IL CUORE HA LE SUE RAGIONI E LA RAGIONE NON VUOL CONOSCERE
" Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce ". E' una frase che conosciamo tutti.
Coniata dal filosofo, scienziato e pensatore, Blaise Pascal, è diventata oggetto dei bigliettini dei Baci perugina. Sta a significare, come tutti sapete, che le ragioni del cuore, ovvero le sensazioni più profonde, hanno un loro "perché" ed una propria "verità" che la ragione, l'istinto calcolatore, non può né comprendere, né giudicare in modo corretto. È una frase a cui tutti, prima o poi, abbiamo fatto riferimento. Quando abbiamo avuto necessità di rafforzare le nostre convinzioni a proposito, nella maggior parte dei casi, di un amore immaginario, non corrisposto o tormentato. Come per dire " il mio cuore dice che è così...non puoi capire, è una sensazione profonda...lei/lui mi ama...ne sono certo/a...me lo dice il cuore". Queste cinque magiche parole, " me lo dice il cuore" , sono il lasciapassare dell'illusione. L'autorizzazione a credere in qualcosa che sembra possibile, ma che magari non è ampiamente sostenuto dai fatti.
Io credo che sia più corretto dire: " Il cuore ha le sue ragioni e la ragione non vuol conoscere". Inteso come: la ragione può dirmi quel che vuole, ma io preferisco dar retta al mio istinto. Perché è proprio così. Spesso la nostra testa, la "ratio", ci dice la verità. Ci indica la "diritta via", come direbbe qualcuno, ma siamo noi che, con la scusa dell'istinto, del sesto senso o semplicemente perché lo desideriamo troppo, finiamo per plasmare la realtà come più ci piace, scagliandoci, irrimediabilmente, contro il muro della delusione.
Dare ascolto al cuore, all'istinto, è una cosa bella, straordinaria, e a volte dà anche i suoi frutti. Guai se non ci fosse questa guida interiore. Saremmo delle macchine, tutte uguali e programmate. Ma l'istintività ha bisogno di un freno, di un qualcosa che sappia incanalare il suo giusto entusiasmo senza far gravi danni. In buona sostanza, la ragione, è una sorta di guard-rail, di paracarro, che deve " contenere " le pulsioni del nostro cuore, evitando di farci finire fuoristrada.
Credo, appunto, dicesse bene Nietzsche. Secondo lui, l'uomo giusto era colui che fosse in grado di avere in sè passione, ovvero l'istinto dell'anima, e ragione, ovvero l'istinto razionale, in percentuale fifty-fifty, ovvero 50 e 50. In modo che l'eccessiva passionalità, sia frenata dalla ragione e, allo stesso tempo, l'eccessiva razionalità sia un po' "allentata" dalla leggerezza dell'anima. Solo così, secondo il filosofo, può essere raggiunto il giusto equilibrio. Credo, però, sia un equilibrio sottilissimo, quasi impercettibile, difficile da realizzare. Io almeno ancora non ho trovato il modo.
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