PENSO ED AMO, DUNQUE ESISTO
"L'amore non vuole pensieri" - dice un antico detto napoletano. In pratica, per poter amare non bisogna avere "pensieri", ovvero preoccupazioni. Bisogna stare sereni, non avere problemi.
Vorrei, però, fare una riflessione su questo punto: non è l'amore stesso ad essere un "pensiero", un problema?
L'amore non è una cosa molto semplice da gestire: può essere la gioia più grande del mondo, ma anche la peggiore delle sciagure. Pensiamo ad un caso tipo: il sentimento non corrisposto.
Quando ci innamoriamo, può andarci bene come può andarci male: quando cupido scaglia la famosa "freccia", questa va - come direbbero a Roma - " 'ndo coje coje ". In sostanza, non decidiamo noi di chi innamorarci, così come non possiamo certo "governare" i sentimenti altrui. Per cui, se ci innamoriamo e non siamo corrisposti, oppure la persona amata non ci fa capire quali siano le sue reali intenzioni, l'amore, in tal caso, non diventa forse una sofferenza? Direi proprio di sì. In questo caso l'amore può essere un problema, ed anche grave.
Il fatto è che - però - l'amore è anche la cosa più importante che abbiamo: possiamo fare a meno di tutto, ma non dell'amore. È un bene a cui l'essere umano non può rinunciare. O meglio - volente o nolente - può anche rinunciarci, ma senz'altro la sua vita non sarà completa. Perché amare significa vivere intensamente, significa esistere.
Diceva René Descartes - meglio noto come Cartesio - che l'unica cosa che ci dà la certezza di esistere - noi ed il mondo che ci circonda - è il pensiero. Chi non conosce la sua nota massima: "Cogito ergo sum", "Penso dunque sono", ovvero "esisto". Per lui, quindi, pensare equivaleva ad esistere. Ma se anche l'amore è esistenza, il pensiero stesso può essere amore. E non è forse davvero così? Quando siamo innamorati, cosa è che facciamo principalmente? Pensiamo alla persona amata. Credo che sia la cosa più bella al mondo. È l'unica cosa che - anche se il sentimento non è ricambiato - ci è concesso fare liberamente - e a volte con conseguenze dolorose. Abbiamo la prova di amare, di tener ad una persona, soltanto quando l'abbiamo sempre in testa, quando la sogniamo, quando la ritroviamo tra le pagine di un libro, quando ci appare riflessa nei volti che incrociamo per strada. In sintesi, quando è al centro dei nostri pensieri.
Pertanto - a mio avviso - non solo l'amore è un pensiero e in quanto tale non può essere considerato inferiore agli altri - come sembrerebbe dire il detto. Ma amore e pensiero coincidono, si fondono in un tutt'uno costituendo, così, l'essenza stessa dell'uomo."Cogito et amo, ergo sum" - "Penso ed amo, dunque esisto". Credo sia questa la forma più giusta.
"L'amore non vuole pensieri" - dice un antico detto napoletano. In pratica, per poter amare non bisogna avere "pensieri", ovvero preoccupazioni. Bisogna stare sereni, non avere problemi.
Vorrei, però, fare una riflessione su questo punto: non è l'amore stesso ad essere un "pensiero", un problema?
L'amore non è una cosa molto semplice da gestire: può essere la gioia più grande del mondo, ma anche la peggiore delle sciagure. Pensiamo ad un caso tipo: il sentimento non corrisposto.
Quando ci innamoriamo, può andarci bene come può andarci male: quando cupido scaglia la famosa "freccia", questa va - come direbbero a Roma - " 'ndo coje coje ". In sostanza, non decidiamo noi di chi innamorarci, così come non possiamo certo "governare" i sentimenti altrui. Per cui, se ci innamoriamo e non siamo corrisposti, oppure la persona amata non ci fa capire quali siano le sue reali intenzioni, l'amore, in tal caso, non diventa forse una sofferenza? Direi proprio di sì. In questo caso l'amore può essere un problema, ed anche grave.
Il fatto è che - però - l'amore è anche la cosa più importante che abbiamo: possiamo fare a meno di tutto, ma non dell'amore. È un bene a cui l'essere umano non può rinunciare. O meglio - volente o nolente - può anche rinunciarci, ma senz'altro la sua vita non sarà completa. Perché amare significa vivere intensamente, significa esistere.
Diceva René Descartes - meglio noto come Cartesio - che l'unica cosa che ci dà la certezza di esistere - noi ed il mondo che ci circonda - è il pensiero. Chi non conosce la sua nota massima: "Cogito ergo sum", "Penso dunque sono", ovvero "esisto". Per lui, quindi, pensare equivaleva ad esistere. Ma se anche l'amore è esistenza, il pensiero stesso può essere amore. E non è forse davvero così? Quando siamo innamorati, cosa è che facciamo principalmente? Pensiamo alla persona amata. Credo che sia la cosa più bella al mondo. È l'unica cosa che - anche se il sentimento non è ricambiato - ci è concesso fare liberamente - e a volte con conseguenze dolorose. Abbiamo la prova di amare, di tener ad una persona, soltanto quando l'abbiamo sempre in testa, quando la sogniamo, quando la ritroviamo tra le pagine di un libro, quando ci appare riflessa nei volti che incrociamo per strada. In sintesi, quando è al centro dei nostri pensieri.
Pertanto - a mio avviso - non solo l'amore è un pensiero e in quanto tale non può essere considerato inferiore agli altri - come sembrerebbe dire il detto. Ma amore e pensiero coincidono, si fondono in un tutt'uno costituendo, così, l'essenza stessa dell'uomo."Cogito et amo, ergo sum" - "Penso ed amo, dunque esisto". Credo sia questa la forma più giusta.
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