CIAO CARLO, HAI FATTO RIDERE UN'ITALIA CHE NON AVEVA PIU' MOTIVI PER FARLO
Ha cercato di ridar lustro alla "commedia all'italiana". Produzioni che hanno visto la "firma" di veri e propri pilastri del cinema, quali Dino Risi, Mario Monicelli e Stefano Vanzina (in arte Steno).
E considerando che i sopracitati signori erano - a mio avviso - inimitabili, direi che Carlo Vanzina, insieme al fratello Enrico, ha dato il meglio di sé pur di onorare le sue "illustri" origini.
D'altra parte, dal figlio di Steno e da un allievo di Monicelli, non potevamo aspettarci altro.
Ed ora che se n'è andato, sicuramente troppo presto, a causa di una malattia contro cui da tempo lottava, la malinconia che c'avvolge è quasi fisiologica. Carlo è stato in grado di raccontare l'Italia, i suoi vizi e le sue virtù, come i "padri" del nostro cinema avevano fatto, cercando però di adeguarsi ai tempi. Sono molte le produzioni che portano la sua firma. Personalmente sono legato ad alcuni film in particolare: "Sapore di mare" del 1983, uno spaccato dell'italia degli anni '60, i più recenti "Il pranzo della domenica" e "In questo mondo di ladri" del 2003 e del 2004, il mitico "Febbre da cavallo- La mandrakata", con Gigi Proietti, Enrico Montesano e Carlo Buccirosso - remake del film cult di Steno, del 1976 - e poi alcune produzioni televisive, come la fiction tv "Un ciclone in famiglia", con Massimo Boldi, e "Piper" del 2007, film tv sul famosissimo locale beat romano.
In un'epoca in cui gli italiani non avevano più molti motivi per farlo, lui è riuscito a farli sorridere.
E sarà sempre così. Ciao Carlo!
Ha cercato di ridar lustro alla "commedia all'italiana". Produzioni che hanno visto la "firma" di veri e propri pilastri del cinema, quali Dino Risi, Mario Monicelli e Stefano Vanzina (in arte Steno).
E considerando che i sopracitati signori erano - a mio avviso - inimitabili, direi che Carlo Vanzina, insieme al fratello Enrico, ha dato il meglio di sé pur di onorare le sue "illustri" origini.
D'altra parte, dal figlio di Steno e da un allievo di Monicelli, non potevamo aspettarci altro.
Ed ora che se n'è andato, sicuramente troppo presto, a causa di una malattia contro cui da tempo lottava, la malinconia che c'avvolge è quasi fisiologica. Carlo è stato in grado di raccontare l'Italia, i suoi vizi e le sue virtù, come i "padri" del nostro cinema avevano fatto, cercando però di adeguarsi ai tempi. Sono molte le produzioni che portano la sua firma. Personalmente sono legato ad alcuni film in particolare: "Sapore di mare" del 1983, uno spaccato dell'italia degli anni '60, i più recenti "Il pranzo della domenica" e "In questo mondo di ladri" del 2003 e del 2004, il mitico "Febbre da cavallo- La mandrakata", con Gigi Proietti, Enrico Montesano e Carlo Buccirosso - remake del film cult di Steno, del 1976 - e poi alcune produzioni televisive, come la fiction tv "Un ciclone in famiglia", con Massimo Boldi, e "Piper" del 2007, film tv sul famosissimo locale beat romano.
In un'epoca in cui gli italiani non avevano più molti motivi per farlo, lui è riuscito a farli sorridere.
E sarà sempre così. Ciao Carlo!
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