasia. Colui che è stato in grado di descrivere, con ironia e bravura, la vita e le disavventure degli impiegati statali. Conoscevo a memoria tutte le battute dei suoi film. Oggi le ricordo ancora, ma a quei tempi ero capace di recitare un'intera scena completa, guardando praticamente a ripetizione le sue pellicole.
A Paolo Villaggio - che, va detto, non è stato solo un attore, ma anche uno scrittore (Fantozzi nasce da un libro) ed un paroliere, per l'amico fraterno Fabrizio De André - devo molto. Queste mie poche righe vogliono essere un ringraziamento dovuto alla sua arte e alla sua simpatia. Se non lo facessi, come direbbe Fantozzi, non sarei "molto umano". Pertanto, ovunque tu sia, grazie Paolo!

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