TOTO' DOTTORE CON LA LAURA : 5 APRILE 2017
Un anno fa l'Università Federico II di Napoli dava la famosa "laura" a Totò. Infatti - con la pergamena consegnata nelle mani di sua nipote Elena - venne conferita al Principe la laurea honoris causa alla memoria. Fu una cerimonia molto bella, emozionante, a cui ho avuto l'onore di partecipare.
Per questo ho deciso di pubblicare oggi, in ricordo dell'evento, l'articolo da me scritto in quell'occasione.
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Università Federico II – Dipartimento di Scienze Umane: laurea honoris causa alla memoria ad Antonio De Curtis, in arte Totò
Esattamente 50 anni fa, il "principe della risata" si accomiatava. Il funerale, svoltosi nella Chiesa del Carmine, a Napoli, vide la partecipazione di personalità del cinema, dello spettacolo e di tanta gente comune che - per la prima volta in occasione di un rito funebre - accompagnarono la salma con un fragoroso applauso. “Hai fatto nuovamente il tutto esaurito” – disse Nino Taranto, storica spalla di Totò, in quell’occasione.
Ebbene, esattamente mezzo secolo dopo la sua morte, arriva un’onorificenza che lui - desideroso da sempre di approvazione e di riscatto sociale - avrebbe sicuramente apprezzato.
Infatti, il 5 aprile, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha conferito ad Antonio De Curtis la laurea honoris causa alla memoria in "Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria".
La cerimonia si è svolta tra le colonne e gli stucchi dell’Aula Magna Storica della Federico II, presso la sede centrale di Corso Umberto I. L’evento è stato presieduto dal Magnifico Rettore, Gaetano Manfredi, al quale è spettato il compito di dar inizio alla manifestazione.
"Certamente Totò non aveva necessità di un riconoscimento per essere qualcuno, sebbene lo avrebbe inorgoglito" - ha detto Manfredi - "ma la decisione è stata presa per dare testimonianza del senso della sua azione in vita, del forte contributo dato con la sua arte trans-generazionale alla lingua e alla cultura, napoletana ed italiana".
Sono poi intervenuti Edoardo Massimilla, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, ed il professor Michele Palumbo, docente di Letteratura Italiana, spiegando le motivazioni esatte che hanno spinto l’Ateneo al conferimento del titolo.
"De Curtis, ha avuto la grande capacità di disarticolare il linguaggio e le parole" - ha spiegato Palumbo - "…creando nuovi termini, neologismi diventati modi di dire ormai entrati a far parte del linguaggio comune" - come "Siamo uomini o caporali" oppure "Ogni limite ha una pazienza ".
" Inoltre - continua Palumbo - ha avuto la capacità, attraverso l’ausilio delle sue famose spalle, da Nino Taranto a Mario Castellani, da Peppino De Filippo ad Aldo Fabrizi, di mettere in conflitto la norma con l’infrazione, la regola con la sua violazione, con esilaranti giochi di parole che lo hanno reso allo stesso tempo irresistibilmente comico ed irriverente".
Dopo le laudatio accademiche è stata la volta di Renzo Arbore, illustre studente della Federico II e promotore dell’evento.
Arbore ha raccontato del suo primo incontro con il Principe avvenuto all’età di 8 anni, quando suo padre lo portò per la prima volta al cinema a vedere il film "Fifa e Arena".
"Totò ha avuto la capacità di consolare Napoli ed il Paese intero dalla tragedia della guerra" - ha detto Arbore, ed ha aggiunto - "ha reso tutti uguali, facendo ridere indistintamente il borghese e l’operaio, il ricco ed il povero, eliminando ogni tipo di barriera classista e sociale".
Ha anche fatto notare come "...guarda caso, un anno dopo la sua morte, nel ’68, sia ritornato il caos e siano ritornate le barriere". E come coloro che erano semplici avversarsi (politici,sociali riferito ai moti studenteschi ) "siano diventati nemici". Ha però preferito non esprimersi su un terreno a lui ostile citando un' espressione in uso tra i suonatori di clarinetto quando ci si trova in un momento di difficoltà: "Attenzione jamm ‘a finì dinda ‘e chiavett" - ovvero - "Attenzione andiamo a finire sulle chiavette" (tasti del clarinetto).
Infine, il conferimento del titolo agli eredi del principe, rappresentati in Aula dalla nipote Elena De Curtis - figlia di Liliana - la quale, visibilmente commossa, ha ringraziato tutti per la calorosa partecipazione.
"Questa laura, come l’avrebbe chiamata lui, sarebbe stata la rivincita delle sue personali insicurezze…restituiamo oggi a lui la gioia che ci trasmette da mezzo secolo".
Alla cerimonia hanno preso parte anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ed il ministro Dario Franceschini, che ha accettato l’invito in quanto semplicemente "innamorato di Totò".
08/04/2017
Un anno fa l'Università Federico II di Napoli dava la famosa "laura" a Totò. Infatti - con la pergamena consegnata nelle mani di sua nipote Elena - venne conferita al Principe la laurea honoris causa alla memoria. Fu una cerimonia molto bella, emozionante, a cui ho avuto l'onore di partecipare.
Per questo ho deciso di pubblicare oggi, in ricordo dell'evento, l'articolo da me scritto in quell'occasione.
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Università Federico II – Dipartimento di Scienze Umane: laurea honoris causa alla memoria ad Antonio De Curtis, in arte Totò
Esattamente 50 anni fa, il "principe della risata" si accomiatava. Il funerale, svoltosi nella Chiesa del Carmine, a Napoli, vide la partecipazione di personalità del cinema, dello spettacolo e di tanta gente comune che - per la prima volta in occasione di un rito funebre - accompagnarono la salma con un fragoroso applauso. “Hai fatto nuovamente il tutto esaurito” – disse Nino Taranto, storica spalla di Totò, in quell’occasione.
Ebbene, esattamente mezzo secolo dopo la sua morte, arriva un’onorificenza che lui - desideroso da sempre di approvazione e di riscatto sociale - avrebbe sicuramente apprezzato.
Infatti, il 5 aprile, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha conferito ad Antonio De Curtis la laurea honoris causa alla memoria in "Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria".
La cerimonia si è svolta tra le colonne e gli stucchi dell’Aula Magna Storica della Federico II, presso la sede centrale di Corso Umberto I. L’evento è stato presieduto dal Magnifico Rettore, Gaetano Manfredi, al quale è spettato il compito di dar inizio alla manifestazione.
"Certamente Totò non aveva necessità di un riconoscimento per essere qualcuno, sebbene lo avrebbe inorgoglito" - ha detto Manfredi - "ma la decisione è stata presa per dare testimonianza del senso della sua azione in vita, del forte contributo dato con la sua arte trans-generazionale alla lingua e alla cultura, napoletana ed italiana".
Sono poi intervenuti Edoardo Massimilla, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, ed il professor Michele Palumbo, docente di Letteratura Italiana, spiegando le motivazioni esatte che hanno spinto l’Ateneo al conferimento del titolo.
"De Curtis, ha avuto la grande capacità di disarticolare il linguaggio e le parole" - ha spiegato Palumbo - "…creando nuovi termini, neologismi diventati modi di dire ormai entrati a far parte del linguaggio comune" - come "Siamo uomini o caporali" oppure "Ogni limite ha una pazienza ".
" Inoltre - continua Palumbo - ha avuto la capacità, attraverso l’ausilio delle sue famose spalle, da Nino Taranto a Mario Castellani, da Peppino De Filippo ad Aldo Fabrizi, di mettere in conflitto la norma con l’infrazione, la regola con la sua violazione, con esilaranti giochi di parole che lo hanno reso allo stesso tempo irresistibilmente comico ed irriverente".
Dopo le laudatio accademiche è stata la volta di Renzo Arbore, illustre studente della Federico II e promotore dell’evento.
Arbore ha raccontato del suo primo incontro con il Principe avvenuto all’età di 8 anni, quando suo padre lo portò per la prima volta al cinema a vedere il film "Fifa e Arena".
"Totò ha avuto la capacità di consolare Napoli ed il Paese intero dalla tragedia della guerra" - ha detto Arbore, ed ha aggiunto - "ha reso tutti uguali, facendo ridere indistintamente il borghese e l’operaio, il ricco ed il povero, eliminando ogni tipo di barriera classista e sociale".
Ha anche fatto notare come "...guarda caso, un anno dopo la sua morte, nel ’68, sia ritornato il caos e siano ritornate le barriere". E come coloro che erano semplici avversarsi (politici,sociali riferito ai moti studenteschi ) "siano diventati nemici". Ha però preferito non esprimersi su un terreno a lui ostile citando un' espressione in uso tra i suonatori di clarinetto quando ci si trova in un momento di difficoltà: "Attenzione jamm ‘a finì dinda ‘e chiavett" - ovvero - "Attenzione andiamo a finire sulle chiavette" (tasti del clarinetto).
Infine, il conferimento del titolo agli eredi del principe, rappresentati in Aula dalla nipote Elena De Curtis - figlia di Liliana - la quale, visibilmente commossa, ha ringraziato tutti per la calorosa partecipazione.
"Questa laura, come l’avrebbe chiamata lui, sarebbe stata la rivincita delle sue personali insicurezze…restituiamo oggi a lui la gioia che ci trasmette da mezzo secolo".
Alla cerimonia hanno preso parte anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ed il ministro Dario Franceschini, che ha accettato l’invito in quanto semplicemente "innamorato di Totò".
08/04/2017
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