PRIMO MAGGIO, SU CORAGGIO!
"Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno" - diceva Voltaire. Il lavoro ci tiene occupati, mente e corpo. Ci tiene alla larga dai vizi, perché serve a disciplinarci, a dare un ritmo alle nostre giornate. E ci aiuta anche nel soddisfare le nostre necessità, che siano primarie - come il mangiare ed il bere - o secondarie - le passioni e gli interessi che ognuno di noi ha. D'altra parte, come dice il detto, "Il lavoro nobilita l'uomo". L'essere umano è il suo lavoro: in esso si identifica e si realizza appieno. E quando parlo di lavoro parlo anche dello studio. Perché anche chi studia contribuisce alla propria crescita e a quella del proprio Paese, impegnandosi e faticando come tutti gli altri.
Per questo ritengo che la Festa del Lavoro sia una di quelle ricorrenze che ci unisce tutti, indifferentemente dall'età, dal credo politico, religioso o dall'estrazione sociale. Il lavoro ci rende liberi ed uguali. È vero, tale festa venne fuori dall'impegno delle classi operaie, al tempo della rivoluzione industriale dell'800, che chiedevano una situazione lavorativa - in termini di paga e ore di lavoro - più umana. Nasce quindi dal proletariato, da coloro che avevano, per lo più, idee socialcomuniste. Furono proprio i socialisti nella Seconda Internazionale di Parigi a istituire la Festa del Lavoro (in Europa), nel 1899 - due anni dopo arrivò anche in Italia.
Ma anche sotto il Fascismo, Benito Mussolini fece sua tale ricorrenza, dichiarandola Festa Nazionale per l'Italia, anche se spostò la data al 21 aprile - che coincideva col Natale di Roma. Dopo la guerra e la caduta del Regime, la festa fu riportata al 1° maggio, e dieci anni dopo, nel 1955, il Papa Pio XII scelse quel giorno come festività di San Giuseppe Lavoratore, per far si che anche tutta la comunità cristiana potesse parteciparvi. Pertanto è una festa di tutti noi: di chi studia, di chi lavora, di chi ha lavorato, di chi il lavoro lo sta cercando e di chi si è messo alla sua ricerca.
Auguro una Buona Festa a tutti i lavoratori, soprattutto a quelli che oggi lavorano regolarmente. Un grosso in bocca al lupo, inoltre, a coloro che sono alla ricerca di un lavoro, e a tutti gli studenti che, come di consueto, in questo mese di maggio, saranno alle prese col "grosso lavoro" di portare a termine gli ultimi compiti in classe e le interrogazioni. Per voi ragazzi - visto che ci avviciniamo ormai all'ora di inizio del tradizionale Concertone di Roma -, il monito musicale di Umberto Tozzi: "Primo maggio, su coraggio!".
"Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno" - diceva Voltaire. Il lavoro ci tiene occupati, mente e corpo. Ci tiene alla larga dai vizi, perché serve a disciplinarci, a dare un ritmo alle nostre giornate. E ci aiuta anche nel soddisfare le nostre necessità, che siano primarie - come il mangiare ed il bere - o secondarie - le passioni e gli interessi che ognuno di noi ha. D'altra parte, come dice il detto, "Il lavoro nobilita l'uomo". L'essere umano è il suo lavoro: in esso si identifica e si realizza appieno. E quando parlo di lavoro parlo anche dello studio. Perché anche chi studia contribuisce alla propria crescita e a quella del proprio Paese, impegnandosi e faticando come tutti gli altri.
Per questo ritengo che la Festa del Lavoro sia una di quelle ricorrenze che ci unisce tutti, indifferentemente dall'età, dal credo politico, religioso o dall'estrazione sociale. Il lavoro ci rende liberi ed uguali. È vero, tale festa venne fuori dall'impegno delle classi operaie, al tempo della rivoluzione industriale dell'800, che chiedevano una situazione lavorativa - in termini di paga e ore di lavoro - più umana. Nasce quindi dal proletariato, da coloro che avevano, per lo più, idee socialcomuniste. Furono proprio i socialisti nella Seconda Internazionale di Parigi a istituire la Festa del Lavoro (in Europa), nel 1899 - due anni dopo arrivò anche in Italia.
Ma anche sotto il Fascismo, Benito Mussolini fece sua tale ricorrenza, dichiarandola Festa Nazionale per l'Italia, anche se spostò la data al 21 aprile - che coincideva col Natale di Roma. Dopo la guerra e la caduta del Regime, la festa fu riportata al 1° maggio, e dieci anni dopo, nel 1955, il Papa Pio XII scelse quel giorno come festività di San Giuseppe Lavoratore, per far si che anche tutta la comunità cristiana potesse parteciparvi. Pertanto è una festa di tutti noi: di chi studia, di chi lavora, di chi ha lavorato, di chi il lavoro lo sta cercando e di chi si è messo alla sua ricerca.
Auguro una Buona Festa a tutti i lavoratori, soprattutto a quelli che oggi lavorano regolarmente. Un grosso in bocca al lupo, inoltre, a coloro che sono alla ricerca di un lavoro, e a tutti gli studenti che, come di consueto, in questo mese di maggio, saranno alle prese col "grosso lavoro" di portare a termine gli ultimi compiti in classe e le interrogazioni. Per voi ragazzi - visto che ci avviciniamo ormai all'ora di inizio del tradizionale Concertone di Roma -, il monito musicale di Umberto Tozzi: "Primo maggio, su coraggio!".
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