L'ESSENZIALE È INVISIBILE AGLI OCCHI...MA NON AI SOGNATORI!
Stamattina ho letto che ricorre il settantacinquesimo anniversario della prima pubblicazione de "Il piccolo principe"- famosissimo libro di Antoine de Saint-Exupéry, aviatore e scrittore francese.
C'è una frase in quel libro molto conosciuta: "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". Queste parole - venutemi in mente ripensando al libro - mi hanno portato a fare una riflessione: ci sono delle cose che noi uomini, esseri razionali, non potremo mai conoscere se pensiamo di farlo col solo utilizzo del cervello.
Perché, specialmente quando si parla di particolari questioni (sentimenti, passioni, desideri), la testa, il cervello, coi suoi meccanismi - oserei dire - da catena di montaggio, rigidi, freddi e ripetitivi, non sarà mai in grado di cogliere certe sfumature. È appunto il cuore - seguendo l'onda del momento, andando oltre le convenzioni - che ha la capacità di arrivare al senso profondo delle cose.
Non voglio contraddire un certo Nietzsche, secondo il quale l'uomo doveva farsi guidare "in coppia" da cuore e cervello.
Però - e di questo sono convinto - penso ci sia poco da fare: come de Saint-Exupéry aveva capito, soltanto con l'istinto, con i sensi è possibile arrivare alla verità.
E qual è il tipo d'uomo che sa ben usare il suo istinto? Senza dubbio il sognatore. Credo di poter parlare con cognizione di causa, appartenendo a questa specie in via d'estinzione - visto l'Era materialistica in cui viviamo. Io credo siano loro gli unici in grado di conoscere la verità, di coglierne l'essenza. Coloro che sono in grado di sognare anche dopo esser scesi dal letto, che pensano che tutto (o quasi) sia possibile.
Dico questo perché, per poter andare in fondo alle cose, per cogliere il mondo nelle sue molteplici sfaccettature, bisogna liberarsi della sfera del non essere - per dirla alla Parmenide. Liberarsi, cioè, dell'apparenza, delle credenze, di ciò che di primo acchito sembra vero, ma che magari non è.
I "razionalisti"- coloro che si fidano soltanto dei "numeri", dei ragionamenti logici, del "due più due uguale quattro" - oppure i realisti, quelli che dicono di attenersi ai fatti, spesso non "vedono" l'evidenza, figuriamoci ciò che non è palese.
Solo i sognatori sono in grado di andare oltre l'apparente. Ci sono segnali, sfumature che spesso sfuggono ai calcoli, ma mai all'istinto. Certo, qualche volta, anche l'istinto può sbagliare. Il sognatore facilmente si fa trasportare dall'entusiasmo, prendendo magari un abbaglio. Ma il più delle volte ci azzecca. Purtroppo, però, gli "allievi di Morfeo" vengono presi per pazzi, in quanto troppo disincantati, persi nelle proprie idee. Ma è proprio questa la loro forza. Ne sono un esempio i sognatori per antonomasia: i bambini. Si dice che i bambini siano la voce della verità. Perché? Perché sanno sognare. Sono capaci di vedere ciò che gli altri non vedono: i loro occhi - abituati dai racconti, dalle favole - sono in grado di guardare oltre ciò che "sembra" e vedere ciò che "è".
Credo sia opportuno sfatare questo mito dei sognatori-illusi. Certo, a volte noi sognatori ci lasciamo prendere un po' la mano, possiamo sbagliare. Ma il più delle volte - lo dico per esperienza - cogliamo nel segno. Quel che ci frega è che, non essendo supportati dalla logica, finiamo alle volte per non fidarci di noi stessi, così da non credere più a ciò che vediamo - o meglio sentiamo. Diciamo che abbiamo tutti gli strumenti per comprendere il vero. Dobbiamo solo imparare ad utilizzarli al meglio. Ma una cosa è sicura: siamo sulla buona strada.
Stamattina ho letto che ricorre il settantacinquesimo anniversario della prima pubblicazione de "Il piccolo principe"- famosissimo libro di Antoine de Saint-Exupéry, aviatore e scrittore francese.
C'è una frase in quel libro molto conosciuta: "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". Queste parole - venutemi in mente ripensando al libro - mi hanno portato a fare una riflessione: ci sono delle cose che noi uomini, esseri razionali, non potremo mai conoscere se pensiamo di farlo col solo utilizzo del cervello.
Perché, specialmente quando si parla di particolari questioni (sentimenti, passioni, desideri), la testa, il cervello, coi suoi meccanismi - oserei dire - da catena di montaggio, rigidi, freddi e ripetitivi, non sarà mai in grado di cogliere certe sfumature. È appunto il cuore - seguendo l'onda del momento, andando oltre le convenzioni - che ha la capacità di arrivare al senso profondo delle cose.
Non voglio contraddire un certo Nietzsche, secondo il quale l'uomo doveva farsi guidare "in coppia" da cuore e cervello.
Però - e di questo sono convinto - penso ci sia poco da fare: come de Saint-Exupéry aveva capito, soltanto con l'istinto, con i sensi è possibile arrivare alla verità.
E qual è il tipo d'uomo che sa ben usare il suo istinto? Senza dubbio il sognatore. Credo di poter parlare con cognizione di causa, appartenendo a questa specie in via d'estinzione - visto l'Era materialistica in cui viviamo. Io credo siano loro gli unici in grado di conoscere la verità, di coglierne l'essenza. Coloro che sono in grado di sognare anche dopo esser scesi dal letto, che pensano che tutto (o quasi) sia possibile.
Dico questo perché, per poter andare in fondo alle cose, per cogliere il mondo nelle sue molteplici sfaccettature, bisogna liberarsi della sfera del non essere - per dirla alla Parmenide. Liberarsi, cioè, dell'apparenza, delle credenze, di ciò che di primo acchito sembra vero, ma che magari non è.
I "razionalisti"- coloro che si fidano soltanto dei "numeri", dei ragionamenti logici, del "due più due uguale quattro" - oppure i realisti, quelli che dicono di attenersi ai fatti, spesso non "vedono" l'evidenza, figuriamoci ciò che non è palese.
Solo i sognatori sono in grado di andare oltre l'apparente. Ci sono segnali, sfumature che spesso sfuggono ai calcoli, ma mai all'istinto. Certo, qualche volta, anche l'istinto può sbagliare. Il sognatore facilmente si fa trasportare dall'entusiasmo, prendendo magari un abbaglio. Ma il più delle volte ci azzecca. Purtroppo, però, gli "allievi di Morfeo" vengono presi per pazzi, in quanto troppo disincantati, persi nelle proprie idee. Ma è proprio questa la loro forza. Ne sono un esempio i sognatori per antonomasia: i bambini. Si dice che i bambini siano la voce della verità. Perché? Perché sanno sognare. Sono capaci di vedere ciò che gli altri non vedono: i loro occhi - abituati dai racconti, dalle favole - sono in grado di guardare oltre ciò che "sembra" e vedere ciò che "è".
Credo sia opportuno sfatare questo mito dei sognatori-illusi. Certo, a volte noi sognatori ci lasciamo prendere un po' la mano, possiamo sbagliare. Ma il più delle volte - lo dico per esperienza - cogliamo nel segno. Quel che ci frega è che, non essendo supportati dalla logica, finiamo alle volte per non fidarci di noi stessi, così da non credere più a ciò che vediamo - o meglio sentiamo. Diciamo che abbiamo tutti gli strumenti per comprendere il vero. Dobbiamo solo imparare ad utilizzarli al meglio. Ma una cosa è sicura: siamo sulla buona strada.
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